Benaglio





Originaria della Val San Martino, ove ebbero residenza e predominio per diversi secoli, malgrado la cacciata subita nel 1383 da Vercurago e Calolzio nelle lotte di fazione con i ghibellini. Ebbero cittadinanza bergamasca dal XIII secolo. Nel 1469, Federico III d’Asburgo attribuì ai Benaglio, “cives Bergomi”, il titolo di conti palatini. Tra i diversi rami della famiglia, quello di Gentile, per matrimonio con Elena Martinengo, nipote di Gentile della Leonessa, ebbe metà del feudo di Sanguineto (Verona). Alla fine del sec. XIV la famiglia si ramificò con Benaglio che ebbe 7 figli maschi, uno non ebbe discendenza, di tre non si hanno notizie dopo la prima generazione mentre tre dettero origine a rami prolifici e durevoli: quello di Giovanolo,che nel 1410 fu Commissario, ebbe poi un personaggio assai importante, PietroGiorgio, che per le benemerenze acquisite nelle magistrature e specialmente nelle armi fu fatto nel 1595 dal Senato veneto Cavaliere. Sua figlia Ippolita sposò nel 1584 Alessandro Agliardi; ma non ho ancora trovato i nomi del o dei fratelli. Vi è poi un altro Pietro Giorgio e vari figli e nipoti fino all’800, con ripetuti riconoscimenti del titolo comitale. Anche il ramo dell’altro fratello Castello si divise in tre rami, in uno dei quali si ebbe Castello che sposò Elena Agliardi e nell’altro Fabrizio che sposò Emilia Agliardi. Non ancora trovato le discendenze nemmeno del terzo ramo: dopo Agostina di Gerolamo sposata Tassi e Barbara di Giacomo sposata Gattaroli. Da Guidotto discese il ramo tuttora fiorente. Ne fece parte il notaio Marc’Antonio storico e importante Cancelliere della MIA che nel 1612 scrisse una accuratissima descizione delle proprietà della Misericordia che è di grande interesse e attualità, autore anche di una relazione sulla “carestia della peste del 1630.” Ludovico fu deputato ai confini ed al riordino amministrativo della città. Prisco figlio di Giacinto fu Arcidiaono ed acquistò l’omonima casa in contrada di San Cassiano (vedere se è lo stesso che fu nel 1592 arbitro tra i fratelli Alessandro e Giovanni Agliardi. Fabrizio nel 1576 fu il primo nunzio bergamasco residente a Venezia (non si sa a quale ramo appartiene).
I Benaglio si imparentarono con molte importanti famiglie.
Membri della famiglia, tra cui il canonico Marzio, furono condannati per banditismo nel territorio di Boltiere e lo stesso Marzio fu assassinato per vendetta.
Giovanni (m. 1779), poeta latino, membro del Collegio di Giudici e presidente degli Eccitati, fu tra i deputati ad istituire un museo sopra il Fontanone.
Assai numerosi i Benaglio, spesso difficili da collegare alla genealogia anche per il ripetersi dei caratteristici nomi di Castello, Benaglio e Guidotto, che furono tra gli amministratori fiscali della Città e del Territorio, commercianti e avvocati, giusdicenti.
Ebbero dimora in Sant’Eufemia, sotto la Rocca, dal 1601 in Longuelo e, nel 1680, in fondo a Piazza Nova. Ebbero il titolo di conti palatini sopra ricordato nel 1469 da Federico III e poi i riconoscimenti nel 1685 e nel 1739 Nel 1739 furono iscritti nel Libro veneto dei Titolati, i discendenti di Pietro Giorgio, conte Carlo fu Benedetto e conte Orazio. nel 1895 solo per il ramo principale. [GPA]
Indice
Genealogia
Teatro genealogico delle famiglie nobili milanesi: manoscritti 11500 e 11501 della Biblioteca Nacional di Madrid, a cura di Cinzia CREMONINI, Mantova: Gianluigi Arcari, 2003
Stemmi
ARMA: Di rosso, allo scaglione, sostenente due galli affrontati, il tutto di argento.
