Anguissola
Vittorio Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare italiana, Milano, 1928-32, vol. I pp. 389-393:
ANGUISSOLA
Siccome il nobile casato di Galvano dei Sordi di Londra, da cui si ritiene siano discesi gli Anguissola, portava per arma un aspide (anguis) al naturale in campo d’oro, tantoché il popolo acclamante alla vittoria da lui riportata sui Saraceni a Bizanzio coll’invenzione dei famosi fuochi che distrussero la flotta nemica, nella guerra sostenuta dall’imperatore Leone Isaurico, gridò: Anguis sola victoriam fecit, così lo stemma riconosciuto spettante alla detta famiglia deve portare l’angue originaria. È pure riconosciuto agli Anguissola l’inquartamento dei quattro promontori d’argento (albioni) in campo rosso concessi dall’imperatore Leone Isaurico a Galvano: «…concedimus scutum seu insigne unum in quo fida sint quatuor promontoria sive albiones coloris albi in rubro campo et galeam desuper cum tirso scilicet uno albo cum alis». Questa concessione fu confermata per gli Anguissola di Travo da patente del duca Ranuccio Farnese del 10 giugno 1615.
Dell’illustre ceppo, che ebbe molte propaggini in diversi luoghi, si trovano, già nel secolo X, dei discendenti nel comitato piacentino. È nota infatti una concessione feudale dei luoghi di Bubbiano, Trabano, Caverzago da parte di Ottone III a favore di FERROBONO, GUGLIELMO, ORABONO fratelli de Anguissolis del 996, ottobre 14; un’altra per Alberto e Ruffino è fatta da Corrado nel 1036, aprile 24; poi si ha una concessione di Alberto d’Austria dei luoghi di Pradovera, Gazola, Trabano e Pigazzano con mero e misto imperio in data 4 gennaio 1302 a favore di un Riccardo. Dei membri della famiglia a quest’epoca alcuni si erano segnalati per imprese militari, per cariche sostenute. Un BORGOGNONE nel 1266 con Alberto Landi tentò di sollevare Piacenza contro Ubertino Landi; fu egli podestà di Parma nel 1271; un FRANCESCO nel 1245 fu console di giustizia; nel 1263 un GHERARDO comperò dalla Piacentina repubblica diritti e beni in Salsomaggiore; LANZAROTTO, GALVANO ed ANGOSCIOLA si fecero potenti in Val di Trebbia. Un altro FRANCESCO nel 1306 fu capitano del popolo a Parma; un Giovanni, dottore e giudice in Piacenza (1330) e a quell’Università lettore di digesto; un GIOVAN FRANCESCO figlio di Bernardo da Montechino fu podestà di Vercelli (1382) e la difese strenuamente dal nemico; un Riccardo fu podestà di Bergamo (1386), un Bernardo, distinto cavaliere, capitano di Matteo, poi di Galeazzo Visconti, podestà e luogotenente di Bologna per l’arcivescovo Giovanni Visconti (1350) fu caro al Petrarca, che ne scrisse: «miles egregius et unus de raris et singularibus amicis meis» († 1359); pure caro al Petrarca, come cavaliere e poeta, fu LANCILLOTTO, morto nel 1359, mentre un LEONE eresse in Piacenza a sue spese nel 1390 una chiesa con annesso monastero dedicati a S. Maria della Neve.
Parteggiando fieramente nel periodo comunale, servendo poi i signori di Milano, gli Anguissola crebbero in potenza, in ricchezza e conseguirono cariche, onori, feudi e castelli. Un BERNARDINO nel 1337, luglio 6, ottenne dal duca Azzo di Milano l’investitura del feudo di Travo, Bobbiano e Caverzago e con decreto di Luchino Visconti (1346, genn. 9) ebbe l’investitura di Bobbio; Giuliano suo figlio sposò nel 1397 Margherita di Bernabò Visconti, perciò nello stemma usato dai discendenti suoi fu sostituito all’angue originario il biscione visconteo. Dell’ancora, che col biscione si trova inquartata nell’arma di questo ramo in molti monumenti di famiglia, non si conosce l’origine.
