Monaco

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Spreti, vol. IV, p. 633

Vittorio Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare italiana, Milano, 1928-32, vol. IV, pp. 633-634:

Originaria di Bergamo, questa famiglia appare a Spilimbergo in Friuli nella seconda metà del cinquecento in condizione popolare e probabilmente mercantile. Tre fratelli Monaco, GIO. PIETRO, FRANCESCO e GIO. BATTA qm. Guglielmo, qm. Gio. Pietro, che nei registri parrocchiali di Spilimbergo sono detti di Bergamo, diedero origine ad altrettanti rami. Il primo si spense sulla fine del seicento, il secondo, detto di Vidulis, finì con la contessa Giovanna († Udine 1926), moglie del nobile Ettore Corradini che assunse il cognome Corradini Monaco; il terzo ha a suo unico rappresentante il conte PIO FORTUNATO nato nel 1848 e celibe. La famiglia quindi va estinguendosi.

CESARE Monaco, figlio del sunnominato Gio. Pietro, trasportò la propria residenza a Udine, dove nel 1634 il 20 di luglio fu accolto nella cittadinanza popolare (Acta XLII 253, Bibl. com. Udine).

Con delibera 30 agosto 1714 i fratelli conti Guglielmo e Vincenzo Monaco del ramo di Vidulis, che pure avevano posto dimora a Udine, venivano aggregati alla nobiltà udinese.

Devolutasi allo stato la giurisdizione di S. Pietro in Tavella presso Udine per la estinzione della nobile e antica famiglia udinese dei Candidi, Girolamo Monaco, Giacomo Cisternini, Tomaso Regio dottore e Alessandro Contardo, tutti cittadini popolari di Spilimbergo, chiesero negli anni 1653 e 1654 di esserne investiti, offrendo 1000 ducati in contanti e terreni liberi per l’importo di ducati 10.000, poi ridotto a 5000, da sottoporsi al vincolo feudale. Vale la pena di trascrivere la motivazione esposta dagli offerenti, i quali dichiararono esser loro desiderio di divenire giurisdicenti «non principalmente perché speriamo civanzar neanche una formatione di processo in decenne di anni, ma perché con le nostre famiglie e discendenti tutti siamo affatto sotratti dal giudizio d’altri giurisdicenti in civil et criminale minor et maggiore».

Accettata l’offerta, essi vennero investiti con ducale 19 agosto 1654 della quota loro spettante nel feudo consorziale; GIOVANNI qm. Francesco Monaco (del ramo di Vidulis) e GIROLAMO qm. Gio. Batta (del ramo ancor vivente), coi loro discendenti maschi, in ragion di feudo retto, legale, con giurisdizione di prima istanza, maggiore e minore, del luogo di S. Pietro in Tavella e dei beni liberi infeudati e cioè della villa di Ciago e di certe braide nel territorio di Spilimbergo.

Nel 1752 i fratelli BERNARDINO, GIUSEPPE e BARTOLOMEO Monaco discendenti da GIROLAMO qm. Gio. Batta primo investito, costituirono, col permesso del Governo Veneto, il patrimonio ecclesiastico al loro consorte Agrippa Cisternini, che in cambio rinunziò loro la sua porzione della giurisdizione di S. Pietro, di Ciago, e una casa e beni in Spilimbergo. E nel 1756 addì 8 maggio i detti tre fratelli ne conseguirono l’investitura. Avendo poi gli stessi offerto altri beni nella villa di Ciago, perché fossero eretti in contea giurisdizionale, la Serenissima con decreti del Senato del 7 marzo 1796 e successiva investitura del 3 giugno 1796 accordò loro il quarto della giurisdizione di S. Pietro, già dei Cisternini, delle due possessioni feudali degli stessi, d’una casa in Ciago oblata, dichiarando il tutto feudo nobile e gentile, retto e legale, con annesso il titolo di conte per discendenza maschile, e facendoli iscrivere nell’Aureo Libro dei veri titolati.