Storia
Personaggi
Giuseppe Benaglio (1668-1735) (Dizionario Biografico Treccani)
Pietro Benaglio (1792-1828) Pittore
Dimore
Bergamo
Iconografia
Dipinti e Ritratti
Archivio fotografico
Fonti
Presso la Biblioteca Civica 'A. Maj' di Bergamo sono conservate le pergamene relative alle seguenti persone (per maggiori dettagli vai al sito):
Benagli Antonio, 1457 perg 0032
Benagli Antonio fu Armanno, ab. Vercurago, 1368 perg 0285
Benagli Antonio fu Grimano, di Vercurago, cittadino di Bergamo, 1366 perg 1490
Benagli Castello fu Guidotto, notaio, 1506 perg 0326
Benagli Divitia fu Merlino vedova di Betino Donati, 1450 perg 0241
Benagli Filippo, 1457 perg 0032
Benagli Filippo fu Martino, di Bergamo, 1430 perg 0043
Benagli Filippo fu Martino di Bergamo, 1441 perg 0194
Benagli Francesco di Filippo, 1457 perg 0032
Benagli Francesco fu Filippo, 1486 perg 1411
Benagli Giovanni Giacomo fu Galeazzo, notaio, 1577 perg 0912
Benagli Giovanni Giacomo fu Galeazzo, notaio, 1578 perg 0848
Benagli Giovanni Giacomo fu Galeazzo, notaio, 1580 perg 0848 01
Benagli Giovanni Giacomo fu Galeazzo, notaio, 1587 perg 0839
Benagli Maddalena vedova di Francesco, 1507 perg 0033
Benagli Martino di Pasino, 1457 perg 0032
Benaglia Antonio fu Pasino, di Bergamo, presidente Ospedale S. Marco, 1502 perg 1042
Benaglia Tonino fu Fachino, notaio, 1472 perg 1015
Benaglio Filippo fu Martino, di Bergamo, 1448 perg 0028
Benaglio Giovanni Francesco di Filippo, di Bergamo, 1448 perg 0028
Benaglio Martino fu Casello, di Bergamo, 1472 perg 1015
Bibliografia
Vittorio Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare italiana, Milano, 1928-32, vol. II, p. 31:
Antica famiglia bergamasca ascritta al Maggior Consiglio. Federico III, imperatore, con diploma 30 marzo 1469, concedeva a PIETRO il titolo di conte palatino. I Benaglio possedevano la metà del feudo di Sanguineto nel Veronese pervenuta a GENTILE pel matrimonio suo con Elena Martinengo, nipote di Gentile della Leonessa, cui era stato dato dalla Repubblica Veneta. Il Senato della medesima con diploma 9 agosto 1595 conferiva il grado di cavaliere a PIETRO GIORGIO, i discendenti del quale CARLO, GIACOMO, Orazio co’ loro figli maschi, per decreto 22 gennaio 1739 del Magistrato sopra i Feudi, venivano ascritti nel «Libro d’oro dei veri titolati». L’avo dei rappresentanti attuali della casata, CARLO, con sovrana risoluzione 22 settembre 1820 venne riconfermato nell’antica nobiltà e nel titolo comitale ed i suoi discendenti sono registrati nell’Elenco Ufficiale col titolo comitale per maschi e quello di «nobile» per mf. in persona di: ANTONIO GUIDO, di Carlo, di Antonio e la sorella Laura in Rostagno; LUIGI, di Antonio, di Carlo, coi fratelli: Vittoria in Bertrand, Virginia ved. Riccardi, Adele in Insom, GAETANO e GIACINTO, nonché i figli di Gaetano: GIOVANNI, GIACINTO e ANTONIO, e i figli di Giacinto: Margherita (f) e EUGENIO.
Cfr. ASV., Venezia.
a. g. [Alessandro Giulini]
Ivi, Appendice, Parte I, p. 324:
Sono inoltre iscritti nell'Elenco Uff. Nob. Ital. 1933, coi titoli di Conte (m.), Nobile (mf.):
ANGILBERTO MARIO, di Eugenio, di Giacinto, n. 11 luglio 1920.
Sorella: Maria Elena, n. nel 1922.
Emilia, di Giacinto, di Antonio, n. a Bergamo 8 aprile 1897, spos. 8 settembre 1920 col Barone Giuseppe Valenti.
