Porta

Da EFL - Società Storica Lombarda.
della Porta (Spreti, vol. V, p. 469)
Della Porta (originari di Porto Vartravaglia [Spreti, vol. V, p. 470])
Porta (Spreti, vol. V, p. 470)
Porta Spinola (Spreti, vol. V, p. 471)
della Porta Rodiani Carrara (Spreti, vol. V, p. 472)
Porta (Signori di Geronico al Piano [Spreti, App., II, p. 491])

Vittorio Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare italiana, Milano, 1928-32, vol. V, pp. 469-473:

PORTA (della)

Questa famiglia fu nobilitata con diploma 17 maggio 1825 dall’imperatore Francesco I d’Austria, il quale creava cavaliere dell’Impero Austriaco per sé e discendenti FRANCESCO Della Porta, presidente dell’I. R. Tribunale d’Appello in Milano.

La famiglia è iscritta nell’Elenco Uff. della Nob. Ital. col titolo di cavaliere (mf.), in persona di:

ANDREA, n. a Milano 7 settembre 1835, figlio di Antonio (n. a Mantova nel 1787, da Francesco e Teresa Fara, † il 28 luglio 1851) e di Marianna Bertoglio (n. a Milano, 1804, † il 29 settembre 1871); sp. con Isabella Silvestri.

Figli: 1) ANTONIO, n. a Milano il 16 aprile 1893; 2) FRANCESCO, n. a Milano il 10 aprile 1897; sp. ivi il 10 gennaio 1923 con Raimonda Visconti di Modrone, figlia del conte Giovanni e di Elisabetta Castelbarco. Figlia di Francesco: Edoarda, n. Milano, 23 novembre 1923.

Fratello: EUGENIO, n. Milano il 6 settembre 1841; sp. con Angela Mandati. Figli di Eugenio: 1) LUIGI, n. Caravaggio il 2 marzo 1877; 2) Marianna, n. Caravaggio il 30 maggio 1878.

Nel dicembre del 1928, FRANCESCO, di Andrea, il quale è entrato nella carriera diplomatica, domandava l’iscrizione sua e della figlia Edoarda nel Libro d’Oro della Nob. Ital. col titolo di cavaliere dell’Impero Austriaco e con le qualifiche di don e donna.

c. m. [Cesare Manaresi]


PORTA (Della)

La famiglia Della Porta, che fino a tutto il sec. XVII fu indicata anche col cognome Porto e Porta, è oriunda di Porto Valtravaglia, ottenne il riconoscimento della nobiltà con decreto del r. i. Tribunale Araldico 12 ottobre 1771 avendo provato don ALESSANDRO Porta di discendere da un GIROLDINO, figlio di Tomaso, da Porto qualificato negli istrumenti col predicato di nobile e che anche nelle successive generazioni la sua famiglia fu trattata con predicati nobiliari secondo l’uso dei rispettivi tempi.

Secondo l’albero genealogico approvato dal Tribunale Araldico, dal detto Giroldino, il quale fece testamento nel 1542 fondando un giuspatronato a favore dei suoi discendenti nella chiesa parrocchiale del luogo di Porto Valtravaglia sotto il titolo di S. Michele al Cappello, nacque GIOVANNI ANGELO, il quale premorì al padre, lasciando il figlio BENSPERANDO (1551-1586); questi generò GIO. ANGELO iuniore (1583-1606), il quale fu padre ad IPPOLITO (1627-1632). Da Ippolito venne in luce CARLO, il quale testò nel 1659 istituendo una cappellania di giuspatronato nell’oratorio di S. Maria nel luogo di Casalzuigno. Figlio del predetto Carlo fu FRANCESCO (1659-1702), il quale nel 1677 era al servizio dell’imperatore e capitano di un corpo di fanteria istruito a sue spese; ebbe in moglie Virginia Arese, del fu giureconsulto collegiato Alessandro. Da lui nacque nel 1668 il signifero ALESSANDRO, che sposò Elisabetta Besozzi di Gio. Maria.

Da Alessandro nacque CARLO BARTOLOMEO (1722-1763) il quale fu padre di quell’ALESSANDRO che ottenne il riconoscimento dal Tribunale Araldico nel 1771.

CESARE, figlio del predetto Alessandro, fu confermato nell’antica nobiltà di sua famiglia con S. R. 28 gennaio 1817.

La famiglia è iscritta nell’Elenco Ufficiale della Nobiltà Italiana col titolo di nobile (mf.), e col trattamento di don e donna; ha chiesto nel dicembre 1929 l’iscrizione nel Libro d’Oro.

