Nembrini
Vittorio Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare italiana, Milano, 1928-32, vol. IV, pp. 809-810:
NEMBRINI GONZAGA
Antichissime sono le notizie storiche di questa nobile famiglia di Ancona, oriunda da Bergamo. Riconosce come capostipite un NEMBRINO, vivente nel 1130, che proviene da Nembro, paese vicino a Bergamo nella Val Seriana. Viene anzi asserito, da antichi scrittori, che Nembro fosse feudo dei Nembrini, i quali trassero da esso il loro cognome.
Nell’anno 1542 una parte della famiglia lasciò Nembro per Gandino, paese poco distante, ed ivi furono ricchi e potenti signori. Sono da ricordare: FRANCESCO Nembrini, che militò sotto l’Imp. Ferdinando II e combattè in varie guerre sì valorosamente, da meritare la stima dell’Imperatore che nel 1562 lo decorò con tutti i suoi discendenti in perpetuo del titolo di conte del S. R. I. Prima, e cioè nel 1560, l’aveva elevato all’alta carica di Prefetto delle Milizie. BERNARDINO, suo cugino, si dié alla carriera ecclesiastica, e salì in alto grado. Morì nel 1610 Vice-Legato di Papa Paolo V in Romagna. GIOV. FRANCESCO, nato nel 1528, fu uno dei principali fondatori del Monastero di S. Carlo in Bergamo. Sposò Maria Castelli Nob. di Gandino sorella di Giulia Castelli-Odescalchi, madre di Innocenzo XI, divenendo così zio di questo papa.
Questo ramo si trasferì in Ancona nel 1655 per raggiungere i cugini Nembrini che da circa 50 anni vi si erano fissati, forse per ragioni commerciali: fra questi è da ricordare GIOVANNI, che ebbe tre figli tra cui Lucia, che andata sposa a Giovanni Mosca patrizio di Pesaro fu madre di Elena Mosca Albani, madre di Clemente XI. GIO. PIETRO, nato a Gandino nel 1630, morto in Ancona nel 1612, fu quegli che il 6 novembre 1652, fu aggregato, insieme a tutta la famiglia, al Patriziato di Ancona per il quale onore regalò alla Comunità scudi 2000. Eresse poi la bella chiesa dei Cappuccini, la cappella ed altare di S. Antonio di Padova e la tribuna in quella di S. Niccolò.
CARLO, si dié alla carriera ecclesiastica e nel 1641 Urbano VIII, lo nominò Governatore di Terni, poi di San Severino, quindi di Montalto e infine di Fano; qui il 16 febbraio 1647 fu aggregato insieme ai fratelli e discendenti al Patriziato Fanese. Nel 1652 fu creato vescovo di Parma, da Innocenzo X. Il duca Farnese onorò lui e nipoti nel 1688 del titolo comitale. GIOVANNI, sposò Livia Ferretti dei conti di Castelferretti del ramo di S. Domenico. Era nato nel 1637 e morì nel 1679. CARLO, di Giovanni suddetto, fu fatto Alfiere della Guardia e capitano del porto di Nettuno da Innocenzo XI e di Alessandro VIII. Fu accolto nella Nobiltà Romana e per i suoi meriti guerrieri fu fatto cavaliere dell’Ordine di Sant’Iago di Spagna.
Nel 1691 fu fatto console della Repubblica di Genova in Ancona. Nel 1690 consigliere di Stato del Duca Ferdinando Carlo Gonzaga il quale con ampio Diploma 31 ottobre 1693 creò lui e suoi discendenti Marchese di S. Damiano, dandogli anche facoltà di accollare allo stemma Nembrini quello di Casa Gonzaga e di aggiungere il cognome Gonzaga. Nel 1694, lo fece suo Ministro di Stato. Egli con tutti i suoi discendenti fu aggregato al Patriziato Fanese il 2 giugno 1697.