Intanto la famiglia piacentina si era così sviluppata per numero di membri, distinti in vari rami, che spesso erano anche in lotta fra loro. La prima divisione pare non sia anteriore al 1250; i suoi diversi rami presero a distinguersi specialmente dai loro feudi e castelli, giacché furono signori di quasi tutta la bassa vallata del Nure, ove avevano, fra gli altri, i potenti fortilizi di Riva, Montesanto, Viano, Montechiaro; possedevano inoltre Grazzano, del cui feudo fu investito BERNARDO Anguissola dal re Sigismondo con decr. del febbr. 1424; Podenzano, acquistato nel 1466 dai fratelli BARTOLOMEO e GIO. FRANCESCO; Rivergaro, da GIOVANNI di Gianfrancesco ottenuto dalla Camera Apostolica (1513); Vigolzone, di cui PIETRO, nipote di Bernardo, ebbe l’investitura dal re Sigismondo nel 1414; il castello di S. Polo da GIO. CARLO, altro nipote di Bernardo, avuto in feudo da Galeazzo Sforza nel 1467 e quello di Folignano dal medesimo ottenuto nel 1482, nov. 12; i feudi di Cimmafava, S. Damiano, e Rivergaro comprato da GALASSO, che ne ricevé l’investitura da Gio. Galeazzo e Bona con dipl. del 30 maggio 1477.
Non sarebbe possibile seguire tutte le vicende della antica famiglia nei vari secoli, né questo è il luogo opportuno per accennare alle imprese principali dei singoli membri dei numerosi suoi rami. Basterà ricordare alcuni che più si distinsero nella storia della regione, essendo la famiglia dichiarata una della quattro famiglie principali, privilegiate di Piacenza, e nella storia d’Italia, specialmente tenendo conto dei rami ancora superstiti.
Degli Anguissola di Cimmafava e S. Damiano. un GALASSO militò valorosamente pei duchi di Milano e per Genova; i figli GENESIO aurato cavaliere, e PIETRO ANTONIO furono capitani nelle milizie milanesi, poi servirono contro gli Aragonesi il duca di Calabria; un TRANQUILLO e un PIETRO ANTONIO furono insigni giuristi; un altro PIETRO ANTONIO servì con diverse condotte d’armi Genova e Venezia e fu generale degli Ordelaffi di Forlì; RIZZARDO, fratello di Galasso, coprì in Piacenza le somme cariche. Dei consignori di Cimmafava, di cui ben dodici cavalieri furono contemporaneamente ai servigi dei duchi di Milano, si distinsero un LODOVICO, un LODOVICO MARIA, capitano di Carlo V, un ALESSANDRO compagno di Prospero Colonna, generale dell’impero in Italia. Tra gli scienziati della famiglia si ricorda un p. GABRIELLO, ebraista, teologo, matematico; un ARGINO, pubblico lettore di diritto nello studio patrio.
Degli Anguissola di S. Giorgio, un FABRIZIO fu giudice del collegio di Piacenza e governatore di Val di Taro sotto i Farnese; il figlio ALESSANDRO fu residente a Milano del duca di Parma e governatore di Brescia; CESARE ALBANO suo figlio coltivò la poesia; il conte Lodovico da Gropparello fu capitano del re cattolico e Marc’Antonio suo fratello, governatore di Val di Taro, ottenne il privilegio di unire al proprio stemma il giglio farnesiano.