Estinta quanto ai maschi, è oggi rappresentata da:

MARIA, n. a Milano il 2 agosto 1890, sposata a Milano il 18 ottobre 1909 con l’ing. Alessandro Trabattoni del fu Carlo, figlio di Cesare (nato a Casorezzo l’11 febbraio 1867, sposato a Milano il 23 ottobre 1889 con Rosa Zucchi del fu Natale), di Raffaele (n. Milano, parr. di S. Ambrogio, 17 marzo 1822, sposato ivi l’11 dicembre 1865 con donna Luigia Cernezzi, figlia di don Carlo), di Cesare predetto, confermato nella nobiltà nel 1827 (sposato a Milano, S. Pietro alla Vigna, 21 settembre 1809).

Sorelle: Luigia, nata a Milano, 31 ottobre 1891, sposata ivi il 24 settembre 1921 con Paolo Bianchi; Isabella, nata a Milano il 9 giugno 1897, sposata ivi il 5 settembre 1921 con Gian Carlo Meregalli.

c. m. [Cesare Manaresi]


PORTA

Altra linea della famiglia di questo nome, oriunda di Porto Valtravaglia. Ottenne il riconoscimento della nobiltà con decreto 6 febbraio 1772 del Tribunale Araldico, in persona del nobile giureconsulto don GAETANO, figlio del nobile don Carlo Maria. Fu poi confermata nel titolo di nobile con Sovrana Risoluzione 10 aprile 1816 a favore di CARLO MARIA e di GIULIO CESARE, l’uno figlio, l’altro abbiatico del predetto don Gaetano.

La genealogia dei Porta comincia da un Giroldino de Portu, qualificato «nobilis dominus» in atto del 1514, 1519 e 1542, il quale fondò un beneficio ecclesiastico sotto il titolo di S. Michele alla Cappella nella chiesa parrocchiale del luogo di Porto Valtravaglia, riservandone a sé ed ai suoi discendenti legittimi il giuspatronato. Da Giroldino nacquero GALEAZZO e GIO. ANGELO. Il primo diede origine alla linea degli attuali iscritti; il secondo diede origine alla linea di don ALESSANDRO che ottenne il riconoscimento dal Tribunale Araldico con decreto 12 ottobre 1771. Da Galeazzo (1542-1544), venne in luce RAFFAELE (1569-1574), che fu padre di BONIFACIO (1569-1574, 1592, 1606). Da Bonifacio, il 20 febbraio 1634 nacque GIULIO CESARE, che nel 1667 esercitò il diritto di giuspatronato istituito dal capostipite Giroldino. Egli fu padre di CARLO MARIA, che nacque il 29 marzo 1660 ed era ancora vivo nel 1736. Da Giuseppina Maria Delfinoni, sua moglie, Carlo Maria ebbe il figlio GAETANO (n, Milano, S. Giorgio al Palazzo, 7 ottobre 1706), che nel 1772, come si è precedentemente accennato, ottenne il riconoscimento dell’antica nobiltà dal Tribunale Araldico. Sposò Giulia Maderna, dalla quale ebbe il figlio CARLO MARIA, nato a Milano, S. Giorgio al Palazzo, il 6 dicembre 1746.

Da Carlo Maria e da sua moglie Maria Pozzotti, sortì i natali GIULIO CESARE, nominato insieme col padre nella Sovrana Risoluzione del 1816. La famiglia è iscritta nell’Elenco Uff. Ital. col tìtolo di nobile (mf.), e trattamento di don e donna in persona di:

PIER CAMILLO, n. a Milano il 12 marzo 1875 (spos. a Pavia il 12 agosto 1916 con Amalia Aschieri), figlio di Carlo Maria (n. a Milano, S. Tomaso, il 3 febbraio 1830, spos. a Milano, S. Francesco da Paola il 9 aprile 1864 con Maria Ballabio), di Cesare (n. a Milano, S. Tomaso, il 12 giugno 1787; spos. con Giuseppina Candiani; † a Milano, il 30 giugno 1862), di Carlo Maria e di Maria Pizzotti.

