Ponte (da)

Da EFL - Società Storica Lombarda.
Spreti, vol. V, p. 444

Vittorio Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare italiana, Milano, 1928-32, vol. V, pp. 444-445:

PONTE (da) o DAPONTE

Hanno origine antichissima nella provincia di Bergamo e si trapiantarono in Brescia nella seconda metà del sec. XVI.

Tra le schede di un erudito bergamasco, il Mozzi, si trovano menzionati un Adamo de Ponte de Lemine (d’Almenno) nei 1125, un Alberto nel 1148, un Moresco nel 1171, un Guglielmo nel 1220, a tacere di molti altri dei quali non sarebbe difficile tracciare una regolare serie genealogica. Da questo ceppo lombardo è supposizione non azzardata che abbiano a discendere anche le famiglie dello stesso nome che vissero nel Veneto e delle quali una assurse, col patriziato, alla gloria dogale.

Sulla scorta delle preziose schede del Mozzi e di documenti esistenti nell’Archivio notarile di Bergamo, un membro di questa famiglia, studioso di grande valore, il Dott. Pietro da Ponte, raccolse gran copia di note, delle quali ampiamente andammo valendoci per la compilazione del presente cenno, e potè sicuramente stabilire una ininterrotta e rigorosa genealogia.

Il capostipite certo, vivente nel 1320, è ALBERTO, detto Bonachà «de Maronibus de Ponte Sancti Petri» (l’odierno Ponte San Pietro in provincia di Bergamo) che fu Cavaliere Gaudente, di quell’ordine civile e religioso fondato a Bologna nel 1261 con l’intento di pacificare gli animi divisi dei cittadini. Frate Alberto da Ponte è pure ricordato nella storia che scrisse il Federici su quei Cavalieri. Da questa origine la famiglia si suddivise in più rami: quella di RUGGERO q. Alberto, vivente tra il 1335 e il 1360, «dictus Ginus dictus Scotus» che sembra essere il capostipite degli Scotti bergamaschi; il ramo dei Lorini, quello dei Maroni, così denominati da soprannomi famigliari, i quali si dicono estinti, come sono estinti i da Ponte discendenti da PONTALLO, altro figlio di Alberto, che finirono nel Cinquecento con GIOVANNI PIETRO q. Francesco, q. Zebedeo, giudice di Collegio e consigliere in Bergamo, estinti dopo aver ricoperto per varie generazioni le prime cariche pubbliche in quella città e aver stretto cospicue alleanze. L’unica figlia di Giovanni Pietro sposò il conte Bartolomeo Martinengo Colleoni signore di Malpaga.

Dopo ciò si può dire che l’antico cognome della famiglia di Bergamo è sopravvissuto nel solo ramo bresciano.

BERTOLINO, figlio di frate Alberto, che, essendo collaterale del sopranominato Zebedeo, risulta appartenente a famiglia già ascritta al Consiglio Nobile di Bergamo, ebbe GIOVANNI padre di FEDERICO il quale nel 1442, essendo tra i maggiorenti del paese di Martinengo nel Bergamasco, dove aveva preso stanza la famiglia, giurò fedeltà alla Repubblica di Venezia; egli aveva sposato una Elisabetta Colleoni, da cui ebbe GASPARE, che viveva nel 1465 e che pure ricoprì cariche importanti nel suo paese.