Gli Anguissola di S. Giorgio oggi sono rappresentati dalla famiglia degli A. residenti a Napoli, detti di S. Damiano. Metà del feudo di S. Damiano fu acquistato nel sec. XV da BERNARDO di Lancillotto signore di S. Giorgio e Polissena degli Scaligeri di Verona. Giovanna Branciforte, vedova di Pietro Antonio, tutrice dei figli ALESSANDRO E LODOVICO, comprò per atto di Jacopo de Scarpis not. Piacentino (1504, dic. 19) l’altra metà del feudo di S. Damiano, appartenente prima agli Anguissola di Cimmafava e poi a quelli di Podenzano e Montechiaro. Il titolo comitale agli Anguissola di S. Damiano fu conferito nella persona di ALESSANDRO insieme ai discendenti maschi, dal duca Ranuccio II Farnese con pat. del 1° marzo 1683. Il figlio di Alessandro, ANNIBALE, fu familiare del duca di Mantova Carlo III di Nevers (1666-1741). Suo figlio CESARE fu gentiluomo di camera con esercizio di Ferdinando di Borbone, colonnello dei Volontari italiani a Velletri e poi governatore di Trani (1701-1801); GIAN BATTISTA suo figlio passò da Piacenza a Napoli al servizio di Carlo III di Borbone, fu cavallerizzo di campo, e fu capo della r. corte di Ferdinando I († a Napoli nel 1804). FERDINANDO, di lui figlio, fu vice-ammiraglio nella regia marina napoletana, fu insignito della gran croce di S. Lodovico (n. a Napoli 1774, m. 1858); dei figli, CESARE fu generale nell’esercito delle Due Sicilie; GIAN BATTISTA, colonnello, AMILCARE, contrammiraglio, uffic. dell’ordine militare di Savoia, commendatore dei SS. Maurizio e Lazzaro, ministro della marina con la dittatura, deputato al parlamento Subalpino ed a quello Nazionale. Tutti tre furono cavalieri di S. Lodovico.
Degli Anguissola dì Vigolzone, discendenti da RICCARDO, oltre BERNARDO, LANCILLOTTO, PIETRO, GIAN CARLO, che si distinsero al servizio dei duchi di Milano, da cui ebbero l’investitura dei loro feudi, un GIOVANNI ottenne nel 1450 il cingolo militare dalle mani del duca Galeazzo Maria Sforza. I fratelli TOMMASO, FRANCESCO, NICOLO’, ebbero da Luigi XII riconfermati i loro diritti e possessi: «propter familiae dignitatem et generis nobilitatem» (1511); NICOLO’ fu camerlengo di S. R. Chiesa; GALVANO di Teodosio fu al servizio della Spagna, accompagnò Filippo II nel suo viaggio nuziale in Inghilterra e morì condottiere di fanteria alle Gerbe. Con atto del not. piacentino Alessandro Orsi del 14 agosto 1599, ALESSANDRO di Vigolzone, che si distinse molto alla battaglia di Lepanto con Alessandro Farnese, cui aveva seguito con i figli GALVANO e CARLO in Fiandra, ebbe dal duca Ranuzio I l’investitura del feudo di Grazzano, Maiano, Varano, eretto in marchesato per sé e figli e discendenti maschi. Questo feudo, insieme con quello di Riva, apparteneva a quel GIOVANNI Anguissola resosi tristemente famoso per aver ordito la congiura contro il duca Pier Luigi Farnese (1547); da esso Ottavio Farnese l’aveva comprato, dopo che Giovanni erasi rifugiato a Milano perseguitato e scomunicato. Un fratello di GIOVANNI era morto nel 1541 combattendo con il duca Pier Luigi contro i Colonnesi e la sorella CATTARINA aveva sposato Luigi Gonzaga di Castelgiuffredo, da cui ebbe Ferrante, padre di S. Luigi. È noto come il pugnalatore del figlio di Paolo III ricevé il titolo di senatore milanese, fu governatore di Como, ebbe il general comando delle genti del re Filippo in soccorso di Carlo IX, scacciò dal Delfinato il principe di Condé, si rese temuto agli Ugonotti e fabbricò sul lago di Como, ove morì, la superba villa detta la Pliniana. CARLO, fratello di Alessandro ricordato, lasciò erede di Grazzano, GALVANO II, mentre il feudo di Vigolzone passò a GIO. BATTISTA, terzo figlio di Alessandro I, e per ONOFRIO, di lui figlio, il duca Ranuzio II Farnese, con atto del 21 ottobre 1651 (rog. del cancelliere, camerale Bartolomeo Chiappini), eresse il feudo di Vigolzone in contea per lui, pei figli e discendenti maschi. La primogenitura, che Alessandro il 2 aprile 1598, aveva istituito a favore del detto Galvano suo figlio sui beni di Grazzano, con sostituzione dei secondogeniti in mancanza della linea primogeniale, si è estinta nel 1890 con la morte del march. RANUZIO FILIPPO, benemerito agricoltore, passando i beni suoi alla madre march. Fanny nata Visconti Litta di Modrone. Dei marchesi di Grazzano si ricordano le onorevoli imprese, nelle Fiandre, di GALVANO, che ebbe poi il comando delle armi ducali in patria da Margherita Farnese; un LODOVICO, protonotario apostolico, nuncio in Transilvania e in Francia; GIO. BATTISTA accompagnò il duca Ranuccio Farnese alla guerra d’Algeri; LODOVICO, suo figlio, fu cavaliere della cornetta bianca; mons. GIANBATTISTA, protonotario apostol. (1679) governatore di Macerata, poi della marca d’Ancona; un altro G. BATTISTA fu membro della reggenza del ducato Parm. nel 1814, e, uomo di molta e varia erudizione, pubblicò in patria: «Le effemeridi storico Piacentine dal 1804 al 1846».
