Baldironi
Vittorio Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare italiana, Appendice, parte I (Milano, 1935), p. 264:
Capostipite di questa famiglia è GERARDO, possessore di beni in Lissone, bisavo del magnifico GIOVANNI ANTONIO impresario della Catena del Naviglio Grande, marito di Ippolita Cavaccioli, la quale lo fece padre di CARLO FILIPPO, mercante di seta e d’oro, coniugato con Violante Sonzogni, che nel 1594 successe per disposizione testamentaria ad Ottaviano Baldironi nel giuspatronato della cappellania di S. Ilario nella chiesa parrocchiale di Lissone. Dei figli di lui CARLO fu padre di GIUSEPPE, fiscale e sindaco generale, la cui discendenza finì con Cecilia († 1732) andata sposa al marchese Giovanni Savero Beccaria; e ROMANO, che da Elisabetta Fontanella procreò CARLO FILIPPO, giureconsulto, il quale pure possedeva beni in Lissone e fu padre di FRANCESCO ed avo di altro ROMANO, alfiere nel reggimento Clerici. Questi ebbe da Paola Crivelli FRANCESCO (n. 1751) e GIUSEPPE (1754-1828), ai quali con patente 21 febbraio 1791 l’I. R. Consiglio di Governo riconobbe l’antica generosa nobiltà, ordinando che la famiglia fosse iscritta nell’elenco delle famiglie nobili e che il loro stemma venisse delineato nel Codice Araldico. Abitavano essi in Milano nella contrada di S. Damiano alla Scala. Giuseppe, che venne confermato nell’antica nobiltà con Sovr. Ris. del 1817, era consigliere d’Appello e commissario del potere esecutivo pel Dipartimento d’Olona; sposò Anna Frisiani, di famiglia patrizia milanese, dalla quale nacquero Francesca, andata sposa a don Giuseppe Della Croce, CARLO, che ebbe in moglie Maria Porta, LUIGI († 1857), marito di Claudina Leveni. La casata è ora estinta.
La famiglia è iscritta genericamente nell’Elenco Uff. Nob. Ital. del 1922 col titolo di Nobile (mf.), Trattamento di Don e Donna in persona dell’ultimo riconosciuto, GIUSEPPE (1816).
a. g. [Alessandro Giulini]
Indice
Genealogia
Teatro genealogico delle famiglie nobili milanesi: manoscritti 11500 e 11501 della Biblioteca Nacional di Madrid, a cura di Cinzia CREMONINI, Mantova: Gianluigi Arcari, 2003
Stemmi
ARMA: D’azzurro, al castello di tre torri di rosso, aperto del campo, sostenuto da due roccie di verde fra le quali scende una cascata d’acqua al naturale; col capo d’oro carico di un’aquila di nero coronata del campo.
Storia
Personaggi
Dimore
Milano
Iconografia
Dipinti e Ritratti
Archivio fotografico
Fonti
Bibliografia
http://www.verbanensia.org/biografie_details.asp?bID=29712&action=B&tipo=2