Da GIROLAMO, suo figlio, nacque TESEO che fu padre di GEROLAMO, colui che andò ad abitare in Brescia dopo il 1570 e dove ebbe da una Lucrezia Mombelli, nel 1584, FRANCESCO TESEO, il quale, battezzato nella parrocchia di S. Nazaro e tenuto al sacro Fonte da un Martinengo, sposò nel 1607 Ippolita q. Sforza de Serni da cui ebbe cinque figli tra i quali GIOVANNI BATTISTA (n. 1625), che, con la moglie Claudia Tabarrini, continuò la famiglia. Fu suo figlio, tra gli altri, FRANCESCO TESEO (n. 1652) marito di Aurelia Tommasi Cavalieri, padre di FAUSTÌNO IGNAZIO (n. 1704, † 1772) notaro in Brescia; dei suoi due figli, avuti da Orsola Grassi, GLISENTE (n. 1740) fu Padre Servita, dotto teologo del S. Ufficio e GIOVITA FRANCESCO (n. 1735, † 1799) fu Console dei mercanti. Questi, che col fortunato commercio diede una posizione elevata alla propria famiglia, dalla moglie Rosa Alberti ebbe dieci figli. Di costoro PIETRO FRANCESCO (n. 1763) fu Giudice del Tribunale di Commercio e Consigliere Generale del Dipartimento del Mella, poi Cavaliere Aurato e Conte Palatino Lateranense; FAUSTÌNO MARIA (n. 1782) fu Ufficiale nei Dragoni dell’esercito napoleonico e Faustina, una delle sei figlie, fu madre del patriota e letterato Giovita Scalvini.

Pietro sposò Teresa Faustini, ultima della nobile famiglia bresciana, e ne ebbe, tra gli altri, GIOVITA (n. 1792) notaro, ardente patriota, LODOVICO (n. 1801) medico, cav. dei SS. Maurizio e Lazzaro e CARLO (n. 1795, † 1870), Commissario del Governo Provvisorio di Brescia al campo di Carlo Alberto nel giugno 1848, il quale prese in moglie nel 1831 la nob. Giulia Guicciardi della illustre famiglia valtellinese. Da questo matrimonio nacquero due figli che, in modi diversi onorarono altamente la famiglia: il secondogenito CESARE (n. 10 ottobre 1833) dott. in legge, fu luogotenente nei Granatieri e morì, combattendo valorosamente nella guerriglia del brigantaggio borbonico, il 2 febbraio 1861 sotto Banco in Sicilia; il primogenito PIETRO (n. 19 ottobre 1832, † 28 gennaio 1918) dott. in Legge, fu segretario dello zio Guicciardi Governatore di Mantova nel 1866. Dottissimo cultore d’arte e di storia, si occupò con singolare profondità di cose storiche e araldiche in particolar modo bresciane. Membro della Deputazione dì Storia Patria e corrispondente della R. Consulta Araldica e di molte Accademie, Ispettore degli Scavi e Monumenti. Fu cav. uff. dei SS. Maurizio e e Lazzaro e Comm. della Corona d’Italia. Ebbe riconosciuta con Decr. del 1897 l’antica nobiltà, quale discendente dal cavaliere Alberto, nonché l’Albero genealogico documentato da quello stipite ai giorni nostri.

Dalla nob. Teresa Sertoli da Sondrio (n. 1846) sp. nel 1864 ebbe:

1) CESARE (n. 25 gennaio 1865, † 16 febbraio 1929) Comm. della Corona d’Italia, Membro della Commissione Araldica di Lombardia, benemerito della pubblica assistenza in Brescia, marito della nob. Elisa Sertoli (n. 1871, † 10 maggio 1929) morto senza discendenza.

2) Marianna (n. 1873, † 1895).

3) Giulia (n. 2 settembre 1886) sp. al nob. Diego Sertoli.

La famiglia è iscritta nel Libro d’Oro della Nob. Ital. e nell’El. Uff. Nob. Ital. col titolo di nobile.

f. l. [Fausto Lechi]


Genealogia

Genealogia da Ponte

Stemmi

ARMA: Partito: nel 1° troncato: a) d’azzurro al sole d’oro; b) di argento al tronco secco d’albero al naturale nodrito nella punta sulla campagna di verde, sormontato da una sbarra arcuata di rosso e mattonata d’argento; nel 2° di verde all’aquila d’oro coronata dello stesso.

Stemmi famiglia da Ponte

Storia

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Brescia

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