BARTOLOMEO e GIO. FRANCESCO A. che, come dicemmo, acquistarono nel 1466 il feudo di Podenzano, furono investiti con dipl, di Bona e Gian Galeazzo, dato il 1° dic. 1477, del feudo stesso con titolo di conti di Podenzano e Ville con trasmissione mascolina. Il co. GIOVANNI di Gian Francesco ebbe confermati i suoi diritti da Luigi XII (17 nov. 1511) su metà delle terre di Montechiaro, e aggiunse agli stati paterni il feudo di Rustigasso; GIROLAMO sostenne varie ambascierie per Ranuccio I Farnese a Clemente VIII, al duca di Savoia, al duca di Baviera; GIOVANNI di Girolamo fu ambasciatore pel Farnese alla rep. di Lucca e si distinse come letterato; RANUZIO († 1881) patriota, nel 1848 fece parte dell’assemblea, che decise dell’annessione del ducato di Piacenza al Piemonte; rappresentò il collegio di Rivergaro nell’VIII legislatura; beneficò generosamente l’ospizio Vittorio Emanuele della città natale. Girolamo III, avendo sposato Margherita Scotti, figlia unica del co. Ranuzio, acquistò per testamento dello suocero (1741) il diritto di aggiungere al proprio il cognome Scotti, disposizione approvata dal Tribunale di Piacenza con sentenza del 31 marzo 1902; riconosciuta dalla Consulta Arald. nel 1903. La famiglia inquartò il proprio stemma con quello Scotti, cioè 2° e 3° d’azzurro alla banda accompagnata da due stelle, il tutto d’argento.
Gli A. di Travo discendono da RICCARDINO, figlio di GIULIANO, marito di Margherita Visconti. I due figli di Riccardino, FRANCESCO e NICOLO’ diedero origine alle due linee tuttora esistenti dei signori di Travo. RICCARDINO con dipl. del 16 maggio 1432 ottenne dal duca di Milano Filippo Maria l’investitura di Bobbio, Travo, e Caverzago, e suo figlio FRANCESCO con dipl. del I° marzo 1452 ebbe l’investitura di Bobbiano, Travo e Caverzago da Francesco Sforza, le quali furono confermate successivamente anche dai Farnese. Di questa famiglia ricorderemo solo un FRANCESCO, cavaliere aurato; un GIO. GABRIELLO, uditore d’Ancona; un BERNARDO, cav. aurato, governatore di Novara; un NEGROBONO distinto letterato; un ANGELO, volontario del battaglione Parmense, fece la campagna del ‘48 in Lombardia contro l’Austria, fu decorato di medaglia al valor militare per l’eroismo dimostrato alla battaglia di Novara, morì nel 1856 in Crimea per ferite riportate in quella guerra; CARLO, buon patriota, fu eletto deputato di Pianello al parlamento Subalpino.
Gli A., detti di Gazzola e Pigazzano dalla loro signoria, discendono da BARTOLOMEO di Lancillotto, di Antonio. LANCILLOTTO assieme ai fratelli, GIAN GALEAZZO e BARTOLOMEO e loro discendenti fu dal duca di Milano con privil. del 28 febbr. 1441 esentato da ogni imposizione pei luoghi suddetti. Il detto Bartolomeo figura nell’elenco dei nobili piacentini, che contribuirono al dono di sei mila ducati fatto da Piacenza nel 1488 a Bianca Maria, sorella del duca di Milano, per dote. L’anzianato di Piacenza con delibera del 17 aprile 1614 rilasciò attestato di nobiltà agli Anguissola.
