Brivio
La famiglia Brivio è originaria, secondo gli antichi genealogisti, di Brunswick. Sarebbe giunta in Italia dalla Germania con l’imperatore Ottone. L’origine germanica della famiglia sarebbe confermata dal nome Todesco o Todeschino ricorrente nelle prime generazioni storicamente documentate e dal motto “ALSO-FEST-VOR-GOTT” che figura in antichi affreschi (Annibale Brivio Sforza, Notizie storico-genealogiche della famiglia, Editrice Nuovi Autori, Milano 2000, p. 16). I moderni genealogisti sono concordi nel far discendere la famiglia dai signori di Airuno, viceconti di Bergamo, che si intitolarono signori di Brivio. Le due tesi tuttavia non si contraddicono l’una con l’altra, poiché Alcherio visconte di Bergamo e signore di Brivio, da cui prese il nome, ebbe rapporti documentati con Ottone. Alcherio di Brivio ebbe il capitanato di Vimercate e i suoi discendenti presero il nome di Capitanei di Vimercate o Vimercati. Nel 1026 la signoria di Brivio fu donata da Ariberto all’abbazia di San Dionigi di Milano, tuttavia il nome di Brivio rimase ad indicare alcune famiglie discendenti da Alcherio. Ambrogio è il documentato capostipite della famiglia Brivio patrizia milanese. Proprietario di beni in Zivico, nel 1251 ne riscattò dai della Torre la decima. Venuta dal contado dovette essere tra le famiglie nobili cacciate dai della Torre. Parteggiò quindi per Ottone Visconti, che nel 1277 la incluse nell’elenco della casate milanesi che avevano diritto di essere ammesse al canonicato della metropolitana.
A metà del XIV secolo, Franzino Brivio fu tra i riformatori degli statuti milanesi. Al principio del secolo successivo, Delfino Brivio è ricordato dagli storici come uomo di grande influenza nel governo di Gian Galeazzo Visconti, ed in quello del figlio Giovanni Maria, secondo duca di Milano. Giuseppe Brivio fu ordinario della Metropolitana e dettò i distici per l’iscrizione del monumento eretto nel Duomo di Milano a papa Martino V. Membri della famiglia Brivio servirono la Repubblica Ambrosiana. Tra loro fu Lancilotto. Numerosi quelli che fecero parte del capitolo metropolitano, furono tra i deputati della fabbrica del Duomo, dell’ospedale maggiore, dei luoghi pii di assistenza e beneficenza. Sotto Lodovico il Moro, la famiglia Brivio ebbe cariche cospicue. Così come nel periodo spagnolo. Sforza, figlio di Dionigi (1530-1612), fu commissario dell’esercito, ambasciatore presso il pontefice e presso il re cattolico. Galeazzo divenne generale degli Umiliati nell’anno 1599 e Giovanni Battista vescovo di Cremona nel 1610. Nel 1627, i Brivio ottennero dal Filippo IV, col feudo, anche il titolo di marchese di S. Maria in Prato.
Nel 1807 il marchese Cesare (1750-1827) fu propodestà della città di Milano e rappresentò la città nella solenne cerimonia del 14 ottobre di quell’anno per la collocazione della prima pietra dell’arco trionfale, detto del Sempione. Il nipote Giacomo (1819-1901) partecipò alla prima guerra di indipendenza, arruolandosi nell’esercito piemontese dove fu nominato tenente dei Dragoni Lombardi. Nell’età matura fu molto attivo nella promozione dell’agricoltura lombarda e membro della Società Agraria. Nel 1870 fu tra i promotori della Banca Lombarda. Protagonista delle vicende famigliari nel XX secolo fu il marchese Annibale (1892-1988). Fu ufficiale volontario della Milizia territoriale e nel novembre del 1915 prese servizio nel I Reggimento Genio Zappatori. Nel 1930 fu nominato da Vittorio Emanuele III gentiluomo di corte di S.A.R. la principessa di Piemonte. Dopo il secondo conflitto mondiale fu attivo nella vita economica e culturale milanese e italiana. Presidente della Banca Lombarda nel 1947, della Società Storica Lombarda dal 1968, del corpo della Nobiltà Italiana dal 1967 (?). Nel 1917 sposò Marianna Trivulzio (1895-1979). Dal loro matrimonio nacquero Giacomo, Angelina, Luigi Alberico, Maria Isabella, Giovanni Francesco e Margherita.
