Guerrieri Gonzaga

Da EFL - Società Storica Lombarda.
Spreti, vol. III, p. 619

Vittorio Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare italiana, Milano, 1928-32, vol. III, pp. 619-621:

Chi imprendesse a tessere la storia di questa illustre famiglia, si vedrebbe passare innanzi un vero stuolo di guerrieri, di cavalieri, di ambasciatori, di governatori, di prelati in minor numero, che davvero impressiona, talché si direbbe che non uno della famiglia abbia voluto restare nell’ombra; tutti hanno rifulso per qualche eletta qualità di mente o di ardire. Per lungo ordine di secoli ella mantenne le schiette prerogative dell’italianità: valore, ingegno, fermezza. La famiglia, originaria di Parma, portava il nome de’ Terzi, e il primo di essi di cui si abbia certo ricordo, fu un NICOLÒ che viveva nel sec. XIV. Suo figlio OTTOBONO, capitano di ventura, seguendo le fortune or di Galeazzo Visconti, or di Nicolò d’Este, finì miseramente trucidato a tradimento dal suo acerrimo nemico Attendolo Sforza nel marzo 1409 a Rubiera. Superò l’ardire e la fortuna del padre, NICOLÒ, che, famoso per il suo valore (si racconta che fosse il terrore dei Saraceni stessi) ebbe il soprannome di «Guerriero» dal quale derivò il bel cognome assunto dalla famiglia per infinitum ordinem primogeniturae; valorosissimo, dopo lungo assedio tolse Fermo agli Sforza, implacabili suoi nemici (1445), ma, mancatogli l’appoggio dei Visconti, non continuò la lotta contro gli Sforza, perdendo così i suoi castelli del Parmense, fra i quali Colorno; ricorse allora all’ospitalità dei Gonzaga. Morto Nicolò senza prole, il cugino GIAN FILIPPO e il di lui figlio ALESSANDRO ambasciatore presso Giulio II, rimasto a Fermo, mantennero pur sempre ottima relazione coi Gonzaga; finché LODOVICO decise di fissare la propria sede a Mantova; a questi il Gonzaga (Francesco II) diede le più ampie dimostrazioni di affetto e di stima, facendogli concessioni che a noi possono sembrare fino esagerate (la generosità d’animo tra i Gonzaga è appena credibile) e che pure balzano chiare e nette dal documento d’Archivio Storico Gonzaga (Decreto F II, 10, Libri dei decreti 33, pag. 126) 29 aprile 1506. In esso è detto che il Gonzaga gli permette, non solo di aggiungere il proprio cognome al loro «nomen Gonzagium suis nominibus apponere possint licenter», ma anche che potesse accostare al proprio, il loro stesso stemma: «ipsiusque domus antiquum insigne, pingere, fingere, fundere et tamquam proprium gestare, et cum gentiliciis eorum insignibus misceri in armis, vexillis, sigillis, vestimentis et alio quocumque modo ad eorum libitum voluntatis» e questo non solo per sé, ma anche per i suoi discendenti «in perpetuo tempore, stirpe, semine et sanguine». Concessione questa che non diedero poi a nessun altro. I Guerrieri dal canto loro ben corrisposero del resto a tanta magnanimità, restando sempre fedelissimi ai Gonzaga. Lo stesso Lodovico fu nominato Capitano Generale delle Milizie Mantovane, ebbe in signoria Volta e Cereta, e il feudo di Sustinente dove tuttora soggiorna l’illustre famiglia. Morto pur egli senza prole, detti beni passarono ai figli maschi del fratello VINCENZO castellano di Casale e fu a lui che il Duca di Mantova donò il loro avito palazzo con la famosa Torre della gabbia che su di esso domina superba. Nel 1566 un altro, GIROLAMO, fu governatore del Monferrato. ALFONSO seguitò dapprima il Re di Spagna, quindi quale Comandante Supremo delle Milizie combattè in Monferrato contro i Savoia (1613), infine fu ambasciatore di Spagna. GIAMBATTISTA fu col Duca Vincenzo nella spedizione contro i turchi nel 1594 e in seguito nominato Capitano Generale della Città e Stato di Mantova. FRANCESCO combattè gli Ugonotti. Un altro FRANCESCO, figlio di AGOSTINO, di un ramo rimasto a Fermo, tanto si distinse alla presa della Goletta di Tunisi al fianco di Ferrante Gonzaga, che a Fermo gli fu eretta una statua e gettata una medaglia che ancor conservasi a Parigi. Di questo stesso ramo fu GIACOMO, gravemente ferito all’assedio di Giavarino (1596). CESARE, generale, primo ministro e ambasciatore dei Gonzaga a Roma come lo fu in Spagna VINCENZO.

