Capoferri

Da EFL - Società Storica Lombarda.
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Stemma dei Capo di Ferro (Stemmario Camozzi n. 593)

Famiglia originaria di Lovere, con il cognome primitivo di Capodiferro poi divenuto Capoferri. I componenti di questo casato nel 1500 furono noti intagliatori e intarsiatori. A Gian Francesco, figlio di Giovanni, il Consiglio della Misericordia Maggiore affidò, nel 1522, l’incarico di realizzare il coro della basilica di S. Maria Maggiore. Suo stretto collaboratore fu Giovanni Belli di Ponteranica; diversi pittori disegnarono le scene sulle quali in seguito si misero al lavoro gli intarsiatori. Su tutti spicca Lorenzo Lotto, che nell’arco di otto anni eseguì numerosi disegni tra cui quelli, giustamente celebri, con episodi tratti dalla Bibbia, di Santa Maria Maggiore. Si ricordano poi Zinino e Gio. Pietro Capodiferro, nativo di Lovere ma residente a Lodi. Nel 1802 Lodovico Capoferri fu tra i 38 bergamaschi che parteciparono alla Consulta della Repubblica Cisalpina riunita a Lione per la creazione della nuova Repubblica italiana. In tempi recenti si ricorda Pietro Capoferri, bergamasco, nato nel 1892 e morto nel 1989, che fu ministro delle Corporazioni nel governo Mussolini.

La forma base del cognome è capo. Capoferri potrebbe alludere a caratteristiche personali in senso figurato, ovvero “persona dalla testa dura”.

In Bergamo risulta ancora presente una famiglia con il cognome originario Capodiferro; in Italia sono 422. La derivazione Capoferri conta 301 famiglie, soprattutto ad Adrara San Martino.

La meraviglia delle tarsie

Chi ammira le tarsie del coro nella basilica di S. Maria Maggiore, a Bergamo alta, ha la netta sensazione di trovarsi di fronte a un capolavoro e, al tempo stesso, a un miracolo. Il miracolo di un’antica sapienza nelle mani di intarsiatori abilissimi che impiegavano anni e anni per portare a compimento la loro opera. Tra la schiera di artigiani, spesso oscuri, che lavoravano ad abbellire con intagli e intarsi chiese e dimore nobili, spicca il nome di autentici artisti. Come Giovanni Francesco Capodiferro che nel 1522 fu incaricato dal Consorzio della Misericordia Maggiore di realizzare il coro della basilica, venendo affiancato nella grandiosa opera dal “maestro di legname” Giovanni Belli di Ponteranica, con la consulenza di Bernardo Zenale. Un paio d’anni più tardi a Lorenzo Lotto fu affidata la commissione dei cartoni per le tarsie, per le quali venne impostato un programma iconografico con argomenti tratti dalla Bibbia. Dall’incontro di questi artisti uscì un linguaggio nuovo della tarsia, non più basata su prospetti geometrici, ma presentando figure e immagini raffinatissime. Giovanni Francesco non vide compiuta la sua opera: morì verso il 1533 (Giovanni Belli era mancato tre anni prima) e la sua opera fu continuata e portata a termine dal fratello Gianpietro.


Genealogia

Genealogia Capoferri

Storia

Personaggi

Dimore

Iconografia

Ritratti e dipinti

Archivio fotografico

Fonti

Bibliografia

AA.VV., Cognomi e Famiglie del Bergamasco. Dizionario illustrato. Supplemento a “L’Eco di Bergamo”, Bergamo, Ottobre-Novembre 2000, fasc. 4, pp. 57-58:

Documenti

Collezioni