Oldofredi
Vittorio Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare italiana, Milano, 1928-32, vol. IV, pp. 886-889:
OLDOFREDI TADINI.
La prima denominazione di questa famiglia fu «degli Isei» così chiamata per aver essa signoria feudale sul grosso borgo di Iseo, sulla sponda bresciana del lago omonimo. Tralasciando le origini leggendarie che parecchi storici attribuiscono, - e tra questi il Sansovino, che assegna come loro capostipite un Barone vivente alla corte di Pertarito Re dei Longobardi, e venendo alla storia documentata ecco presentarsi nel 1152 LANFRANCO e GIACOMO da Iseo, dinnanzi all’Imperatore Enrico VI di Svevia, per definire la contesa fra bresciani e bergamaschi e apparire il secondo di essi tra i testimoni della città di Brescia che giurarono il patto di alleanza fra Milano, Brescia, Bergamo, Cremona e Lodi il 7 maggio 1167, un mese dopo la Lega di Pontida. Ancora un GIACOMO scorgiamo il 5 dicembre 1200 firmare un patto di amicizia fra bresciani e cremonesi nel 1238, e un GRAZIADIO da Iseo essere spedito a Milano per trattare la pace coi Commissari di Federico II, ma furono trattative vane e ne venne il memorabile assedio di Brescia. Secondo Cesare Cantù, sembra che gli Oldofredi parteggiassero nel 1258 per Ezzelino da Romano. GIACOMINO II è il personaggio di questa famiglia la di cui figura si scolpisce per primo più fortemente nella storia bresciana. A capo, con Gotardo Gambara, nel 1305 dei Ghibellini bresciani, fu Podestà di Milano nel 1315 e 1321. Combatté nel 1321 contro Roberto d’Angiò, Re di Sicilia, ed aiutò Marco Visconti nella presa di Vercelli, ma fu sconfitto poco dopo a Bassignana dai partigiani di Raimondo della Torre. Morì nel 1325, e fu seppellito in un’arca che ancora esiste di fianco alla porta della Parrocchiale di Iseo.
OLDOFREDO da Iseo, fu Podestà di Vicenza nel 1335 e sepolto nella chiesa di S. Francesco in Brescia; devesi a lui e ad altri di sua famiglia la prima idea della derivazione dall’Oglio del grande canale di irrigazione denominato Fusia. Un GIACOMO III, fu Podestà di Cremona (1363), e di Parma (1366).
I ghibellini Oldofredi militarono, sempre in quel periodo, nell’orbita dei Visconti ed è noto il figlio di Oldofredo: GIOVANNI, che, Capitano di Bernabò, assalì e prese Castelli e Borghi nel bresciano e nel bergamasco, e ottenne da quel signore di Milano il titolo di Conte di Iseo e di Val Bracciana, mentre poi egli era Vicario di quasi tutta la regione chiamata Franciacorta e possedeva villaggi e castelli sulla sponda orientale del Lago. Fra i Cavalieri insigniti da Gian-Galeazzo Visconti in S. Maria della Scala il 25 giugno 1392 troviamo un ARRIGHINO, di questa famiglia, il quale poi fu privato coi fratelli di tutte le loro terre e feudi nel 1404, da Pandolfo Malatesta, Signore di Brescia.
Caduta la signoria del Malatesta, GIACOMINO, figlio di Giovanni, fedele amico di Filippo Maria Visconti fu da questi inviato Ambasciatore presso l’Imperatore in molte e difficili missioni dal 1418 al 1438, e con istrumento del 17 luglio 1439 fu confermato da Filippo Maria nel feudo antico per 10.000 fiorini e con successivo mandato del 20 agosto il Procuratore Ducale Corradino de’ Capitani da Vimercate investì Giacomino del Contado di Iseo e della Riviera e territorio di Pisogne, mentre l’Oldofredi retrocedeva al Duca la signoria su Candia in Piemonte, Pandino e Villaregia.
Non si sa come e quando gli Oldofredi perdessero nuovamente la signoria d’Iseo; certo si è che nel 1482, quel feudo era tenuto da un castellano per conto di Gian Galeazzo Sforza. La famiglia però, anche se priva del feudo avito, ebbe nei secoli posteriori vita rigogliosa in Brescia, mentre parecchi rami si diffondevano in altre città d’Italia. Di questi è celebre sopratutti quello di Cesena, che ebbe da Sigismondo Malatesta nel 1443, il feudo di S. Mauro, e nel 1460, quello di Gambettola e Bosco. Un GOTTIFREDO, fu uno dei più intrepidi condottieri di Malatesta Novello.
Gli Oldofredi, trasferitisi in Brescia, vennero ammessi nel patriziato e iscritti nel Consiglio Generale: così lo furono, di padre in figlio, ERCOLE di Tomaso, n. attorno al 1550, TOMASO (n. 1606), marito di Paola Secchi e padre di ACHILLE, che sposò la nob. Livia Corradelli dalla quale nel 1686 ebbe Ercole II.
Questi sposò Vittoria Tadini, della nobile famiglia cremasca. Il padre di costei, Girolamo, quale figlio ed erede della propria madre Vittoria Martinengo, venne investito del feudo di Urago d’Oglio che passò all’unico suo figlio GABRIELE Tadini; e allorché egli morì, la sorella di lui, Vittoria, maritata al nob. Ercole Oldofredi, venne investita con Ducale 10 maggio 1769, del medesimo feudo. Quando poi essa morì, i diritti sopra Urago passarono, in virtù, della Ducale 26 febbraio 1775, al primo dei suoi figli, TOMASO GIUSEPPE (n. 1722).