ALESSANDRO, nacque 14 settembre 1736 e morì il 6 febbraio 1818. Sposò la marchesa Maria Trionfi. Fu Ciambellano del Duca di Modena; membro della Reggenza di Ancona dopo caduta la Repubblica Romana. CESARE, n. 27 novembre 1768 si fece gran nome nella carriera ecclesiastica. Pio VII lo nominò Legato in Ascoli e poi a Frosinone. Quando il Papa fu deportato si ritirò in patria. Nel 1814 ritornato Pio VII, fu destinato alla Delegazione di Perugia; quindi Pro-Legato a Forlì e Ravenna e poi Legato a Mantova. Fu prelato di Camera, Prefetto degli Studi e Vicario della Basilica Vaticana. Leone XII lo elesse il 24 maggio 1824 vescovo di Ancona. Pio VIII nel concistoro del 27 luglio 1829 lo creò cardinale dell’ordine dei Preti col titolo di S. Anastasia. Fu molto benemerito della città di Ancona per gli Studi del Clero, per il commercio e per l’opera da lui prestata durante il colera del 1836. Morì a Numana il 5 dicembre 1837 lasciando la ricca libreria alla. Patria e gli averi ai poveri.
LORENZO, suo nipote, figlio di Giuseppe, fu ucciso il 2 aprile 1849 nelle sale del Casino Dorico, per motivi politici, dalla Carboneria.
ALESSANDRO, di Carlo, nacque nel 1846 e morì il 29 settembre 1907. Fu cameriere segreto di Spada e Cappa di Leone XIII e poi di Pio X. Ricoprì molte cariche nel comune e nella Provincia di Ancona. Fu assai benemerito delle Associazioni cattoliche.
GIOVANNI, di Alessandro, n. 1875, fu dottore in scienze naturali; morì senza figli il 16 febbraio 1923.
CARLO, di Alessandro n. 1873 fu allievo del Carducci, e dottore in belle lettere. Ricoprì molte cariche pubbliche in Ancona e Numana. Fu benemerito delle Associazioni cattoliche ed era ritenuto uno dei capi del movimento conciliatorista. Morì 10 novembre 1915.
La famiglia è iscritta nel Libro d’Oro della nob. Ital. (D. M. 12 novembre 1909) e nell’El. Uff. Nob. Ital. con i titoli di Patrizio di Ancona (mf.), nobile di Fano (mf.), conte (m.), marchese di S. Damiano (mpr.), nobile dei marchesi di S. Damiano (mf.), ed è rappresentata da: ALBERTO Nembrini-Gonzaga, n. in Ancona 28 marzo 1900 dai fur. Marchese Carlo (1873-1915) e Anna Maria dei Marchesi Rangoni-Santa-Croce († 1910); dottore in scienze economiche; med. comm. guerra 1915-1918. Sposò 12 settembre 1929 nobile Maria Benadducci di Tolentino, da cui: Alessandra, n. Ancona 17 ottobre 1930.
Sorella: Virginia, n. 10 novembre 1902.
Zia: Maria, n. 2 aprile 1877 dal marchese Alessandro (1846-1907) e fu Giovanna Zauli Naldi, nobile di Faenza.
p. c. b. o. [Pier Carlo Borgogelli Ottaviani]
Ivi, Appendice, Parte II, p. 392:
Figlie di Alberto e detta Nob. Maria Benadduci di Tolentino:
Alessandra, n. ad Ancona 7 ottobre 1930; Annamaria, n. a Numana 1° agosto 1932.
Sorella di Alberto: Virginia, n. 10 novembre 1902, spos. 1° giugno 1933 col Comm. Dott. Rag. Alfredo Scivi di Firenze.
v. s. [Vittorio Spreti]
Indice
Genealogia
Stemmi
ARMA: Di argento alla croce di rosso patente, accantonata da 4 aquilotti di nero affrontati (Gonzaga); in cuore uno scudetto d’azzurro alla spada di argento e alla clava di verde passate a croce di S. Andrea, e accontonate da quattro stelle (6) di oro.
ORNAMENTI: Lo scudo dello stemma è accollato all’aquila bicipite imperiale.
MOTTO: Fides
Storia
Personaggi
Dimore
Ancona