Carla, di Gentile, di Carlo, n. a Bergamo 21 ottobre 1904.
v.s. [Vittorio Spreti]
Alberto Castoldi, Bergamo e il suo territorio. Dizionario Enciclopedico, Bergamo, Bolis Editore, 2004, p. 220:
Famiglia patrizia con cittadinanza bergamasca dal XIII secolo, originaria della Val San Martino, ove ebbe residenza e predominio per diversi secoli, malgrado la cacciata subita nel 1383 da Vercurago e Calolzio nelle lotte di fazione con i ghibellini di Olginate. Nel 1469, Federico III d’Asburgo attribuì ai Benaglio, “cives Bergomi”, il titolo di conti palatini. Tra i diversi rami della famiglia, quello di Gentile, per matrimonio con Elena Martinengo, nipote di Gentile della Leonessa, ebbe metà del feudo di Sanguineto (Verona). Diversi Benaglio, tra cui si tramandarono i caratteristici nomi di Castello, Benaglio e Guidotto, furono tra gli amministratori fiscali della Città e del Territorio, commercianti e avvocati; Fabrizio nel 1576 fu il primo nunzio bergamasco residente a Venezia. Per le benemerenze acquisite nelle magistrature e specialmente nelle armi, il Senato veneto, nel 1595, fece cavaliere Pietro Giorgio. Prisco fu arciprete ed acquistò l’omonima casa in contrada di San Cassiano. Ebbero dimora in Sant’Eufemia, sotto la Rocca e, dal 1601, in Longuelo e, nel 1680, in fondo a Piazza Nova. Nel XVII secolo vissero Marco Antonio, storico, e Ludovico, deputato ai confini ed al riordino amministrativo della città; membri della famiglia, tra cui il canonico Marzio, furono condannati per banditismo nel territorio di Boltiere e lo stesso Marzio assassinato per vendetta. Giovanni (m. 1779), poeta latino, membro del Collegio di Giudici e presidente degli Eccitati, fu tra i deputati ad istituire un museo sopra il Fontanone. Nel 1739 furono iscritti nel Libro veneto dei Titolati, i discendenti di Pietro Giorgio, conte Carlo fu Benedetto e conte Orazio.
AA.VV., Cognomi e Famiglie del Bergamasco. Dizionario illustrato. Supplemento a “L’Eco di Bergamo”, Bergamo, Ottobre-Novembre 2000, p. 31:
Il cognome della famiglia Benaglio, diffuso oggi soprattutto nella zona di Lovere, deriva dal sostantivo augurale “Bene”, alla cui base sono anche i nomi di altre famiglie quali Benetti, Benelli, Benini. Secondo gli storici, il ramo bergamasco dei Benaglio è da far risalire ad Angilberto, fregiato del titolo di conte di Treviglio da Arrigo III nel 1050, proprietario di feudi e con influenze sui territori di Lecco, Olginate, Vercurago e Coliotto. Il casato rappresenta quindi una delle famiglie più antiche della nostra provincia, protagonista delle lotte feudali tra guelfi e ghibellini, e con un ruolo primario nella vita politica e amministrativa. Quando nel 1576, per esempio, Bergamo decise di stabilire un “nunzio” nella città di Venezia a difesa dei propri privilegi presso il governo della Serenissima, Fabrizio Benaglio fu il primo ad essere scelto nell’incarico, con durata di tre anni e compenso di 240 scudi d’oro all’anno.
Fra le generazioni della famiglia si ricordano poi il conte Gerardo, tenente generale della cavalleria leggera veneta nell’assedio di Gradisca nel 1616; Marcantonio, storico del Seicento, autore di una relazione sulla carestia e sulla peste a Bergamo nel 1629-’30; Giovan Battista, conte e arcidiacono, vicario capitolare della Cattedrale. In ambito culturale e artistico Bortolo Belotti cita Antonio, autore cinquecentesco di testi sacri, e Giulio, presidente dell’Accademia cittadina degli Eccitati nel 1600. Più recentemente la famiglia ha avuto fra i suoi componenti monsignor Gaetano Benaglio, vescovo di Lodi nel 1838, Luigi, poeta dialettale, e Roberto, musicista e direttore nei principali teatri italiani nel secolo scorso.
Il cognome ha alla base il nome gratulatorio e augurale bene. Fra le varianti presenti nel Bergamasco ci sono i Benaglia (223 famiglie), i Beni, i Benetti, i Bendotti, i Bene e i Benicchio. Le famiglie Benaglio bergamasche sono 120, residenti soprattutto a Lovere; in Italia se ne contano 200.