Buttafava
Vittorio Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare italiana, Milano, 1928-32, vol. II, p. 217:
Famiglia originaria di Melegnano, che ottenne la concessione della nobiltà per R. D. 10 agosto 1893, dello stemma con altro R. D. 18 novembre dell’anno stesso, susseguiti da RR. LL. PP. 14 marzo 1894.
I Buttafava sono iscritti nell’Elenco Ufficiale col titolo di «nobile» per mf. nelle seguenti linee:
1° ANDREA, di Giuseppe, di Giovanni ed i suoi fratelli: Giovanna, GIUSEPPE, Antonia. 2° Teresa, di Gerolamo, di Giambattista. 3° Giuseppa, di Gaetano, di Giambattista. 4° CRISTOFORO, di Giuseppe, di Cristoforo, ed il di lui fratello: ENRICO.
Cfr. ACAL., a. n.
a. g. [Alessandro Giulini]
Ivi, Appendice, Parte I, pp. 450-453:
Famiglia di antichissimo nome che trae le sue origini nel Piacentino e nella Valle di Taro e della quale se ne ha menzione sin dalla prima metà del dodicesimo secolo.
In un documento notarile, redatto in Fiorenzuola d’Arda il 27 marzo 1136, figura un Johannis Butafaba quale testimonio di stipulazioni. Tale documento si conserva nell’Archivio di Stato di Parma (Reparto Museo Diplomatico) e dice testualmente: «In testificacione quidem predicti Maliparentis, Pedisasinini... Johannis Butafaba, Johannis de Medolano et presencia archipresbitero de Altisville Lanfranco nomine et iuxta ipsam ecclesiam, Trancredus filius su pradicti Oberti marchionis confirmavit hanc offersionem et donationem sub omnibus et conventionibus et pactionibus.»
Fino dai primi anni del 1400 vi è notizia di un Iacopinus Buttafava, il di cui figlio ANTONIO è menzionato in un documento del notaio di Piacenza Lorenzo de Rubeis in data 19 agosto 1465, quale altro dei testimoni intervenuti ad un pagamento che ricevette Ettore da Ripalta, famigliare ducale et strenuus vir.
Come risulta da istromento del notaio Iacobus de Perego, esistente presso l’Archivio di Stato di Parma, del 10 novembre 1467, Guglielmus de Butafaba, Sapiens et Consiliarius Burgi Vallis Tari (carica togata di alta importanza in quei tempi) giurò, con altri conterranei e con altri Savi o Sapientes, fedeltà allo Sforza, Duca di Milano.
Più tardi, quando il Duca mandò Giacomo Trivulzio a devastare quelle contrade, si ha ragione di ritenere che i Buttafava siano stati costretti ad esulare, come altre principali famiglie; ritornando tuttavia dopo qualche tempo, ma precariamente.
Da atto 20 ottobre 1487 emerge che un Buttafava, abitante in villa Pontulo di Borgo Val di Taro, aveva prestato alcuni ducati d’oro ad alcuni provvisionali del Duca onde ottenere che recedessero dall’asportare i beni di alcuni terrieri che erano stati banditi dal territorio.
Circa un titolo comitale che i Buttafava avrebbero avuto in Borgo Val di Taro, ne esiste traccia nell’Archivio di famiglia, ma a tutt’oggi non si è ancora provato il legittimo possesso per gli attuali rappresentanti.
Intorno al 1500 la famiglia Buttafava, i di cui rami attuali sono qui sotto indicati, prese stabile dimora nel milanese e precisamente in Melegnano e dintorni dove ebbe vasti possedimenti; da documenti del XVI secolo (Rogiti notaio Barbavara: 1596), risulta che la stessa famiglia (GREGORIO de Buttafavis) aveva inoltre possessioni in quel di Annone. In principio del 1800 la famiglia si trasferì a Milano. Emerse sempre per illuminate e cospicue beneficenze ad Istituti ed Opere Pie in Melegnano, a Milano, nel Varesotto e nella Brianza, fondando fra l’altro a proprie spese, l’ospitale di Cassano Magnago ed una cappellania di patronato della Casa, ed erigendo la facciata della Chiesa Parrocchiale di Carate Brianza ove esiste una lapide commemorativa.
Membri della famiglia sono ricordati con lapidi presso la Biblioteca Ambrosiana e presso Istituzioni diverse e con quadri presso l’Ospitale Maggiore e l’Orfanotrofio maschile di Milano e presso gli Ospitali di Melegnano e Cassano Magnago, Opere Pie di Carate Brianza, ecc. Una stazione denominata Buttafava sulla linea Monza-Molteno, ricorda un’antica villa della famiglia esistente in quella località.
