Caccia
Vittorio Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare italiana, Milano, 1928-32, vol. II, p. 224:
Illustre famiglia che diramò largamente a Novara, Milano, Piacenza, Firenze ed altrove. Un LUCA, novarese, fu ascritto nel 1670 alla nobiltà romana; altri di altro ramo ebbero dopo la riforma del 1589, il patriziato alessandrino; un ramo, stabilitosi a Parigi, finì col ten. generale e balì di Malta, MASSIMILIANO, morto a Roma nel 1891. Numerosi i cavalieri gerosolimitani; numerosi i personaggi insigni della casata, nei vari rami di Romentino, Varallo Pombia, Arona, Celtignaga, Landiona, Sillavengo, Camiano, ecc. Estinti i più; fiorenti tuttavia i rami di Romentino, di Sillavengo e di Varallo Pombia.
Ramo di Varallo Pombia.
TITOLI: Conte (mpr.); nobile (mf.) per il patriziato novarese.
La linea trae inizio da ERCOLE che sposava nel 1590 Anna Nibbia. Remoto loro discendente è quel GIUSEPPE ANGELO FRANCESCO Caccia (n. Novara, 31 magg. 1789; † Torino, 24 febbr. 1863) che entrato nella carriera delle finanze vi raggiunse i sommi gradi di Primo ufficiale delle finanze (24 sett. 1831) e di Ispettore generale del R. Erario (30 ottobre 1832). Per le istanze dello zio conte Tornielli e per rimunerazione dei servigi resi nella liquidazione del Monte Napoleone, fu creato conte (mpr.) per Patenti 22 marzo 1834. Sposò in prime nozze Marianna Basilio; in seconde nozze, Ernestina Turinetti di Priero, dalla quale ebbe PIETRO STANISLAO ultimo maschio della linea, morto celibe a Milano il 26 ott. 1904; onde il titolo comitale deve ritenersi finito.
PIETRO STANISLAO †, di Francesco.
Ramo di Romentino.
TITOLI: Conte di Romentino (mpr.); nobile (mf.) (patriziato novarese); nobile (mf.) (patriziato tortonese).
Trae le origini da SIGNORINO, che acquistava Romentino il 7 dic. 1533. Oltre due secoli dopo, il feudo era eretto in contea a favore di ANTONIO MARIA Caccia (n. Novara, 25 ottobre 1725), che, per convocato 29 genn. 1774 veniva ascritto al decurionato tortonese. Nacque da lui GAUDENZIO MARIA (n. Tortona, 5 novembre 1765; † Torino, 21 ott. 1834), che fu consigliere di Stato del regno d’Italia e barone dell’impero francese. La discendenza è tuttavia rappresentata:
MARCO ANTONIO, di Gaudenzio, di Marco Antonio.
m. z. [Mario Zucchi]
Ivi, Appendice, Parte I, pp. 458-460:
Il Vaerini (Scrittori di Bergamo; M.ss. nella Biblioteca Civica di Bergamo) dà notizie di un GIROLAMO Caccia di Gandino, figlio di Giovan Maria e di Chiara Giovanelli, dotto nelle scienze filosofiche e politiche, nella medicina, nella storia e nelle lingue, medico dell’imperatore Rodolfo, di Sigismondo e Uladislao di Polonia, ed inoltre Elemosiniere e Bibliotecario di quest’ultimo che gli eresse in Cracovia un monumento. Morì a Gandino nel 1620 all’età di 45 anni. Ecco l’iscrizione che si leggeva sul mausoleo in Cracovia: «Hieronimo Caccia Gandinensi - Bergomati - Joan. Maria, ac Clara Jovanella - Nobilibus parentibus nato - Philosophiae, politicae, medicinae, historiarum - Provinciarum, linguarum exterarum - cognitione praestantissimo - in Aula imperatoris Rodolphi sexennium - Sigismundi III Poloniae, et Sveziae Regis - Annos XIV - Medici practici munere e functi. - Uladislao de inde Poloniae, et Sveciae Principi - Magno Duci Moscoviae electo ab elemosinis, - Bibliotheca, litterario otio, et valetudinis cura - Moscoviticae, Turcicae, expeditionis indefesso - Comiti. - Febbri anno Christi 1620 aetatis defucto 45. - Pristinae benevolentiae, et posthumi desiderii - Monumentum - Idem Serenis. Princeps, ponendum fecit».