L’altro ramo detto di Vidulis, nella persona del nobile MONACO qm. Giovanni Monaco, aveva chiesto fino dal 1702 al Governo veneto di esser investito della giurisdizione della piccola villa di Vidulis con titolo di conte, offrendo a pagamento ducati 700 in contanti e terreni liberi per il valore di duc. 4000 da sottoporre a feudo. Due anni dopo, con terminazione 6 giugno 1704, il Magistrato sopra Feudi dava parere favorevole, portando però il prezzo del titolo di conte a duc. 700, e il 31 luglio di quell’anno (il relativo decreto del Senato porta la data del 5 luglio), detto nobile Monaco Monaco, veniva investito di Vidulis in ragione di feudo nobile, retto, legale, con giurisdizione in civile e criminale, maggiore e minore in prima istanza, ed iscritto nell’Aureo Libro dei titolati, con titolo di conte.

In varie occasioni la famiglia Monaco si rese benemerita del suo paese di Spilimbergo, sia sostenendo cariche pubbliche sotto i giurisdicenti del luogo, sia dando degni soggetti agli studi e alla Chiesa.

GIO. PIETRO, di Girolamo Monaco, francescano, fu definitore generale (sec. XVII); GIO. FRANCESCO, di Bartolomeo (n. 1649), da parroco di Provesano divenne canonico e vicario generale di Concordia; VINCENZO, di Guglielmo, esercitò brillantemente l’avvocatura a Venezia, poi, emigrato in Russia, non diede più contezza di sé.

Non poche alleanze contrassero i Monaco con famiglie nobili, delle quali citeremo le seguenti: Romano, del Balzero, Locatelli, Cisternini, Stella, Stainero, Lovaria, Beretta, Tealdi, di Spilimbergo, di Colloredo, Franceschinis della Villa, Querini. de Stefaneo, ecc. Il ramo di Vidulis, ora estinto, ebbe riconoscimento del titolo di nobile dal Governo austriaco con S. R. 24 nov. 1820 e 1841, e il ramo esistente venne riconosciuto anche nel titolo di conte con S. R. 25 marzo 1831 e 1841.

Nell’Elenco Ufficiale sono iscritti tanto il primo ramo coi titoli di nobile (mf.), conte di Vidulis (m.), Consignore di S. Pietro in Tavella (m.), coll’annotazione: «Estinta quanto ai maschi», come l’altro, coi titoli di nobile (mf.), consignore di S. Pietro in Tavella (m.) e conte. Questo stesso ramo venne iscritto nel Libro d’Oro della Nob. Ital. con D. P. 14 agosto 1924.

Fonti: A. Joppi: Genealogia Monaco, m.sso in Raccolta Battistella; F. C. Carreri: I conti Monaco del Friuli, in Giornale araldico, Bari 1901, pag. 10.

PIO FORTUNATO, n. Spilimbergo 17 aprile 1848, di Antonio († 1871), di Gio. Pietro, di Gio. Giuseppe, di Gio. Pietro, e della nobile Francesca dei conti di Spilimbergo. Celibe. (Bologna, via Castiglione 115).

Il conte Pio Fortunato adottò nel 1925 il signor Alberto Roversi fu Giuliano, nato a Bologna il 23 maggio 1873, marito di Francesca Cillario, figlia di Luigi Cillario e di Elena contessa Monaco, sorella questa dell’adottante. L’atto di adozione fu approvato con D. R. 9 settembre 1925 (vedi Gazzetta Ufficiale 27 aprile 1926, n. 99). L’adottato assunse il cognome Roversi Monaco.

e. d. t. [Enrico Del Torso]


Genealogia

Genealogia Monaco

Stemmi

ARMA: Troncato colla fascia d’oro sulla partizione: il 1° di azzurro a tre gigli d’oro ordinati in fascia; il 2° di rosso a tre bande d’argento col braccio armato uscente dal lato sinistro dello scudo, tenente una lancia, posta in sbarra, il tutto al naturale ed attraversante sul tutto.

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