La genealogia documentata risale ad un DOMENICO, nato in Melegnano e morto prima del 1596; ebbe questi tre figli: un PIETRO MARTIRE, un GREGORIO che risulta abitante in Melegnano pur avendo larghi possessi in terra di Annone di Brianza e un GIOVANNI che fu erede del fratello Gregorio con testamento dello stesso 24 gennaio 1596 per notaro Barbavara di Milano. Detto Giovanni era nato in Melegnano verso il 1560 ed ivi abitante, sposato con Angela de Ferraris, dotò le figlie come da atto 15 marzo 1612. Da altro atto del 1596 del notaro Barbavara di Milano, risulta che il predetto Giovanni vendette alcuni dei possedimenti situati in terra di Annone. Dal suo matrimonio nacquero: Giovannina, che testò il 30 giugno 1625; Ippolita, n. in Melegnano il 14 marzo 1591 e che sposò un Giovanni de Alcheri; ERCOLE che sposò Drusiana de Rossi ed infine GIACOMO ANTONIO AUGUSTO, detto de’ Rovidi, che fu esecutore testamentario della sorella Giovannina. Questi fu padre, fra gli altri, di GIOVANNI BATTISTA, nato in Melegnano il 25 settembre 1612, dal quale nacquero GIOVANNI PIETRO BATTISTA, nato ivi 11 dic. 1640 e che non risulta abbia avuto discendenza; Caterina Giovanna, nata ivi 11 aprile 1643 ed infine CARLO ANTONIO, detto il Roveda, nato pure a Melegnano il 9 novembre 1645 e che per due volte andò a nozze ed ebbe quattro figli dei quali ebbe discendenza GIOVANNI BATTISTA PIETRO, nato ivi 29 giugno 1686 e che sposò Francesca Corti dalla quale nacque fra gli altri GIOVANNI ANTONIO, nato ivi il 10 aprile 1713, sposato con Marianna de’ Martini e-risulta proprietario di vaste tenute agricole. Ebbe questi numerosa prole fra cui GIOVANNI BATTISTA DESIDERIO, nato ivi il 25 giugno 1765 e morto il 10 agosto 1810, che fu sindaco di Melegnano e sovvenzionò largamente quel Comune dedicandosi allo sviluppo agricolo; il 10 novembre 1789 sposò in Codogno Teresa Mola, sorella del Vescovo di Bergamo Mons. Pietro, che era nata in Codogno il 31 dicembre 1773 e morì in Milano il 1° gennaio 1853 nella casa sita in Porta Romana al numero 42-45. Fu questa donna dedita ad opere pie che largamente beneficò sia in Melegnano, Cassano Magnago e Milano, istituendo, in memoria del marito, una cappellania di patronato Buttafava assegnandovi in dote perpetua la possessione di Tribiano; soppresso il beneficio per successive leggi, se ne devolse il ricavo a favore della Chiesa di S. Nazaro in Milano per messe perpetue. Numerosa fu la prole del citato Giovanni Battista Desiderio che fu padre di ben quattordici figli: CESARE, n. a Melegnano 8 aprile 1791, sacerdote, † il 10 settembre 1846, e che con testamento 23 agosto 1846 legò parte del suo patrimonio a pie istituzioni; Maria Elisabetta, n. ivi 23 giugno 1792; Angiola Margherita Paola, n. ivi 19 agosto 1793; ANTONIO, n. ivi 16 ottobre 1794, pure sacerdote, † il 21 giugno 1833, e che con suo testamento 19 giugno 1833 legò una dote perpetua per le ragazze povere di Melegnano; Marianna Savina, n. ivi 11 dicembre 1796; GEROLAMO n. a Melegnano 23 dicembre 1797 e morto a Milano nel suo palazzo di Via Monte di Pietà 24, il 3 aprile 1875, marito di Isabella Mangiagalli che a proprie spese fece erigere l’attuale facciata della chiesa di Carate Brianza, nell’interno della quale vi è una lapide che ricorda l’atto munifico, ed entrambi i coniugi sono tumulati in una cappella del cimitero di detto paese, ed essi generarono un’unica figlia Teresa andata sposa al nobile Giuseppe Delmati e testé