Sono pure ricordati MAFFEO, GIUSEPPE e FERDINANDO. Maffeo sposò Vittoria Giovanelli lontana parente di Innocenzo XV e Clemente XI. Sopra il suo sepolcro nel Convento delle Grazie, in Bergamo, si leggeva la seguente epigrafe:
«Maffeus Caccia - filius Joannis Baptistae e Mariae Rovettae - cui B. M. Virgo Ardesii apparuit - civis antiquissimus - Bergomi et Brixiae Philosophie et medicinae doctor - Aliarum scientiarum praesertim mathematicae valde peritus. - Gravibus pestis et armorum feliciter functus periculis, postquam per continuum medici practici munus - patriae inserviens, - se carum, atque clarum omnibus reddiderit, - re domestica multum aucta, - ex Victoria Jovanella uxore pientissima quatuor relictis filiis, - visis filiis filiorum - obiit Bergomi an. dom. 1698 aetatis suae 81».
Ferdinando fu bizzarro ingegno degno della stima e dell’amicizia di molti eruditi del sec. XVIII, tra i quali potremmo oggi proclamarlo futurista, o almeno precursore dei futuristi. Ei volle riformare la grammatica e l’ortografia, per ottenere il massimo successo col minimo mezzo, abolire le doppie consonanti, la punteggiatura, ridurre l’alfabeto a 19 lettere; contro il Muratori volle dare vita e fama più che millenaria a Mosè del Brolo, detto il Bergamino, volle porre nuovi termini al privilegio della cittadinanza bergamasca. Pertanto raccolse censure da letterati, da storici e dal Consiglio di Bergamo; e tuttavia fu amato, stimato, riconosciuto paladino coraggioso e fedele della lingua latina, tenace propugnatore e divulgatore del suo uso che egli avrebbe voluto rendere agevole ed universale. Ecco un saggio dei suoi scritti: De cognitionibus. Roma, De Martiis, 1719 - Metodo di grammatica per imparare con prestezza e con fondamento la lingua latina. Bergamo, Santini, 1728, - L’antica regola latina. Bergamo, Santini 1726 - 1774. - Totius regulae latinae sciendi summa. Bergamo, Santini, 1728. - L’antica regola latina delle sillabe brevi e lunghe. Bergamo, Rossi, 1741 e 1764. - Risposta al signor Muratori sopra la storia di Bergamo scritta in Costantinopoli 1040 anni sono. Bergamo, Santini, 1748. - Opere. Bergamo, Gavazzoli 1762-1765 - Stato presente della Lingua latina, 1765. - Cittadinanza di Bergamo. Bergamo, Gavazzoli, 1766. - Vita di S. Girolamo Miano laconicamente scritta. Bergamo, Traina 1768, Locatelli 1791, Venezia 1822. - Riflessioni sopra i vocabolari - in preparazione al suo. Bergamo, Lancellotti, 1770.
Appartennero al Consiglio di Bergamo FERDINANDO, 1766-1772; GIUSEPPE, 1781-1796; GIULIO, 1796-1800.
Di GIAMBATTISTA, marito di Maria Rovetta, fu figlio MAFFEO, n. nel 1617; questi sposò Vittoria Giovanelli che lo rese padre di GIUSEPPE che dalla moglie Laura Quieti ebbe in Bergamo a S. Leonardo, FERDINANDO, n. 31 dicembre 1690 e morto in Borgo S. Tommaso l’8 gennaio 1778; che dalla moglie Ippolita Roncalli ebbe GIUSEPPE e FRANCESCO. Quest’ultimo compì i suoi studi nel nobile Collegio Cerasoli in Roma.
GIULIO, n. nel 1806, da Maffeo e da Camilla Tasca, sposò la Nobile Marianna Lupi che lo rese padre di MAFFEO, n. 21 aprile 1833; Marianna, n. 8 dicembre 1834, in Patirani; Antonia, n. 30 aprile 1840, in Moretti; GIOVANNI, n. 8 luglio 1841 che sposò la nobile Paola Rivola; Luigia, n. 15 agosto 1841, spos. con l’Ing. Francesco Daina.
