Crivelli

Da EFL - Società Storica Lombarda.
Spreti, vol. II, p. 578
Crivelli nobili di S. Severino (Marche) (Spreti, vol. II, p. 578)
Ramo di Napoli (Spreti, Appendice, Parte I, p. 673)

Vittorio Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare italiana, Milano, 1928-32, vol. II, pp. 578-579:

Antichissima famiglia milanese professante la legge salica come risulta da un un atto del 1135, in cui è menzionato ROGERIO, uno de’ più validi sostenitori di re Corrado, mentre UGO figura come appartenente al rango dei valvassori in una sentenza consolare del 1118. Il GIULINI (Memorie spett., ecc., VIII, 91) afferma che già nel XIII secolo i Crivelli erano reputati la più potente casata milanese. Ma il capostipite riconosciuto è un UBERTO (1037), che fu tritavo di altro UBERTO († 1187), arcivescovo di Milano ed elevato al sommo pontificato nel 1185: eresse la chiesa di S. Giorgio in Bernate in canonica dei monaci lateranensi dotandola largamente: da tale dotazione trasse origine l’abazia o priorato di S. Maria della Pace in Magenta, passata poi in commenda con riserva dal giuspatronato perpetuo a favore dei Crivelli, discendenti dai fratelli di papa Urbano III, soppressa colla legge 15 agosto nel 1867. Dal fratello di lui, GUALLA, discendono le estinte linee dei Crivelli di Nerviano, dei Crivelli della Croce, dei Crivelli, conti di Domo e di Lomello, dei Crivelli di Magenta, di Cuggiono, di Mercallo e della Castellanza, nonché le tre superstiti dei Crivelli, marchesi d’Agliate, dei Crivelli Visconti o di Uboldo e dei Crivelli di Parabiago.

I Crivelli d’Agliate sono una diramazione della linea di Nerviano, alla quale appartennero i conti di Lomello e di Domo estinti verso la fine del sec. XVII. Di questo ramo è degno di nota UGOLINO, castellano di Pizzighettone e fondatore del monastero degli Olivetani in Nerviano ed ALESSANDRO, cardinale, che con codicillo 13 dicembre 1574 fondò un’istituzione scolastica famigliare in Roma denominata Collegio Crivelli. Dei Crivelli d’Agliate ENEA (1515), segretario ducale, fu avo di FLAMINIO, regio questore, di cui fu abiatico altro FLAMINIO, pure regio questore, che con diploma di re Filippo IV del 20 febbraio 1651 ebbe con trasmissione primogeniale maschile il titolo di marchese, appoggiato sul feudo d’Agliate. Detto titolo, in caso di mancata prole mascolina, doveva passare al fratello TIBERIO. Era Flaminio uno dei più ricchi e potenti signori della Brianza, dove teneva un ampio dominio feudale e risiedeva nel suo castello d’Inverigo, tuttora in possesso della famiglia. Da ENEA, figlio del suddetto Tiberio, ambasciatore agli Svizzeri e da Gabriella dei marchesi Trivulzio discende per varie generazioni altro TIBERIO (n. 1737-1804), marito di Fulvia dei conti Biglia († 1828), dama della Croce Stellata, ed ultima della sua illustre casata. Da ENEA (1765-1821) e da Eleonora dei conti Bentivoglio nacque, tra gli altri, VITALIANO (1806-1873), illustre patriotta, che fu padre di ARIBERTO (1844-1878), assessore del Comune di Milano. Di quest’ultimo e di Beatrice dei conti Giulini è figlio il marchese VITALIANO (n. 1876), ora defunto, iscritto nell’Elenco ufficiale coi titoli di marchese di Agliate, conte di Domo e di Lomello, signore di Roncate, di Robbiano, di Besana Inferiore, di Varedo, della Corte di Casale, di Carugo e di Lambrugo con trasmissione primogeniale mascolina e di patrizio milanese con trasmissione a tutti i maschi della famiglia. Diritto al trattamento di Don e di Donna. Fu altresì priore del capitolo amministratore della Causa Pia Crivelli successa all’Ospedale di Cerro, fondato nel 1591 da Francesco Crivelli, del quale fanno ora parte deputati dei Crivelli di Nerviano, di Parabiago e di Uboldo.

I Crivelli vestirono replicatamente l’abito di Malta.