Sorella: Carolina, n. a Milano il 3 marzo 1867.

f. f. [Francesco Forte]


PORTA SPINOLA

Questa famiglia è un ramo della precedente, al quale diede origine LUIGI, altro figlio di GIULIO CESARE e di Giuseppa Candiani. Avendo Luigi sposato Giulia Spinola, ENRICO, suo figlio, fu autorizzato ad aggiungere al proprio cognome quello Spinola con Decreto Reale 18 gennaio 1903. È iscritta nell’El. Uff. Nob. Ital. col titolo di nobile (mf.), trattamento di don e donna, in persona di:

CESARE, n. Mariano Comense, 1° aprile 1903, † 11 settembre 1930, figlio di Enrico (n. Milano, 20 dicembre 1860, spos. Carimate, 15 aprile 1891 con donna Elena Arnaboldi Gazzaniga, † 10 dicembre 1918), di Luigi (spos. con Giulia Spinola), di Giulio Cesare (spos. con Giuseppa Candiani). Fratello: ANDREA, n. Mariano Comense, 28 luglio 1906.

f. f. [Francesco Forte]


PORTA (della) RODIANI CARRARA

Ramo della famiglia Della Porta di Como, antichissima, nobile e decurionata di quella città, e della stessa stirpe dei Della Porta di Piacenza, staccatosi nel XVI sec. quando un monsignor BRUTO, prosigillatore della S. Penitenzieria Apostolica, si stabilì in Roma ed ebbe palazzo presso i SS. Apostoli. Era questi figlio del conte Francesco Maria e dell’ultima Quintili, patrizia romana, per cui ebbe l’eredità del palazzo Quintili presso Monte Citorio, poi venduto ai De’ Cinque. Ma già fin dal 1527 MELCHIORRE della Porta, di Como, suo congiunto, erasi portato a Roma e sposato con Bartolomea Marganti, patrizia romana e nel 1569 era stato ascritto egli pure, con tutta la famiglia, al patriziato romano. Melchiorre fondò un fidecommisso nel 1588. GIROLAMO, suo figlio, fu priore dei Caporioni e nel 1623 sposò Ersilia di Orazio Altieri e nipote del pont. Clemente X. Un altro figlio di Melchiorre, MARCANTONIO, fu conservatore nel 1615-1622, fondò la cappella gentilizia in S. M. in Trastevere e sposò Virginia di Felice Floridi e di Giulia Ruspoli, nobili romani. FRANCESCO, di Marco Antonio, nel 1646 e 1680 fu priore dei Caporioni e nel 1648 e 1666 conservatore in Campidoglio, sposò Laura Rodiani, nobile romana e cremasca, ereditiera di sua casa e che portò nei Della Porta il palazzo Rodiani in via Condotti. Dei suoi figli MARCO ANTONIO fu caporione per bussolo e poi prelato e cameriere d’onore di papa Clemente X e canonico in S. Maria in via Lata. Anche CARLO fu caporione per bussolo ed avendo sposato Francesca Eleonora Antifasi Gigli, nobile ereditiera fiorentina, si trasferì nei palazzi della moglie presso la Lungara. Dei figli di Carlo, il ramo d’INNOCENZO, che fu erede degli Antifasi Gigli, si spense con Laura, sposa di Gaetano Carrara, nobile di Terni. Il conte Innocenzo Carrara, nipote di Laura, testò a favore dei Della Porta. GIROLAMO, secondogenito di Carlo, fu priore dei Caporioni nel 1716, 1717 e 1722; sposò Clotilde Stefanoni del marchese Giuseppe, nobile di Terni. CARLO, suo figlio, fu conservatore nel 1801, 1806 e 1816 e sposò Livia Vivaldi Armantieri, del marchese Francesco Saverio e di Giacinta Capizucchi e il suo ramo si estinse in due femmine, l’una sposata al principe Massimo, l’altra al duca Caffarelli; GIUSEPPE, fu Patriarca di Costantinopoli, cardinale vicario di Roma e morì il 15 gennaio 1841; MELCHIORRE appartenne al corpo delle Guardie Nobili e sposò Carolina del cav. Folo, celebre incisore di rami, e che passò in seconde nozze col principe Pietro Odescalchi dei duchi di Sirmio e Bracciano; AUGUSTO, figlio di Melchiorre, fu valente grecista e latinista e interprete di quelle lingue alla Biblioteca Vaticana.

Oltre all’ascrizione al patriziato romano nel 1569, furono creati conti nel 1716 e succedettero al nome e titoli dell’estinta famiglia dei conti Rodiani nobili cremaschi e nobili romani nel 1617 e al nome e titoli dei conti Carrara patrizi di Terni nel 1838. Furono ricevuti nell’Ordine di Malta nel 1843.

La famiglia è iscritta nell’Elenco Uff. Nob. Ital. coi titoli di conte (m.), patrizio Romano (mf.), in persona di: SAVERIO, di Melchiorre, di Carlo, di Gerolamo.

Figlio: PIER MELCHIORRE.

PIETRO, di Augusto, di Melchiorre, di Carlo, di Gerolamo.