(Elena Puccinelli)
Vittorio Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare italiana, Milano, 1928-32, vol. II, pp. 186-188:
Antica famiglia patrizia milanese, iscritta nella matricola d’Ottone Visconti, che ha per capostipite conosciuto FRANZINO di Todesco, altro de’ compilatori degli Statuti del 1351.
GIACOMO STEFANO († 1484), discendente di Franzino, dispose col suo testamento che venisse eretta in S. Eustorgio la monumentale cappella, che servir doveva di avello gentilizio alla famiglia sua. Il suo secondogenito, ALESSANDRO († 1506), fu cameriere ducale, capitano generale dell’esercito ducale e padre di CARLO (n. 1495), decurione, dei XII di Provvisione, il quale vendette a Francesco I re di Francia, l’area per l’erezione in Zibido della cappella commemorativa della celebre battaglia, detta de’ Giganti, avvenuta a Melegnano nel 1515. Di CESARE (1449-1554), dì lui fratello, fu abiatico altro CARLO († 1608), che nel 1605 riacquistò i beni di Zibido, detti della Vittoria, che rimangono tuttora in possesso della famiglia, glorioso ricordo di quella pugna memoranda; fu pure dei XII di Provvisione ed appartenne all’Accademia degli Inquieti. Il figlio suo, IPPOLITO (1599-1665) partecipava al celebre carosello svoltosi nel 1649 nel cortile del palazzo ducale in onore di Maria Anna d’Austria, sposa a re Filippo IV e fu bisavo di ANNIBALE (1726-1803), col quale si estinse il suo ramo.
LUIGI († 1509), fratello del surricordato Alessandro, giureconsulto collegiato lettore a Pavia, questore del Magistrato Straordinario, fu da Luigi XII eletto senatore, ma il ramo suo finì pure nella prima metà del sec. XVII.
GIO. FRANCESCO († 1517) fratello primogenito dei suddetti Luigi ed Alessandro, aulico ducale, fu fedele partigiano di Massimiliano Sforza e nel 1513 ebbe dal medesimo in feudo Melegnano, che poi in seguito i Brivio perdettero. Egli dispose per testamento l’erezione di una cappella gentilizia in S. Satiro, ove i discendenti suoi trovarono sepoltura fino alla fine del sec. XVIII, mentre quelli de’ fratelli suoi usufruirono dell’avello gentilizio in S. Eustorgio. Il figlio di lui, DIONIGI (1508-1580), dei XL decurioni, dalla madre, Margherita Landriani, nota per la sua devozione agli Sforza, allevato nella fedeltà alla famiglia ducale, seguì Francesco II nell’esilio facendo di poi ritorno a Milano quando quest’ultimo riacquistò lo Stato. Caduta la dinastia sforzesca, Dionigi dal nuovo signore fu eletto senatore nel 1549. Fu padre di SFORZA (1530-1612), che nel 1576 venne inviato quale oratore della città di Milano presso il re di Spagna e nel 1580 presso il granduca di Toscana: dei LX decurioni, nel 1589 fu nominato commissario generale dell’esercito e nel 1609 chiamato a far parte del Consiglio Segreto. Condiscepolo ed amico intimo di S. Carlo Borromeo, che più volte ospitò nella Rocca presso Melegnano, fu presente agli estremi istanti del santo presule e-fu altro di quanti furono chiamati a deporre nei processi della canonizzazione. De’ figli suoi GIO. BATTISTA (1560-1621) divenne vescovo di Cremona, CESARE († 1634), decurione, questore del Magistrato Ordinario, nel 1627 ebbe il titolo di marchese appoggiato al feudo di S. Maria in Prato con trasmissione primogeniale maschile, per reale diploma, 2 agosto, interinato il 2 settembre dell’anno medesimo. LUIGI (1617-1676), fu decurione, vicario di