defunta; CRISTOFORO, seguente, continuatore della linea primogenita; Marianna n. a Melegnano il 9 gennaio 1801, moglie di Aldo Ferrari di Piacenza; Maria Elisabetta, nata ivi 1° aprile 1802, e ricordata in una lapide del cimitero di Cassano Magnago; Rosa, n. ivi 11 novembre 1803 che andò sposa al Nobile Carlo Martignoni, e che nel 1873 fece una donazione all’Ospedale di Melegnano e fu sepolta nella cappella a Cassano Magnago e poi traslata col fratello Andrea nella cripta della villa di Desio; ANDREA, n. a Melegnano il 18 aprile 1805, sacerdote, morto in Milano 10 luglio 1889, uomo largamente benefico, che fondò l’Ospedale di Cassano Magnago come risulta dal suo testamento nei rogiti del Dott. Augusto Porro di Milano, istituì legati per l’Ospedale di Melegnano, per congregazioni, asili, opere pie, e costruì una cappella di famiglia in Cassano Magnago, demolita poi per soppressione di quel cimitero; GAETANO, nato a Melegnano il 2 maggio 1806, † a Milano il 13 aprile 1878, che il 4 settembre 1837 sposò Francesca Valentini e con suo testamento erogò la somma di L. 30000 all’Ospedale di Melegnano ed ebbe dalla moglie un’unica figlia, Giuseppa, testé defunta nubile; PIETRO, dottore in chimica, n. ivi 2 febbraio 1808, † a Lonate Pozzolo 1° giugno 1892, marito di Angela Puricelli dalla quale ebbe una unica femmina: Giuseppina in Arnaboldi; GIOVANNI, ultimo figlio, dottore in legge, n. a Melegnano il 26 gennaio 1811, † il 27 febbraio 1873, marito di Antonietta Gottardi ed autore della linea secondogenita della famiglia, tuttora fiorente.
Linea primogenita
CRISTOFORO, di Giovanni Battista Desiderio, n. a Melegnano il 20 giugno 1799 e morto a Milano il 27 dicembre 1872, ingegnere, coprì cariche pubbliche a Milano ed a Caronno Milanese e di lui vi è un monumento nel Cimitero Monumentale di Milano. Sposò in prime nozze, nell’agosto 1831, Giuseppina Tirelli, nipote di quel Carlo Tirelli proprietario della Villa di Mombello che passò poi alla provincia di Milano e fu adibita a manicomio. Nel marzo 1847 sposò in seconde nozze Giovanna Ristori. Dal primo matrimonio ebbe GIUSEPPE, seguente, continuatore della linea; Maria Teresa, n. a Milano nell’agosto 1833 e † il 26 aprile 1843; Giovanna, n. ivi nell’agosto 1834, maritata Biffi e della quale vi è un monumento nel Cimitero Monumentale di Milano; GIOVANNI ENRICO, detto ENRICO, ingegnere, n. a Milano il 21 dicembre 1835 e ivi morto il 27 dicembre 1911, Tenente colonnello d’artiglieria, che fece tutte le campagne dell’indipendenza riportando medaglie e decorazioni, fu sindaco di Caronno Milanese ove è ricordato in una lapide posta in quell’asilo e coprì altre importanti cariche morendo senza discendenza. Dal secondo matrimonio ebbe Giulia, n. a Milano il 6 aprile .1848, che sposò Alberto de’ Capitani d’Arzago, di illustre ed antica famiglia milanese e della quale il vivente figlio Marchese Giuseppe fu Ministro, Podestà di Milano, Presidente della Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde, attualmente (1935) vice-presidente del Senato, ecc. GIUSEPPE, di Cristoforo, continuatore della linea primogenita, notaio, nacque in Milano (S. Eufemia), il 3 agosto 1832 e morì in Milano il 3 aprile 1894. Sposò la nobile Elisa della Croce il 5 aprile 1864, dell’illustre famiglia distintasi nelle crociate, morta in Milano il 29 novembre 1934, entrambi sepolti nella cappella della famiglia a Caronno Milanese. Dal suo matrimonio discesero gli attuali rappresentanti del ramo primogenito.