La famiglia è iscritta nell’Elenco ufficiale coi titoli di: patrizio milanese (m.), marchese di Agliate (mpr.), conte di Domo (mpr.), conte di Lomello (mpr.), signore di Rancate (mpr.), signore di Robbiano (mpr.), signore di Besana Inferiore (mpr.), signore di Varedo (mpr.), signore della Corte di Casale (mpr.), signore di Carugo (mpr.), signore di Lambrugo (mpr.), col trattamento di Don e Donna, in persona di: † VITALIANO, di Ariberto, di Vitaliano, con la sorella Giulia in Fassati † e la zia Teresa ved. Rocca. ASM. arald.

a. g. [Alessandro Giulini]


Ramo di Parabiago

Iscritti nella matricola d’Ottone Visconti e divisi in varie diramazioni, di cui una sola è superstite. EUSEBIO, difensore del castello di Lecco nel 1441, fu padre di ANTONIO, castellano di Cremona e senatore: da questi, per varie generazioni, discese LODOVICO (n. 1751), dei LX decurioni, avo di FRANCESCO MARIA, col quale si estinse questo ramo. Un altro ramo finì col marchese CARLO MARIA Crivelli de’ Cavalli (1720-1795), dei XII di Provvisione, successo allo zio materno, marchese Carlo Maria Cavalli, Reggente del Supremo Consiglio d’Italia, nel tìtolo marchionale, cognome, armi e nel feudo di Cellanova per diploma 8 giugno 1750.

La diramazione tuttora esistente ottenne il riconoscimento della nobiltà con D. M. 30 maggio 1894 ed è iscritta nell’Elenco ufficiale, in persona di:

AGOSTINO, di Mauro, di Agostino, ed i suoi fratelli: Maria in Soldi †, GIUSEPPE, Giuseppina e Cesira.

Cfr. ACA.

a. g. [Alessandro Giulini]


Ramo marchigiano

È tradizione che sia una diramazione dei Crivelli di Milano. Da Foligno si trasferì a S. Severino (Marche) dove il tenente GIAMBATTISTA insieme al genitore GIUSEPPE esercitò l’industria del rame e battè moneta per lo Stato Pontificio.

Il di lui fratello Don BERNARDINO (1711-1776) fu dotto e appassionato ricercatore di patrie memorie.

Il detto GIAMBATTISTA si addottorò in legge alla Università di Bologna; il 27 settembre 1790 in occasione del suo matrimonio con la contessa Candida Bezzi di Tolentino, fu aggregato con tutta la sua discendenza al patriziato di San Severino da quel Consiglio generale.

PACIFICO (m. 19 genn. 1915) fu fatto erede dalla contessa Aurelia Gentili († 2 maggio 1904); morì egli senza figli e perciò passò i suoi diritti al fratello Nicola tuttora vivente. Lo stemma dei Gentili era «di azzurro alla sbarra di argento accostata da 4 crescenti d’oro due in capo e due in punta». Cimiero un’aquila coronata d’oro.

La Consulta Araldica (v. Elenco nob. uff., 1908) dichiarò spettare a questa famiglia il titolo di nobile di Sanseverino (mf.).

Oggi la fam. è rappresentata da: NICOLA nob. di Sanseverino, da cui:

a) Caterina, sp. F. Gorgolini. b) Olga, sp. C. Gìudicepietro.

Nepoti: Maria Cristina, di Pier Pio.

ARISTIDE, di fu Adolfo (residente a Milano).

MARIO, di fu Adolfo (residente a Roma).

Nonché dai pronipoti, figli di fu Ciro fu Adolfo, residenti in America.

p. c. b. o. [Pier Carlo Borgogelli Ottaviani]


Vittorio Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare italiana, Appendice, parte I (Milano, 1935), pp. 673-674:

Ramo di Napoli

Diramazione dell’omonima nobile famiglia di Milano di cui si ha memoria dal secolo XI, che dette alla Chiesa Papa Urbano III (1185-1187). Passata in Napoli nel secolo XVIII fu ricevuta, per Giustizia, nel S. M. Ordine di Malta, nel 1859 in persona del Cav. EDOARDO (Gr. Magistero Roma 336, Prior. di Napoli) passato poi ad altro stato pel matrimonio contratto con la nobile Clelia Moreno y. Palaneas.

Nobile fuori Piazza in Napoli, fu infeudata di Rocca Imperiale nel Molise, con titolo di Duca e feudo di Bollita, di cui ebbe l’ultima intestazione nel Cedolario di Molise, l’8 aprile 1719 e 15 giugno 1720 ALFONSO. Lo stesso Alfonso, Presidente della R. Camera della Sommaria, di Fabio e Lucrezia Benavente, ottenne il 4 febbraio 1718, il titolo di Duca, col diritto di intestarlo su di un feudo che, nel periodo di due anni, avesse acquistato. E però detta sua genitrice acquistò un territorio feudale in contado di Molise che denominò Rocca Imperiale e che refutò al figliuolo, e sul quale detto Alfonso ottenne l’incardinazione del titolo ducale l’8 aprile 1819. E indi a poco la stessa Lucrezia Benavente acquistò altro territorio feudale che, col nome di Bollita, trasmise per successione a detto suo figlio duca Alfonso, che il 15 giugno 1720 ne ottenne intestazione nel Cedolario di Molise. Dell’anzidetto, ripetuto Alfonso fu successore il figlio: FRANCESCO († 6 marzo 1780) che ebbe a figliuolo primogenito un altro ALFONSO († 25 agosto 1851) padre di NICOLA (n. 11 giugno 1787 † 20,gennaio 1856) marito di Donna Giovanna Marincola dei duchi di Patrizi; dai quali nacque il 20 novembre 1835 EDOARDO che dalla sua consorte Clelia Moreno y Palancas ebbe un’unica figliuola: Clotilde, moglie di Francesco d’Accurso.