Provvisione nel 1657, autore di qualche lavoro poetico ricordato dall’Argelati e bisavo di SFORZA (1722-1799), che, decurione nel 1796 all’entrata de’ francesi in Milano, fu risparmiato per la tarda età di essere preso come ostaggio unitamente agli altri componenti il Consiglio Generale della città. GIACOMO († 1901), come volontario fece la campagna del ‘48; nel 1889 fece stampare una monografia intorno all’Origine e vicende della cappella espiatoria francese a Zibido presso Melegnano. Riconosciuti nella nobiltà e ne’ titoli con sovr. risoluz. 1817 e 1827. Il di lui figlio CESARE fu preso in ostaggio de’ francesi, fu vicario di Provvisione, podestà di Milano, cavaliere ereditario del Regno d’Italia. Attualmente i Brivio sono iscritti nell’Elenco Ufficiale coi titoli di «nobile patrizio milanese» per m. e di «marchese di S. Maria in Prato» per mpr. e col trattamento di don e di donna. Vestì l’abito di Malta. La famiglia è attualmente, rappresentata da:
Ramo primogenito:
ANNIBALE, n. 1892, di Giacomo, dec. della croce di guerra e delle campagne 1916-17-18, spos. a donna Marianna dei principi Trivulzio, da cui: GIACOMO LUIGI, n. 1918, Angelena, n. 1919, LUIGI ALBERICO, n. 1921, Maria Isabella, n. 1923, GIOVAN FRANCESCO, n. 1926. Sorella: Luisa, n. 1887, spos. marchese Claudio di Seyssel d’Aix. Nipoti: figlie del fratello consanguineo march. Cesare: Teresa, n. 1886, spos. conte Ugo Gabrielli di Carpegna, Giacomina, n. 1893, Beatrice, n. 1895, spos. conte Alessandro Sagramoso. Ramo secondogenito, discendenti dal secondo matrimonio del bisavo DANESE, n. 1872, spos. donna Matilde Boglietti da cui: ANTONIO, n. 1907, FRANCESCO, n. 1864, spos. donna Carolina Allevi, DOMENICO, n. 1877, spos. Donna Maria Carones, GIUSEPPE, n. 1868, spos. donna Diana de Bionne, ALESSANDRO, n. 1871, GIOVAN BATTISTA, n. 1863.
Cfr. ASM., Araldica e Fam. nob. milan.
a. g. [Alessandro Giulini]
Ivi, Appendice, parte I, pp. 433-434:
Sono iscritti nel Libro d’Oro della Nob. Ital. e nell’Elenco Uff. Nob. Ital. 1933, coi titoli di Marchese di Santa Maria in Prato (mpr.), Patrizio Milanese (m.), Trattamento di Don e Donna, in virtù del D. C. G. di Ric. 12 ottobre 1929:
ANNIBALE, di Giacomo, di Annibale, di Cesare, Ing. Civile, Tenente di Complemento nel Genio, decorato Croce di Guerra 1915-1918, Cav. Mauriziano, nominato da S. M. il Re d’Italia con Decreto 8 gennaio 1930, unitamente con la Consorte, rispettivamente Gentiluomo di Corte e Dama di Palazzo di S. A. R. la Principessa di Piemonte, nato a Milano 3 luglio 1892, spos. 23 maggio 1917 con Donna Marianna dei Principi Trivulzio. Figli: GIACOMO LUIGI, n. a Milano 24 luglio 1918; Angela Maddalena (Angelena), n. ivi 31 luglio 1919; LUIGI ALBERICO, n. ivi 18 giugno 1921; Maria Isabella, n. ivi 12 gennaio 1923; GIAN FRANCESCO, n. ivi 11 settembre 1926; Margherita Maria, n. ivi 7 agosto 1930.
Sorella: Luigia, n. a Milano 1° dicembre 1887, spos. 26 giugno 1911 col Marchese Claudio di Seissel d’Aix di Sommariva, Colonnello del R. Esercito, † agosto 1930.
Fratello consanguineo nato dal primo matrimonio del padre con la Marchesa Maria, nata Castelbarco Albani Visconti Simonetta: CESARE, n. a Como 15 settembre 1857, morto a Milano 15 maggio 1925, spos. in prime nozze il 7 aprile 1880 con Giuseppina dei Conti Medolago Albani, morta 13 marzo 1913; in seconde nozze 22 aprile 1914 con Camilla Broggini.