Linea secondogenita
GIOVANNI, di Giovanni Battista Desiderio, dal suo matrimonio con Antonietta Gottardi ebbe otto figli: ANDREA, chierico, n. il 16 agosto 1843 e † a S. Giuseppe di Desio il 29 settembre 1865; GIUSEPPE, n. il 30 marzo 1845 e † a Milano il 19 maggio 1907, sindaco di Misinto, valoroso ingegnere che ampliò la bella cupola della chiesa di Desio e sposò Rosa Gottardi e continuatore del ramo secondogenito; ERNESTO, sacerdote, n. a Milano 8 agosto 1847, † a S. Giuseppe di Desio il 6 gennaio 1914, uomo assai benefico; FRANCESCO, n. a Salerano il 27 settembre 1850, morto improle a S. Giuseppe di Desio il 10 ottobre 1922, benefattore di quell’Ospedale; CARLO, n. 7 marzo 1852, sacerdote, parroco di Galgiana Brianza, anche questi uomo di larga beneficenza, creato Monsignore e poi nel 1924, Cameriere Segreto di S. S. Pio XI e morto a S. Giuseppe di Desio il 16 gennaio 1934, egli costruì nella villa una cripta nella quale fu tumulato con altri del suo ramo; Giovanna, n. il 4 dicembre 1861, † il 26 dicembre 1863; Emilia, che sposò il rinomato architetto, ingegnere, Achille Sfondrini, costruttore, fra i più bei teatri d’Italia, del Costanzi di Roma, del Lirico di Milano e del Verdi di Padova; Adele, che andò sposa ad Alessandro Rizzi. La famiglia è iscritta nel Libro d’Oro della Nob. Ital. e nell’Elenco Uff. Nob. Ital. 1933, col titolo di Nobile (mf.) in virtù del R. D. 10 agosto 1893 e RR, LL. PP. 14 marzo 1894; per i discendenti da GIAMBATTISTA DESIDERIO (n. 1765):
Ramo primogenito
CRISTOFORO, di Giuseppe, di Cristoforo, di Giovan Battista Desiderio, n. a Milano 29 dicembre 1864, † ivi 11 luglio 1914, R. Notaio, spos. nel dicembre 1893 con Orsola Sala.
Figli: GIUSEPPE, n. a Milano 9 ottobre 1895, Tenente aviatore nella grande guerra 1915-1918, campione internazionale, come il padre, nelle gare di tiro a volo; ANDREA, n. a Triuggio, 5 settembre 1902; ENRICO, n. a Milano 20 dicembre 1907. Altre figlie non iscritte nell’Elenco 1933: Elisabetta spos. con Sandro Capretti; Matilde, spos. con l’arch. ing. Ernesto Bontadini.
Fratello: ENRICO, n. a Tirano, 15 dicembre 1869, avvocato, R. Notaio in Milano, Commendatore della Corona d’Italia e dell’Ordine Equestre del S. Sepolcro, Membro del Consiglio notarile di Milano, ecc., Fabbriciere della Parrocchia di Tirano, spos. a Milano il 26 luglio 1916 con la Nob. Anna Oltrona Visconti, n. a Milano 7 ottobre 1882. Figlio di Enrico: UBERTO CRISTOFORO, n. a Milano 1919.
Ramo secondogenito
ANDREA ADELFO, di Giuseppe, di Giovanni, di Giovanni Battista Desiderio, n. a Milano 13 ottobre 1880, avvocato, Membro della Fabbriceria della perinsigne Basilica di S. Ambrogio in Milano, spos. ivi (S. Ambrogio) con Maria Venanzio il 6 marzo 1905.
Figli: FEDERICO, n. a Milano 29 novembre 1905, dottore in legge; GIUSEPPE, n. ivi 26 aprile 1912.
Fratelli: Giovannina, n. a Milano 7 dicembre 1878, spos. con Giuseppe Sironi; GIUSEPPE, n. a Milano 6 gennaio 1883, professore in Sacra Teologia e Belle Lettere, Monsignore Mitrato della Metropolitana di Milano; Antonietta n. a Milano 18 febbraio 1887, sposata con l’avv. Francesco Gottardi.
Sono inoltre iscritte nel Libro d’Oro della Nob. Ital. e nell’Elenco Uff. Nob. Ital. del 1933, col titolo di Nobile (pers.): Teresa, di Girolamo, di Giovanni Battista Desiderio, n. a Milano 2 dicembre 1838, morta a Carate Brianza 21 agosto 1914. Giuseppa, di Gaetano, di Giovanni Battista Desiderio, defunta.
v. s. [Vittorio Spreti]
Indice
Genealogia
Stemmi
ARMA: Troncato: nel 1° d’oro all’aquila di nero; nel 2° d’azzurro al palo d’argento caricato di un ramo di palma di verde, movente dalla punta e accostato da due leoni d’oro affrontati.
SVOLAZZI: D’argento e di rosso.
(R. D. 18 novembre 1893 e RR. LL. PP. 14 mar so 1894).
Lo scudo sarà pei maschi sormontato da elmo e corona da nobile, ornato di cercine e svolazzi d’argento e di rosso e per le femmine, omessi l’elmo e. gli svolazzi, sarà sormontato dalla sola corona da nobile e posto fra due rami di palma al naturale divergenti e decussati sotto la punta dello scudo.
Storia
Personaggi
Dimore
Milano, San Giuseppe di Desio e Tirano