Besta
Vittorio Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare italiana, Milano, 1928-32, vol. II, pp. 64-65:
La famiglia dei Besta fino dalla metà del sec. XII appare segnalata con distintivi di onore nella terra di Teglio, che risultò dalla fusione del consortile nobiliare di Besta e della vicinia di Verida. Alla fine del sec. XIII era già divisa in diversi rami, che andarono spenti o mutarono cognome. Emergeva fra tutti il ceppo di MARTINO, morto avanti il 1290, il cui figlio PROTASO fu investito a titolo di feudo onorifico di parecchi beni e regalie che l’arcivescovo di Milano possedeva nel territorio di Teglio, Nigola e Tresivio. Dello stesso feudo gentile, spettante alla famiglia da tempo immemorabile, fu investito il 26 agosto 1444 MESTAINO. Di lui furono figli GIOVANNI, ALVISE, GIACOMO, MATTEO ed AZZO, che il duca di Milano creò propri famigliari il 7 febbraio 1458. Matteo portò la sua residenza in Milano: fu suo nipote GIACOMO FILIPPO ben noto fra gli illustratori della storia milanese. Gli altri fratelli rimasero in Teglio. Furono specialmente cospicue le discendenze di Alvise e di Azzo, spenta soltanto nel sec. XVIII. Alle cure di Azzo, che nell’agosto 1543 rilevò con Azzo Guicciardi tutti i beni dell’arcivescovo di Milano, si deve il palazzo in Teglio, bella costruzione del rinascimento, dichiarato monumento nazionale. Ancor più largamente risuonò il nome dell’altro AZZO, suo nipote, che fu tra i principali campioni della rivoluzione valtellinese fra il 1620 ed il 1639. Accanto a questo ramo centrale si trovano particolarmente distinti i rami derivati dal notaio MARTINO e da ser JACOPO di Pietro. Dal primo discese quell’ANTONIO, che, fattosi protestante, fu ucciso nel 1620. Protestanti rimasero parecchie delle generazioni successive, specialmente nella discendenza di SCIPIONE, che tornò al cattolicesimo solo sulla fine del sec. XVIII. Era invece tornato alla fede avita il fratello suo, TOMMASO; suo figlio CARLO FABIO fu cancelliere della Valtellina. I discendenti di altro TOMMASO, nipote del precedente, presero il nome di Besta de Gatti. A questo ramo appartenne l’ultimo cancelliere della Valtellina GIUSEPPE VINCENZO. Fu suo nipote ex-fratre GIOVANNI NAPOLEONE, gentile cantore della valle nativa. Ebbe pure qualche reputazione di poeta nella seconda metà del settecento PAOLO e più larga orma lasciò di sé come storico, poeta e giureconsulto GIACOMO VINCENZO (1773-1832). La nobiltà di questo ramo, alla quale appartengono FABIO, illustre scienziato ed AZZO ENRICO, professore di storia del diritto nella R. Università di Milano, fu riconosciuta nel 1876. La famiglia è iscritta nell’Elenco ufficiale col titolo di «nobile» per mf. in persona di: AZZO ENRICO, di Carlo, di Ruggiero, di Giacomo; FABIO, di Giacomo, di Giuseppe; Fratelli: Erminia ved. Romedi, GIOVANNI (Giannetto), e i figli di Giovanni: Gabriella, CARLO, FRANCESCO, FABIO, FEDERICO, Agnese, VITURZIO.
a. g. [Alessandro Giulini]
Ivi, Appendice, parte I, p. 353:
Sono iscritti ne! Libro d’Oro della Nob. Ital. e nell’Elenco Uff. Nob. Ital. 1933, col titolo di Nobile (mf.), D. M. di Ricon. 1° febbr. 1896: AZZO ENRICO, di Carlo Ruggero, di Giacomo, di Giuseppe, Professore di Storia del Diritto, n. a Tresivio 30 giugno 1874, spos. 20 luglio 1898 con Elisabetta Di Cagno.
Figli: Francesca, n. 6 maggio 1899; Maria, n. 14 febbraio 1901; CARLO, n. 9 giugno 1903; Beatrice, n. 15 maggio 1905; RUGGERO, n. 3 settembre 1906; BIANCO, n. 25 novembre 1910; DARIO OTTORINO, n. 7 genn. 1913.
Zii, figli di Giacomo, di Giuseppe: FABIO; Erminia ved. Romedi; GIOVANNI (GIANNETTO), n. a Teglio 13 febbraio 1850, spos. 30 genn. 1888 con Benedetta dei Conti Radicati di Primeglio.
Figli di Giovanni (Giannetto): Gabriella, n. 11 dicembre 1888; CARLO, n. 12 dicembre 1889; FRANCESCO, n. 27 maggio 1892; FABIO, n. 2 agosto 1893, spos. 20 novembre 1922 con Maria Alessandra Manfredi; FEDERICO, n. 24 agosto 1895, spos. 5 maggio 1922 con Elisabetta Bianchini; Agnese, n. 19 gennaio 1897; VITUCCIO, n. 24 giugno 1899.
Figlio di Fabio, non iscritto nell’Elenco Ufficiale: FABIO, n. 29 settembre 1893. Figlia di Federico non iscritta nell’Elenco Ufficiale: Carla, n. 13 febbraio 1923.
v. s. [Vittorio Spreti]
Indice
Genealogia
Stemmi
ARMA: Di rosso, troncato da un filetto d’argento; di sopra: al leone illeopardito d’argento, sostenente un cipresso di verde; di sotto: alla fascia d’argento.
MOTTO: Ad nullius pavebit occursum.
Storia
Personaggi
Dimore
Teglie (Sondrio) e Milano
Iconografia
Dipinti e Ritratti
Archivio fotografico
Fonti
Archivi di famiglie e di persone: materiali per una guida, 2: Lombardia-Sicilia, a cura di Giovanni Pesiri, Micaela Procaccia, Irma Paola Tascini, Laura Vallone, Roma, Ministero BBAAC, 1998 (Pubblicazioni degli archivi di Stato. Strumenti; 133), n° 1214.
Bibliografia
PERRONE L., Il palazzo Besta in Rivista archeol. della provincia ed antica diocesi di Como, 1828, f. 94-95.