Troviamo infine un Lucio vescovo di Fermo. Magnifico personaggio è poi un TULLIO che, dopo essere stato per i Gonzaga in Inghilterra, Fiandra, Olanda e Francia, stette molto tempo alla Corte dell’Imperatrice Eleonora (una Gonzaga) e finì Governatore di Guastalla e del Monferrato (1688).

Anche durante l’ondata rivoluzionaria giacobina, su l’inabissarsi della nobiltà, solo il cittadino (ex Marchese) TULLO, fu Decurione della Città di Mantova, Consigliere del Dipartimento del Mincio e infine Napoleone lo nominò Podestà di Mantova. Servì dopo volentieri il Governo Imperiale dell’aquila grifagna. Un CARLO poi morì per Napoleone sulle nevi insanguinate della Russia durante la ritirata del 1812. Al principio del secolo scorso la famiglia ebbe anche l’onore della Porpora col Cardinale CESARE, Tesoriere Generale dell’infelice Pio VII al quale fu carissimo e morì nel 1832.

Così, durante la turbinosa epoca del nostro Risorgimento, la famiglia Guerrieri diede alla patria due nomi che gli italiani coscienti non debbono dimenticare, dico i fratelli ANSELMO († 1883) e CARLO († 1913), che ambedue patirono con sereno animo esilio, persecuzioni, confisca dei loro beni; Anselmo, durante il Governo Provvisorio di Milano fu Ministro degli Esteri (1848) e lasciò buon nome anche nelle lettere con una lodata traduzione di Goethe; Carlo prese parte a tutte le guerre dell’Indipendenza. E venendo ai nostri giorni, un ALFONSO, tenente di Vascello († 17 marzo 1921) fu per molti anni Ufficiale d’ordinanza di S. A. R. il Duca di Genova.

Nel corso dei secoli questa famiglia contrasse le più ambite alleanze, quali per ben cinque volte coi Gonzaga, coi Visconti, coi Da Correggio, coi Rangoni, Trissino, Borromeo, Scotti, Gualterio e molte e molte altre ancora.

Molti suoi membri vestirono l’abito di Malta tra il XVI e il XVII secolo (LODOVICO, ALESSANDRO e GIAMBATTISTA che fu anzi Procuratore del Gran Priorato di Malta); varii furono insigniti dei grandi Ordini Spagnoli di Calatrava (ALESSANDRO e VINCENZO) e San Jago (VINCENZO), infine dell’Ordine Mantovano del Redentore (BONAVENTURA, CESARE, TULLIO).

La famiglia è rappresentata da: GIAMBATTISTA, n. a Mantova il 7 marzo 1863, cav. di gr. croce della Corona d’Italia e dei SS. Maurizio e Lazzaro e della Legion d’Onore; sposo alla baronessa Lucie Pycke de Pethegem.

Sorella: Beatrice sposata al Barone Leopoldo de Moll.

ANSELMO, di Tullo †, di Odoardo; sp. ad Emma Maraini. GIAN LUIGI, n. il 16 ottobre 1898 di Lodovico †, di Odoardo, sp. la contessa Emilia Vimercati-Sanseverino col figlio ODOARDO, n. 2 luglio 1929 a Milano.

a. m. [Alessandro Magnaguti]


Genealogia

Genealogia Guerrieri Gonzaga

Stemmi

ARMA: D’oro, al leone d’argento con la banda d’azzurro attraversante sul tutto.

CIMIERO: Gran zampa d’aquila di nero, rovesciata.

MOTTO: Belli ac pacis amator (per la prima volta assunto da Francesco Guerrieri nel 1535).

Stemmi famiglia Guerrieri Gonzaga

Storia

Personaggi

Dimore

Roma, Sustinente (Mantova)

Sepolture

Iconografia

Dipinti e Ritratti

Archivio fotografico

Fonti

Bibliografia

http://www.treccani.it/enciclopedia/ricerca/guerrieri%20gonzaga/Dizionario_Biografico/

Documenti

Collezioni

Note