Cartolari
Ramo della nobile famiglia milanese Aliprandi, della quale porta lo stemma originario, come portò un tempo anche il cognome. Prima della metà del XIII secolo la famiglia si divise dal suo ceppo e, trapiantata in Clusone nel Bergamasco, fu poi chiamata Fanzago o Fanzaga e seguì il partito guelfo. Nel XV secolo passò da Clusone a Verona e ne ottenne la cittadinanza, conferitale per decreto del nobile Consiglio il 23 aprile 1445; indi, dopo non molti anni, per eredità lasciata dal canonico e conte palatino modenese Bartolomeo Cartolari, assunse il suo cognome e stemma gentilizio, che porta nello scudo inquartato all'antico blasone degli Aliprandi. Aggregata sin dal 1524 al nobile Consiglio di Verona, continuò ad appartenervi fino alla sua cessazione ricoprendone le più illustri cariche. Ebbe la conferma della nobiltà con Sovrana Risoluzione Austriaca 4 luglio 1819 ed il 25 novembre 1823 fu ammessa agli onori di corte. Nel 1582 fu accettata per giustizia nell' Ordine di S. Stefano; con bolla 5 agosto 1852 il Sovrano Militare Ordine di Malta acconsentiva ad istituire in favore dei maschi maschi della famiglia in ordine di maggiorasco la commenda ereditaria di giuspatronato Cartolari.
Il nobile Antonio Maria Cartolari, nato a Verona il 27 dicembre 1843 e deceduto nel 1928, era figlio del nobile Antonio Gorgonio e di Elisabetta Maria dei conti Rotari ed ereditò dalla madre molti dei suoi possedimenti in Avesa (frazione di Verona), tra cui la villa Rotari-Cartolari. Egli divenne il primo Presidente dell’Azione Cattolica veronese e, in seguito, entrò a far parte del Consiglio Comunale della Città venendo eletto a capo della Destra Cattolica. Gli venne inoltre conferito da Papa San Pio X nel 1907 il titolo ereditario di Conte, trasmissibile ai soli maschi primogeniti, grazie alla sua dedizione all’opera politica e alla fedeltà della famiglia Cartolari alla Chiesa.
Nob. (di Verona), mf. Conf. S.R. 4 lug. 1819. Co. mpr. Breve di S. Pio X 27 ag. 1907. Origine Milano, dimora Verona.
(Per un altro ramo vedi il casato Fanzago)
[Daniele Aliprandi]
Indice
Genealogia
Stemmi
ARMA: inquartato: nel primo e quarto grembiato di otto pezzi di rosso e d’argento, con lo scudetto in cuore di azzurro caricato di una torre d’argento aperta, finestrata e murata di nero (Aliprandi); nel secondo e terzo troncato d’oro e d’argento alla fascia contro doppio merlata di tre pezzi d’azzurro sulla partizione (Cartolari)
CIMIERI: 1) tra due corni d’argento da torneo una mano destra di carnagione con l’indice teso in atto di accennare; 2) testa e collo d’aquila di nero in profilo, illuminata, rostrata e coronata d’oro, linguata di rosso
Storia
Personaggi
Paolo Cartolari, nato nel 1553 e appartenente all’Ordine di Santo Stefano come Cavaliere di Giustizia, militò in Francia e nelle Fiandre nell’esercito spagnolo del Re Filippo di Spagna durante la guerra contro Maurizio di Orange Nassau, Governatore di Olanda, e contro i francesi del Re Enrico IV. Morì nell’agosto del 1594, a 41 anni, durante un combattimento a Giavarino con i cavalieri di Francia e Alemagna;
Gian Battista Cartolari nel 1727 sedette al Consiglio dei Nobili di Verona, venne successivamente nominato Provveditore sopra l’Adige ed ebbe la dignità di Governatore del Sacro Monte dalla Magnifica Comunità di Verona. Morì nel 1754 lasciando cinque figli;
Bartolomeo Cartolari fece parte dell’Accademia di Pittura di Verona, si dilettò anche di poesia e fu un noto e buon vernacolista veronese sotto lo pseudonimo di “Isidoro del Cengio”. Entrò a far parte del Consiglio dei Nobili e venne anche eletto alla carica di Podestà di Peschiera. Colpito da apoplessia, morì in età avanzata il 9 febbraio 1813 lasciando la moglie Isabella Fratta e tre figlie femmine;
Fabrizio Cartolari fu un noto pittore e venne istruito da Carlo Salis all’Accademia di Parma. Passati i trent’anni, apparentemente per motivi di salute e per il “carico de’ domestici affari”, abbandonò la pittura. Il 13 gennaio 1781 venne eletto Presidente dell’Accademia di Pittura dal Consiglio Municipale e morì all’età di 87 anni il 6 ottobre 1816. Ebbe una figlia che si sposò nel 1810 con il nobile Livio Palazzoli;
Antonio Gorgonio Cartolari, nato nel 1799, sposò prima Antonietta Dionisi nel 1823 e poi, alla sua morte, la nobile Elisabetta Rotàri, detta Bettina e figlia del noto Giuseppe Rotàri e di Teresa Pompei, il 24 settembre 1829. Con questo matrimonio pervenne ai Cartolari, in dote, la grande villa Rotàri sita in Avesa e una ricca collezione di quadri del noto prozio, il pittore Pietro Rotàri. Antonio Gorgonio Cartolari ottenne nel 1823 l’ammissione agli onori di Corte (il Veneto apparteneva al dominio Austriaco) e nel 1852 fondò la Commenda Ereditaria di Giuspatronato del Sovrano Ordine di Malta di cui beneficiano ancora i discendenti. Scrisse due opere molto importanti per la storia veronese: “Cenni sopra varie famiglie illustri veronesi” e “Famiglie già ascritte al Nobile Consiglio di Verona”. Dal primo matrimonio ebbe solo una figlia, Francesca Antonia, nata nel 1824, e altri sei invece avuti da Elisabetta Rotàri, tra i quali Teresa, che sposò il conte Leonardo Brenzoni, mentre molti dei fratelli mancarono in tenera età;
Ignazio Cartolari (1870-1947) divenne noto a livello nazionale in campo agricolo per la bonifica dell’Alto Agro Veronese e sindacale agricolo, nonché fondatore dei Magazzini Generali di Verona. Si unì in matrimonio con Felicita dei conti Murari dalla Corte Brà dalla quale ebbe cinque figlie e un figlio maschio;
Maria Cartolari (Verona, 2 febbraio 1875 - Arezzo, 13 febbraio 1962), Religiosa vincenziana;
Giovanni Battista Cartolari (1885-1954), ornitologo ed entomologo dilettante, collezionista di uccelli e farfalle nel Museo di cui è stato conservatore onorario.
Dimore
Palazzo Cartolari, a Verona in via Scrimiari 12.
Villa Rotari-Cartolari ad Avesa (frazione di Verona).
Iconografia
Dipinti e Ritratti
Archivio fotografico
Fonti
Bibliografia
Andrea Borella, Annuario della Nobiltà Italiana, Edizione XXXII, Teglio (SO), 2014, S.A.G.I. Casa Editrice, pag. 570 - 571
Elenco storico della nobiltà italiana del Sovrano Militare Ordine Gerosolimitano di Malta, Roma 1960, pag. 119.
Arianna Peluso, Villa Rotàri-Cartolari in Avesa. Studio e ricostruzione della storia di una dimora signorile dimenticata, Tesi di laurea, 2015 https://www.politesi.polimi.it/handle/10589/108102