Altro feudo pure Rocca Imperiale denominato, possedettero i Crivelli in Basilicata; del quale ebbe l’ultima intestazione nel Cedolario di detta provincia, il 6 febbraio 1783, ALFONSO, quale erede e successore del suo genitore FRANCESCO († 6 marzo 1783) e questi, quale figlio e successore di suo padre ALFONSO seniore; che, con istrumento del 12 giugno 1717, aveva acquistata la tenuta dal marchese Alessandro Raimondi, che era succeduto al quondam Pietro Fea Raimondi, il quale aveva acquistata la terra istessa con istrumento del 23 settembre 1616. La proprietà poi di detta terra in Basilicata, della quale i Crivelli possedevano, come innanzi si è detto, la sola tenuta, apparteneva alla famiglia Perrone, della quale Luzio Perrone, ottenne intestazione, il 27 settembre 1755, per successione di Domenico, suo padre.

Il titolo di Duca di Rocca Imperiale ed il predicato di Bollita con RR. LL. PP. 23 marzo 1919, fu autorizzato ad assumerlo Clotilde Crivelli in D’Accurso.

È iscritta nel Libro d’Oro della Nob. Ital. e nell’Elenco Uff. Nob. Ital. del 1933 coi titoli di Duchessa di Rocca Imperiale (pers.) Predicato di Bollita (pers.) in virtù delle su citate RR. LL. PP., Trattamento di Donna:

Clotilde, n. Napoli 26 settembre 1862, di EDUARDO (n. Napoli 16 novembre 1835 † 1914), di Nicola (n. 11 giugno 1787 † 20 gennaio 1856); spos. a Napoli il 18 febbraio 1886 con Francesco D’Accurso.

Linea secondogenita (non iscritta nell’El. Uff. Nob. Ital. 1933)

EUGENIO, n. a Napoli 27 aprile 1836, † ivi 26 maggio 1866, di Fabio († 2 dicembre 1851); spos. a Napoli 11 settembre 1859 con Matilde Moreno y Palancas.

Figlio: FABIO, n. a Napoli 19 marzo 1863, spos. ivi in prime nozze 30 luglio 1887 con Isabella Larucci, († 28 aprile 1893) e in seconde nozze a Napoli 11 agosto 1894 con Concetta Larucci.

Figli di Fabio: Anna, n. a Napoli 18 giugno 1895; Giulia, n. ivi 7 febbraio 1896; ANTONIO, n. ivi 26 gennaio 1899; Isabella, n. ivi 4 gennaio 1901; EUGENIO, n. ivi 22 dicembre 1903; ANGELO, n. ivi 8 febbraio 1905.

f. f. p. di s. [Ferdinando Ferrara Pignatelli di Strongoli]


Vedi anche Crivelli Visconti, Crivelli Mesmer e Crivelli Serbelloni


Genealogia

Genealogia Crivelli

Teatro genealogico delle famiglie nobili milanesi: manoscritti 11500 e 11501 della Biblioteca Nacional di Madrid, a cura di Cinzia CREMONINI, Mantova: Gianluigi Arcari, 2003

Stemmi

ARMA: Inquartato di rosso e d’argento, al crivello d’oro, attraversante sul tutto; al capo di oro, caricato di un’aquila di nero, coronata del campo.

MOTTO: Sordida pello.

Ramo marchigiano

ARMA: Di azzurro alla fascia d’oro accomp. in capo da un’aquila al naturale spiegata e coronata e in punta da un crivello d’oro. DIMORA: S. Severino (Marche).

Ramo di Napoli

ARMA: Inquartato di rosso e di nero, al crivello d’oro attraversante sul tutto; col capo d’oro caricato di un’aquila spiegata di nero, coronata del campo.

MOTTO: Sordida pello.

Stemmi famiglia Crivelli

Storia

Personaggi

Dimore

Milano

Parabiago

Napoli

Iconografia

Dipinti e Ritratti

Archivio fotografico

Fonti

Bibliografia

Archivi di famiglie e di persone: materiali per una guida, 2: Lombardia-Sicilia, a cura di Giovanni Pesiri, Micaela Procaccia, Irma Paola Tascini, Laura Vallone, Roma, Ministero BBAAC, 1998 (Pubblicazioni degli archivi di Stato. Strumenti; 133)

http://www.treccani.it/enciclopedia/crivelli_(Dizionario-Biografico)/

Documenti

Collezioni

Note