Altro ramo tuttora esistente dell’antica famiglia è quello dei conti d’Altoè; il cui antenato GEROLAMO di Tommaso fu dal duca Ranuccio II Farnese con rescr. del 13 febbr. 1650 investito della sesta parte del castello e del feudo di Altoè, nel piacentino, che veniva eretto in contea, come in tale dignità erano state erette le altre cinque parti a favore del lui cugino Ferrante. Si ricordano della famiglia di tal predicato un FERRANTE, che fu ambasciatore a Vienna nel 1703; un altro FERRANTE letterato dell’Arcadia Trebbiense; un terzo FERRANTE, membro del collegio elettorale del Taro e del Consiglio municipale di Piacenza, fu creato barone dell’impero da Napoleone, con discendenza ai m. primogen., per decr. del 26 aprile 1811; un ANTONIO fu creato nel 1831 da Maria Luigia, rifugiata a Piacenza, membro del nuovo Consiglio di Stato e nel 1848 fece parte del governo provvisorio della sua città.
Esigenze di spazio non ci hanno permesso di ricordare le gentildonne di questa famiglia resesi chiare, né di accennare alle affinità da essa contratte con le più cospicue famiglie della regione e d’Italia, fra le quali gli Scotti, i Landi, i Rossi, Sanvitale, i Pepoli, i Malaspina, i Gonzaga, i Fantuzzi, i Sanseverino, i Castiglione, i Caracciolo, gli Orsini. (DE CRESCENZI, Corona della nobiltà d’Italia, Bologna, 1639-42, vol. I, 295-ss.; II, 205 e R. Archivio di Stato in Parma: - Famiglia Anguissola - Patenti di Nobiltà - Rogiti Camerali - Decreti e Rescritti Sovrani).
Rami tuttora esistenti e riconosciuti:
ANGUISSOLA march, di Grazzano con Maiano e Verano, m. disc, da Alessandro (1599). Co. di Vigolzone, m. disc, da Onofrio (1651). Dim. Piacenza e S. Maria della Versa (Pavia).
CESARE † di Carlo, di Lodovico, di Onofrio.
Figlia: Emanuela in Dosio.
Fratelli: PIETRO †, LUCHINO †.
Figli di Pietro: LODOVICO, GIOVANNI †.
Figli di Luchino: GUGLIELMO†, GIUSEPPE, nato 1862.
Figli di Lodovico, di Pietro: PIETRO, nato 1868, GIUSEPPE, n. 1874, ERMINIO, n. 1856.
Figli di Onofrio, di Alessandro : ALESSANDRO†, Beatrice in MONTICELLI OBIZZI.
Figli di Erminio, di Lodovico: Costanza, NEREO, CARLO.
ANGUISSOLA, signore di Bobbio, Travo e Caverzago, m. disc, da Riccardino (1432).
Signore di Bobbiano, Travo e Caverzago, m., disc, da Francesco di Riccardino (1452). - Dim. Piacenza.
GIULIO ALIPRANDO, di Paolo, di Azzo.
Figli: Maria, Angiola, GALVANINO, Vittoria.
Fratelli: Azzo, Pia.
(Altra linea). Signore di Bobbio, Travo e Caverzago, m., disc, da Riccardino (1432). - Dim. Piacenza.
PIER LUIGI di Giacomo, di Gio. Battista.
Figli: Maria, CARLO.
ANGUISSOLA, conte d’Altoè, m. - Dim. Piacenza.
AUGUSTO †, di Antonio, di Galeazzo, di Ferrante.
Figlie: Elvira, Teresa.
Fratelli: STEFANO, GIO. BATTISTA †.
Figli di Stefano: Corona, ANTONIO, RIZZARDO, FILIPPO.
ANGUISSOLA di S. Damiano, conte, m.; Patrizio piacentino, m. f., disc, da Alessandro (1683). Dim. Napoli.