Figlie del primo letto: Maria Ippolita, n. 1° luglio 1885, morta 28 giugno 1920, spos. 11 ottobre 1913 col Conte Ugo Gabrielli di Carpegna; Teresa, n. 18 gennaio 1887, sposata nel settembre 1923 col Conte Ugo Gabrielli di Carpegna; Beatrice, n. 6 febbraio 1895, spos. 7 giugno 1918 col Conte Alessandro Sagramoso.
GABRIO, di Giovanni Battista, di Cesare, n. 3 maggio 1833, † 5 luglio 1903, Dottore in Legge e Notaro, spos. 16 Ottobre 1871 con Luisa dei Baroni Florio di S. Cassiano.
Figli: Isabella, n. 8 agosto 1872, spos. nel 1905 col generale medico Giambattista Callegari; DANESE, n. 28 settembre 1873, spos. con Matilde Boglietti, morta nel settembre 1926.
Figlio di Danese: ANTONIO SFORZA, n. nel 1905.
GIUSEPPE, di Francesco, di Cesare, n. 26 agosto 1839, morto 19 gennaio 1900, spos. 11 aprile 1863 con Carolina Gola.
Figli: FRANCESCO, n. 23 gennaio 1864, Colonnello Medico, spos. con Carolina Alievi già ved. Robecchi; Maria Elisabetta, n. 2 maggio 1865, religiosa nelle Sacramentine di Monza; Teresa, n. 20 gennaio 1867; DOMENICO, n. 8 luglio 1868, spos. 14 aprile 1894 con la nob. Caterina Calvi.
Fratelli: STEFANO, n. 11 febbraio 1844, spos. nel 1866 con la nob. Claudia Maria dei Conti Barbiano di Belgioioso; LUIGI, n. 11 aprile 1854, sposato con la Nobile Caterina Teresa dei Conti Barbiano di Belgiojoso.
Figli di Stefano: GIUSEPPE, n. 27 gennaio 1868, spos. con Diana de Bionne; Maria.
Figli di Luigi: ALESSANDRO, n. 6 febbraio 1871; FRANCESCO; GIOVANNI BATTISTA, n. 4 marzo 1883; Margherita; Carmelita; Carolina.
v. s. [Vittorio Spreti]
Indice
Genealogia
Teatro genealogico delle famiglie nobili milanesi: manoscritti 11500 e 11501 della Biblioteca Nacional di Madrid, a cura di Cinzia CREMONINI, Mantova: Gianluigi Arcari, 2003
Stemmi
ARMA: Di rosso, inquartato: il 1° e 4° alla mano di carnagione (destra nel 1°, sinistra nel 4°) tenente un sasso al naturale, sostenuta da un breve d’argento svolazzante in sbarra e scritto col motto Also, fest; al 2° e 3°, ai carciofi al naturale fioriti di oro, sostenuti da un breve di argento, svolazzante in banda e scritto col motto: Vor, gott. Sul tutto, di azzurro, a due branche di leone, d’oro, recise in croce di S. Andrea, col capo dell’Impero. (Alias): d’azzurro alle due branche di leone d’oro, recise in croce di S. Andrea, col capo dell’Impero.
CIMIERO: L’aquila di nero, nascente, coronata d’oro.
Storia
Personaggi
Dimore
Milano
Iconografia
Dipinti e Ritratti
Archivio fotografico
Fonti
Archivi di famiglie e di persone: materiali per una guida, 2: Lombardia-Sicilia, a cura di Giovanni Pesiri, Micaela Procaccia, Irma Paola Tascini, Laura Vallone, Roma, Ministero BBAAC, 1998 (Pubblicazioni degli archivi di Stato. Strumenti; 133), n° 1236.
Bibliografia
Felice Calvi, Famiglia notabili milanesi, Vallardi, Milano 1875-1885.
Annibale Brivio Sforza, Notizie storico-genealogiche della famiglia, Editrice Nuovi Autori, Milano 2000.
http://www.treccani.it/enciclopedia/ricerca/brivio/Dizionario_Biografico/
http://www.verbanensia.org/biografie_details.asp?bID=29849&action=B&tipo=2