Da quest’ultimo nacquero GEROLAMO e GIACOMO, e la famiglia si suddivise in due rami. Il primo, che aggiunse al proprio il cognome dell’ava paterna Tadini, venne confermato nel titolo di conte con Sovrano Rescritto 20 novembre 1816, fu Prefetto di Modena, poi di Bologna. Cavaliere del S. M. O. di Malta, Comm. dei SS. Maurizio e Lazzaro, Vice Presidente del I. R. Governo di Milano. Dalla nobile Taddea Longhena, ebbe due figli: ERCOLE (n. 1810, m. 1877), e PIETRO (n. 1814). Il primo dei due, Ercole, fu nel 1848, Commissario a Bergamo, in nome del Governo Provvisorio di Lombardia e in quell’occasione fu dall’Austria condannato a morte e impiccato in effige, esulò poscia in Piemonte ove fu per due Legislature Deputato nel Parlamento Cisalpino. Accompagnò il Conte di Cavour al Congresso di Parigi ed ebbe poi delicati incarichi diplomatici. In compenso di tali benemerenze fu nominato comm. dei SS. Maurizio e Lazzaro, Prefetto di Bologna ed infine nel 1861, Senatore del Regno. Egli sposò nel 1839 la Marchesa Maria Terzi figlia del Marchese Luigi e della principessa Elisabetta Galitzin. Da essi nacquero: 1) GEROLAMO (n. 1840, m. 1919), fu artista, scultore, Direttore dell’Accademia Albertina di Torino. Gentiluomo di Corte di S. M. la Regina Margherita e Balì del S. M. O. di Malta; 2) Elisa (nata nel 1842), sposò il nob. Walter Craven; 3) Giulia (nata nel 1846), sposò il Marchese Artemio Seyssel d’Aix; 4) TEODALDO (n. 10 giugno 1844), che fu ufficiale d’artiglieria e fece la Campagna del 1866, col Generale Medici in Tirolo, distinguendosi al passaggio del Cismon. Lasciato il servizio, sposò la Sig. Lina Cecconi, da cui ebbe: a) Gabriella, sp. al Colonnello Vincenzo Tessitore com. il V° regg. Alpini; b) Elisa, morta d’infezione tetanica presa al fronte durante la guerra quale infermiera della Croce Rossa. Fu decorata di medaglia d’argento per benemerenze di Sanità Pubblica; c) Paola, infermiera della Croce Rossa sempre al fronte e decorata di croce di guerra e di medaglia al valor militare; d) GEROLAMO, fu aviatore durante la guerra; è sposato ed ha una figlia Maria Teresa (n. 1917).
La famiglia è iscritta nell’El. Uff. Ital. con titoli di Conte (mpr.) Nobile (mf.) in persona di TEODALDO e GEROLAMO.
f. l. [Fausto Lechi]
OLDOFREDI
È un’altro ramo della antica famiglia di cui al cenno precedente, distaccatosi sulla fine del secolo XVIII.
Da TOMASO GIUSEPPE Oldofredi, figlio di Vittoria Tadini, nacquero: GEROLAMO e GIACOMO; dal primo discesero gli Oldofredi Tadini e dal secondo questo ramo. Giacomo ebbe tre figli: COSTANZO, che fu paggio dell’Imperatore Napoleone I, fece nell’esercito Napoleonico le guerre di Spagna e di Russia e fu ferito mortalmente a Jutterbach, e LUIGI, il quale dalla moglie nob. Lucia Monti ebbe:
a) ORAZIO (n. 1805-1883) che trattò nel 1848 col Generale Benedeck la capitolazione di Pizzighettone ove egli era Commissario Distrettuale. b) GEROLAMO il quale, stabilitosi in Germania, ove aveva sposata una baronessa Hager, divenne ufficiale dell’esercito prussiano, e ferito nel luglio 1866 alla battaglia di Skalisch, fu pensionato col grado di Generale.
Orazio sposò in prime nozze Maria Formenti dalla quale ebbe EMILIO (1833-1898), notaio e LUIGI, colonnello dell’esercito italiano, morto senza discendenza. In seconde nozze sposò Martina Avanzi dalla quale nacque BERNARDO (1851-1915), morto celibe. Emilio si ammogliò con la contessa Marzia del Conte Carlo Martinengo Cesaresco Novarino (1841-1920) e ne ebbe un figlio, ORAZIO (n. 20 febbraio 1875).
La famiglia è iscritta nell’El. Uff. Ital. con titoli di Conte (m.) Nobile (mi) in persona di ORAZIO.
f. l. [Fausto Lechi]
Indice
Genealogia
Stemmi
OLDOFREDI
ARMA: Di rosso al leone rampante di oro, linguato di rosso e armato di nero col capo d’oro a tre aquile di nero coronate del campo, poste in fascia.
OLDOFREDI TADINI.
ARMA: Inquartato: Nel 1° e 4° di rosso al leone rampante di oro linguato di rosso ed armato di nero, col capo d’oro a tre aquile di nero coronate del campo poste in fascia; (Oldofredi); nel 2° e 3° d’argento a un capriolo di rosso accostato da tre torri dello stesso poste due fuori ed una dentro il capriolo, col capo d’argento ad una aquila di nero coronata d’oro.
Storia
Personaggi
Dimore
Brescia
Cuneo, Roma (Oldofredi Tadini)
Sepolture
Iconografia
Dipinti e Ritratti
Archivio fotografico
Fonti
Bibliografia
http://www.treccani.it/enciclopedia/oldofredi/