AMILCARE † di Ferdinando, di Gio. Battista.
Figli: FERDINANDO n. 1855; LUIGI †, n. 1859; LUCIO †, n. 1861 ; ANNIBALE, n. 1864.
Fratelli di Amilcare: CESARE †, GIO. BATT. †
Figlie di Lucio: Luisa, Ginevra.
Figli di Cesare: CAMILLO, †, n. 1836.
Figli di Gio. Battista: FERDINANDO n. 1857 GUGLIELMO, n, 1870.
Figli di Camillo di Cesare: FERDINANDO,*, n. 1867; CESARE, n. 1870.
Figlio di Ferdinando di Amilcare: AMILCARE, n. 1887.
Figli di Ferdinando di Camillo : Maria, GUIDO, FRANCESCO, FILIPPO.
Figlio di Luigi: LUIGI.
ANGUISSOLA-SCOTTI, conte di Podenzano e Ville, m. - Dim. Piacenza.
LUIGI di Ranuzio, di Luigi.
Figli: RANUZIO, GIULIO.
Fratelli: PIETRO, GIOVANNI.
Figlie di Ranuzio: Luisa, Clara, Teresa.
Figli di Pietro: FRANCESCO, ORAZIO.
Figlie di Giovanni: Giuseppina in Calciati, Anna Maria, Laura.
g. d. [Giovanni Drei]
ANGUISSOLA SECCO COMNENO
Ramo dell’illustre famiglia Anguissola di Piacenza, che era stato insignito del titolo di Conte di Cevernasco nel Piacentino fin dal 1483 per diploma del Duca di Milano Giovanni Galeazzo Maria Sforza e fu poi ascritta al Patriziato Milanese.
Indice
Genealogia
Genealogia Anguissola Tedeschi Secco Comneno
Teatro genealogico delle famiglie nobili milanesi: manoscritti 11500 e 11501 della Biblioteca Nacional di Madrid, a cura di Cinzia CREMONINI, Mantova: Gianluigi Arcari, 2003
Stemmi
ARMA: Partito: nel 1°: di oro all’angue al naturale; nel 2°: di rosso ai quattro albioni o promontori d’argento.
(alias): Inquartato: nel 1° e 4° d’azzurro a un breve d’argento, ondeggiante in banda, carico del motto: a buon diritto in lettere maiuscole romane di nero e sormontato da una colomba d’argento volante; nel 2° e 3° troncato cuneato d’argento di 4 pezzi e di rosso; sul tutto d’oro al serpe di verde, ondeggiante in palo.
CIMIERO: Orso bianco alato rampante.
(alias): Un drago di verde.
MOTTO: Anguis sola victoriam fecit.
ANGUISSOLA SCOTTI.
ARMA: Inquartato: nel 1° e 4° partito: a destra d’azzurro al serpe al naturale; a sinistra troncato dentato d’argento di 4 pezzi e di rosso (Anguissola); nel 2° e 3° d’azzurro alla banda accompagnata da due stelle di sei raggi, il tutto d’argento (Scotti). (Decr. Min. di Riconosc. 10 settembre 1903, a LUIGI, di Ramisio, di Luigi e famiglia).
Storia
Personaggi
Lancillotto Anguissola (sec. XIV) (Dizionario Biografico Treccani)
Lucio Anguissola (1520-1592) (Dizionario Biografico Treccani)
Sofonisba Anguissola (1531/32-1625) (Dizionario Biografico Treccani)
Alessandro Anguissola (1560 ca -1617/21) (Dizionario Biografico Treccani)
Dimore
Piacenza, Napoli, Pavia
Iconografia
Dipinti e Ritratti
Archivio fotografico
Fonti
Archivi di famiglie e di persone: materiali per una guida, 2: Lombardia-Sicilia, a cura di Giovanni Pesiri, Micaela Procaccia, Irma Paola Tascini, Laura Vallone, Roma, Ministero BBAAC, 1998 (Pubblicazioni degli archivi di Stato. Strumenti; 133), n° 1170.
Bibliografia
http://verbanensia.org/biografie_details.asp?bID=29602&action=A&tipo=2