Bossi
Vittorio Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare italiana, Milano, 1928-32, vol. II, pp. 156-157:
BOSSI
Capostipite di questa antica e nobile famiglia, del cui nome si fregia una delle vie di Milano, è ARNOLDO, esistente nel XIII secolo, abavo di TEODORO, altro dei Capitani della Libertà nel 1447 col fratello LUIGI, bandito e confiscato quale traditore. All’avvento di Francesco I Sforza al ducato di Milano ottenne da questi il feudo di Meleto sul Lodigiano.
Dal predetto Arnoldo discende attraverso diverse generazioni GIOVANNI (1428-1492), versato nelle arti liberali e nelle lettere, sepolto nella chiesa dell’Incoronata in Milano. Fu padre di MATTEO, feudatario di Meleto, conte palatino, di LUIGI († 1482), senatore, di FRANCESCO, cameriere ducale, di DONATO, il noto storico milanese e di ANTONIO, consigliere ducale e senatore, († 1649). Da quest’ultimo proviene Fabrizio, vicario di Provvisione nel 1601, senatore, ambasciatore a Filippo IV, re di Spagna, creato marchese di Musso con diploma 3 luglio 1620. È egli autore di una memoria apologetica su S. Benigno, vescovo milanese, ritenuto appartenente alla famiglia dei Bossi come da sanzione pontificia del 1617 e 1631. Suo figlio GIOVANNI-GALEAZZO († 1684) fu vicario di Provvisione nel 1655, capitano di Giustizia nel 1664, senatore e podestà di Pavia e fu padre di CARLO, vescovo di Vigevano e di FABRIZIO BENIGNO, decurione. Da questi nacque GALEAZZO (n. 1699), pure decurione, vicario di Provvisione nel 1750, marito di Eleonora della Porta dei conti di Rovello. Da essi ebbero origine BENIGNO (1731-1815), I. R. Ciambellano, decurione, dei XII di Provvisione, morto senza discendenza mascolina e GIOVANNI (1735-1802). Il figlio di quest’ultimo, BENIGNO-GEROLAMO (1788-1870) successe allo zio omonimo nel titolo marchionale. Amico del Confalonieri e del Pecchio, partecipò ai moti del 1821 e dovette esulare: fu condannato in contumacia. Divenuto amico dello storico Sismondi, ne sposò nel 1824 la nipote Adelina Bertrand. Si stabilì presso Ginevra, di cui ottenne la cittadinanza e s’occupò d’agricoltura ponendo ivi in atto i sistemi agricoli del suo paese d’origine. Nel 1848 fu inviato dal Governo Provvisorio di Lombardia come suo rappresentante a Londra. Una sorella sua, Virginia, fu madre del conte Carlo, ministro dell’interno, ambasciatore a Londra, presidente del Consiglio di Stato e del generale Raffaele Cadorna. Le sue memorie autobiografiche furono pubblicate nell’Archivio Storico Lombardo, 1890, p. 894 sg. Questo ramo dei Bossi, riconosciuto ne’ titoli spettantigli dal Tribunale Araldico con decreto del 4 agosto 1770, è iscritto nell’Elenco Ufficiale coi titoli di «patrizio milanese», per m. «marchese di Musso», per mpr., col trattamento di don e donna.
Cfr. ASM Araldica e Fam. cel. Ital. di P. Litta, continuaz., fam. Bossi.
a. g. [Alessandro Giulini]
BOSSI
Ha anche questa diramazione come capostipite ARNALDO, dal cui figlio RABALIO, signore di Azzate presso Varese, discende. Di questo ramo è degno di ricordo EGIDIO, podestà di Alessandria, di Bergamo e di Novara, creato senatore dall’imperatore Carlo V. Figli suoi furono FRANCESCO († 1584), governatore di Perugia, vescovo di Gravina, indi di Perugia ed infine, nel 1579, di Novara e MARCANTONIO († 1582), cavaliere aurato. Fu quest’ultimo padre di GEROLAMO, storico e poeta, professore nell’Ateneo di Pavia e di CARLO (n. 1750) barnabita, letterato, coi quali ebbe fine la loro linea. La linea dei Bossi, di Azzate, continuò coi discendenti di BERNARDO, dal quale discese GIULIO († 1880), patriota, esule a Londra ed a Parigi, deputato al Parlamento per Varese nel 1860; ebbe confermata la nobiltà ed il titolo comitale con decreto del Tribunale Araldico 10 marzo 1781 e con sovr. risoluz. del 1816. È iscritta nell’Elenco Ufficiale col titolo di «patrizio milanese» per mp., col trattamento di don e di donna.
Cfr. ASM. Araldica e Fam. cel. Ital. di P. Litta, continuaz., fam. Bossi,
a. g. [Alessandro Giulini]
BOSSI VISCONTI
Questo ramo dell’antica casata milanese dei Bossi aggiunse al proprio il cognome visconteo in seguito alle nozze di FRANCESCO con Isabella Visconti. Fu questi avo di LUIGI (1759-1828), canonico ordinario della Metropolitana, indi, sotto il regime napoleonico, consigliere di Stato, prefetto generale degli Archivi del Regno, ispettore generale della Pubblica Beneficenza, membro dell’Istituto Reale di Scienze e Lettere, cavaliere della Corona Ferrea e conte del Regno d’Italia per lettere patenti 17 settembre 1811: assai dotto scrisse una storia generale d’Italia. Di lui fratello fu altro FRANCESCO, dei XII di Provvisione, che nel 1777 prese in moglie Maria Giulini, figlia dell’istoriografo milanese conte Giorgio. I Bossi Visconti sono iscritti al patriziato milanese e godono il trattamento di don e di donna.
Cfr. ASM., Araldica e Litta, Fam. cel. ital. Bossi, tav. III.
a. g. [Alessandro Giulini]
Indice
Genealogia
Teatro genealogico delle famiglie nobili milanesi: manoscritti 11500 e 11501 della Biblioteca Nacional di Madrid, a cura di Cinzia CREMONINI, Mantova: Gianluigi Arcari, 2003
Stemmi
BOSSI
ARMA: Di rosso, al bue di argento, passante.
BOSSI VISCONTI
ARMA: Partito di Bossi, che è di rosso, al bue di argento, passante e di VISCONTI che è di argento al biscione di azzurro, coronato d’oro ingoiante un putto di carnagione.
Storia
Personaggi
Dimore
Ginevra (Svizzera)
Milano e Como
Iconografia
Dipinti e Ritratti
Archivio fotografico
Fonti
Bibliografia
http://www.treccani.it/enciclopedia/bossi_(Dizionario-Biografico)/
http://www.verbanensia.org/biografie_details.asp?bID=29844&action=B&tipo=2