Maffeo fu padre di Lina in Mazzoni e di Camilla in Crippa; Giovanni ebbe Matilde in Bastogi ed Elisa.
Nell’Elenco del 1828 è iscritto MAFFEO q. Giulio, riconosciuto nobile con Decreto 22 settembre 1820; in quello del 1840 è iscritto GIULIO fu Maffeo.
La famiglia è iscritta genericamente nell’Elenco Uff. Nob. Ital. del 1922 col titolo di Nobile (mf.) in persona dell’ultimo riconosciuto MAFFEO q. Giulio (1820).
g. l. [Giuseppe Locatelli]
CACCIA DE CAPITANI BAVA.
Il ramo si ricollega al gran ceppo dei Caccia. Le prime notizie risalgono a GABRIELE, che viveva nel 1540. Egli fu padre di ANDREA, che generò GIAMBATTISTA; costui procreò BALDASSARE, che fu padre di GIAMBATTISTA, vivente nel 1663. Giambattista, capitano in Olanda, sposò Caterina de Capitani di Sillavengo, donde il secondo cognome. Il figlio loro, FRANCESCO ANNIBALE, sposò Bianca Pallavicino e ne ebbe GIUSEPPE, marito di Marianna Bava di S. Paolo da Possano, donde il terzo cognome. Essa morì a Novara a 63 anni il 1° aprile 1795, lasciando superstite il figlio ANNIBALE, che sposò Margherita Pinzio. Nacquero dal matrimonio: Marianna, Suora Salesiana in S. Sofia di Milano; Giulia andata sposa al Marchese Carlo Castiglioni Stampa; SAULE; LUIGI; Giuseppa; GIUSEPPE, Cavaliere d’On. e Dev. del S. M. O. di Malta (14 aprile 1842); EMANUELE. Quest’ultimo, ascritto al Patriziato novarese nel 1837, era nato a Novara il 31 maggio 1789 e morì il 24 febbraio 1863; sposò Giovanna Caccia, del ramo di Parigi, e ne ebbe GIUSEPPE. Fu uomo politico, prima come deputato di Romagnano nella prima Legislatura, poi come senatore (4 marzo 1852). Pronunciò di lui parole elogiative al Senato, commemorandolo, il Conte Federico Sclopis.
La famiglia è iscritta genericamente nell’Elenco Uff. Nob. Ital. del 1922 col titolo di Nobile (mf.), (Patriziato Novarese), in persona dei Discendenti da EMANUELE (1837).
m. z. [Mario Zucchi]
Indice
Genealogia
Stemmi
ARMA: Fasciato di rosso e d’argento.
CIMIERO: L’angelo.
MOTTO: Humilitas omnia vincit.
[Idem per i Caccia de Capitani Bava]
Ramo di Torre Boldone
ARMA: Fasciato di argento e di rosso al mestolo nero (caza, in dialetto bergamasco) posto in palo, col manico in su. (Da un diploma di laurea. Camozzi n. 527).
Alias: Fasciato di argento e di rosso. (Caccia di Torre Boldone. OBIZZINO generale di Francesco I, FEDERICO Caccia Card. Arcivescovo di Milano. Raccolta Camozzi 3250).
Alias: D’argento a tre fasce di rosso. (Dal ritratto del Beato Leone Caccia).
CIMIERO: Un’aquila in volo, inclinata e coronata. (Raccolta Camozzi 3251).
Storia
Personaggi
Dimore
Milano, Novara.
Torre Boldone (Bergamo), Firenze
Iconografia
Dipinti e Ritratti
Archivio fotografico
Fonti
Archivi di famiglie e di persone: materiali per una guida, 2: Lombardia-Sicilia, a cura di Giovanni Pesiri, Micaela Procaccia, Irma Paola Tascini, Laura Vallone, Roma, Ministero BBAAC, 1998 (Pubblicazioni degli archivi di Stato. Strumenti; 133), n° 1238.
Bibliografia
http://www.treccani.it/enciclopedia/federico-caccia_(Dizionario-Biografico)/
http://www.treccani.it/enciclopedia/antonio-caccia_(Dizionario-Biografico)/
http://www.treccani.it/enciclopedia/bartolomeo-caccia_(Dizionario-Biografico)/
http://verbanensia.org/biografie_details.asp?bID=29885&action=C&tipo=2