Bottaini



I Bottaini Capitani di Sovere discendono da Bartolomeo de Capitani di Sovere, nato nel 1341, e derivava dai Mozzo, la potentissima famiglia che discendeva da Appone (985) e risulta presente a Sovere nel 1088. I Mozzo avevano feudi anche nelle valli Cavallina e Canonica e diramandosi avevano già dato origini ai Brusati e ai Federici.
Già nel 1252, con Robacastello, essi erano detti Capitani di Sovere, anche se nella genealogia risulta capostipite Bartolomeo.
Da lui, dopo tre generazioni, ebbero origine i Marenzi di Tagliuno, dopo quattro i Marenzi di Trieste e con la quinta si distaccarono i Maffetti, mentre il ramo primogenito dei Capitani di Sovere aggiunse il nome di Bottaini detti anche di San Gregorio e da loro con la successiva generazioni ebbero origine i Bottaini al Ponte.
È nel ‘500 che si consolida per primo il cognome Bottaini Capitani di Sovere, anche come da Soare. In molti documenti erano indicati come “Domini” e “cives Bergomi”. Essi avevano acquistato beni a Tagliuno che poi passarono ai Marenzi.
I Bottaini di San Gregorio discendono da Bonafino, che abitava appunto in San Gregorio, fu dal 1528 al 1544 Massaro della Misericordia e fece testamento nel 1565 a favore dei suoi 6 figli maschi; di questi, Giovanni (ritratto con la moglie nei busti argentei di Santi a Clusone, dove fu Arciprete suo figlio G Battista) fu padre di Francesco Bonafino (1590 † 1664) e continuò la famiglia sposando nel 1611 M. Elisabetta Lanfranchi; Gio Battista (1593† 1653) fu Iuris doctor, nel 1626 Parroco di Alzano e poi Arciprete di Clusone; Gio Francesco di Francesco B. (1622†1697), notaio, sposò nel 1649 Chiara Maffetti; suo figlio Giovanni (1658 † 1721) fu detto, non si sa perché. Pater patria; da lui discese Francesco Gaetano (1700 † 1764), notaio, che sposò nel 1630 Marta Marinoni, ultima di quella famiglia a Sovere dalla metà 500, il cui patrimonio in parte proveniva dai Foresti. Ebbero 7 figli tra i quali i sacerdoti Gesuiti Francesco (1733 † 1810) e Giuseppe (1765 † 1827); verso il 1744 i loro genitori avevano fatto costruire la Chiesetta di San Francesco a Monte Posse con concessione del parroco di Sovere Bernardino Foresti. La discendenza continuò con il fratello Nicola (1738 † 1797) che sposò Lucrezia Viani Gagliardelli nel 1772. Il figlio Francesco (1773 † 1827) fu scrittore, autore di una vita di Amerigo Vespucci. Avvocato, ebbe un ruolo importante nella Repubblica Bergamasca poi Cisalpina, si trasferì a Milano tra il 1806-8 e di nuovo nel 1814; era amico del prof. Mangili.
Suo fratello Gio Battista (1778 † 1840) fu Deputato comunale nel 1811 e amministratore di Luoghi Pii, istituì una casa di riposo per malati cronici, fu sindaco di Sovere, economista e commerciante di ferro; nel perido napoleonico fu pro presidente della Camera di Commercio di Bergamo; con il fratello Giuseppe (1773 † 1827) risiedeva a Bergamo in B.go S. Antonio.
Giuseppe (1784 † 1849) sposò Rosa Vitalba di Bergamo ed ebbero sei figli. Pubblicò un poemetto per le nozze di Pietro Barilli con Elisabetta Grumelli. La discendenza fu assicurata da Giorgio, mentre senza figli furono Nicola e Mariano; questi fece eredi universali la Sorella Marietta (1835 † 1903) sposata De Capitani, che a sua volta era erede della sorella Carolina (1835 † 1900) e erede Universale la Congregazione di Carità, salvo la casa di S.Giorgio e alcuni terreni ai nipoti.
Giorgio (1819 † 189?) sposò nel 1855 Valeria Bonasoli di Lovere, da cui ebbe tre figli: Paolo (1855 † 1918), Luigia (1862 † 192?) e Giuseppe (1853 † 1928) che sposò nel 1891 Giuseppina Banzolini († 1933) di Lovere, figlia dell’Ing. Gianbattista e della nob. Teresa Camozzi. Laureatosi in giurisprudenza, venne eletto per i cattolici moderati nel l884 e fu Consigliere provinciale nel 1907; gli venne riconosciuto il titolo di conte di Tagliuno e di Telgate come discendente di Venturino Marenzi che tale titolo aveva avuto nel 1440 dai Visconti. Fu inoltre Presidente del Consorzio Medico e Giudice Concilatore; a Sovere fece costruire la cappella gentilizia. Presidente nel 1913, ricevette in tal veste Vittorio Emanuele III che in quell’anno visitò quell’importante Istituto a Bergamo.
Ebbero una sola figlia Teresa (1892 † 1938) che si sposò nel 1911. Dama della CRI, fu attiva nella cura dei feriti della guerra 1915-18; fu inoltre nel comitato dell’assistenza spirituale nella guerra in AOI nel 1935-36. Non avendo figli, lasciò i suoi beni per l’assistenza ai poveri di Sovere. [GPA]
Indice
Genealogia
Genealogia Bottaini de' Capitani di Sovere
Stemmi
ARMA: Bandato d’oro e di bande composte d’azzurro e d’argento, col capo d’oro, carico di un’aquila di nero. (Concessione 25 sett. 1907).
CIMIERO: L’aquila del campo.
Storia
Personaggi
Dimore
Sovere (Bergamo)
Iconografia
Dipinti e Ritratti
Archivio fotografico
Fonti
Bibliografia
Vittorio Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare italiana, Milano, 1928-32, vol. II, p. 159:
Antica famiglia bergamasca de’ Capitani di Sovere. ENRICO (1392-1408) ebbe per figlio VENTURINO, che fu creato conte di Tagliuno e di Telgate con diploma 22 aprile 1440 di Filippo Maria Visconti, duca di Milano. Dal figlio di costui MARENZIO discendono i Marenzi, famiglia nobile bergamasca tuttora fiorente ed insignita pure del titolo predetto, mentre i Bottaini derivano da PECINO, che si fece riconoscere cittadino antico di Bergamo e di Brescia nel 1463. GIUSEPPE con sovrana risoluzione del 1819 riportava la conferma dell’antica nobiltà della famiglia ed altro dello stesso nome con decreto ministeriale 25 settembre 1907 otteneva il riconoscimento del titolo di «nobile» per mf, e di conte di Tagliuno e di Telgate con trasmissione mascolina, titoli coi quali la casata è attualmente iscritta nell’Elenco Ufficiale in persona di: GIUSEPPE, di Giorgio, di Giuseppe; sua figlia Teresa ed i fratelli del predetto Giuseppe: PAOLO e Luisa.
Cfr. ACA.
a. g. [Alessandro Giulini]