Figli: Carolina in Bini, ENRICO, AUGUSTO, GIORGIO, GERARDO, LADISLAO, Ginevra, ARDICINO.

Figlio di Enrico: GIACOMO. Figlio di Augusto: ADRIANO. Figlio di Giorgio: ENRICO.

Fratelli di Pietro: INNOCENZO, IGNAZIO (†).

Figli di Innocenzo: Raffaella in Ceccopieri, GUGLIELMO, Augusta.

Figlie di Ignazio: Giuliana e Bianca.

v. s. [Vittorio Spreti]


Ivi, Appendice, Parte II, pp. 491-493:

PORTA

Antica famiglia patrizia di Como. L’imperatore Ferdinando II, mediante diploma dato a Vienna il 30 luglio 1626, interinato dal Senato di Milano il 23 luglio 1635, conferì a FRANCESCO, di Pompeo, di Andrea, il titolo di barone dei S. R. I. (mf.) (A. S. M. Governo, p. a., Araldica, cart. 109, fasc. Porta). Con altro diploma di Filippo IV, re di Spagna e duca di Milano, in data 17 settembre 1629 (interinato dal Senato il 21 aprile dell’anno seguente), lo stesso Francesco fu investito del feudo di Geronico al Piano. Nel 1635, per altre benemerenze, l’imperatore Ferdinando II concesse a Francesco e ai suoi discendenti maschi da maschi il titolo di conte palatino (diploma dato a Vienna il 12 febbraio 1635, interinato il 6 ottobre 1639, ibidem); infine con Sovrana Risoluzione 23 ottobre 1822 la famiglia ottenne la conferma dell’antica nobiltà e del titolo di barone in persona di PIETRO PAOLO, discendente dal predetto Francesco (A. S. M. Governo, p. m., cartella 152, fasc. Porta), il cui stemma gentilizio fu delineato nel Codice Araldico Lombardo (p. 228). Da CARLO, fratello del detto Pietro Paolo, nacque PIETRO ANTONIO, a favore del quale, con Sovrana Risoluzione 12 agosto 1839, fu confermata la sola nobiltà.

La genealogia di questa famiglia si ricava dal precitato diploma del 1635 con cui fu conferito a Francesco il titolo di conte palatino. In detto diploma, infatti, premessi alcuni cenni generici sull’antica nobiltà della famiglia, sono ricordati: BEARDO, elevato all’onore degli altari; GRAZIANO, resosi celebre per la sua grande dottrina al sesto Concilio di Costantinopoli, durante il quale fu elevato da papa Costantino I di Siria alla dignità di Vescovo di Novara; e due figli di ARDICINO, l’uno consigliere dell’imperatore Sigismondo, poi avvocato concistoriale e correttore di Brevi pontifici al tempo di Martino V, l’altro consigliere dell’imperatore Federico III e di re Mattia d’Ungheria, nominato vescovo al tempo di Innocenzo VIII (1482-92). Sono poi nominati i diretti ascendenti di Francesco, a cominciare dal tritavo, che fu GASPARE. Da questi nacque PIETRO, che fu molto noto in patria e fuori per la sua dottrina ed esperienza in materia civile e militare, onde, per voto unanime di tutti i cittadini di Como, fu ammesso tra i decurioni nella città; ALESSANDRO, suo figlio, lo sostituì nella carica decurionale quando morì, come avvenne per ANDREA, figlio di Alessandro, e per POMPEO, figlio di Andrea, che si tramandarono la carica decurionale «de manu in manum velut lampada», come si legge nel diploma in esame. Da Pompeo, nacque quel FRANCESCO che elevò la sua famiglia con le opere e con l’ingegno, servendo fedelmente i principi del suo tempo. Fin da giovinetto visse come paggio alla Corte della Granduchessa Maria Maddalena di Toscana, che era sorella dell’imperatore Ferdinando II. Accaparratasi la benevolenza di questa, ritornò a Como soltanto alla morte del proprio padre e la città, conoscendone il valore, gli affidò onorifici incarichi; tra l’altro, si occupò di architettura militare e di macchine belliche. La costante fede e l’ossequio alla Casa Imperiale gli valsero poi tanto, che mentre la Granduchessa Maria Maddalena si degnava tenerne a battesimo il figlio primogenito, LORENZO MARIA, l’Imperatore Ferdinando lo premiava con i titoli di barone del S. R. I. e di conte palatino, mediante i diplomi già citati. Lorenzo Maria, primogenito di Francesco, prestò giuramento di fedeltà a Carlo II, re di Spagna e duca di Milano, per il feudo di Geronico al Piano, il 26 marzo 1667 (come da istrumento rogato sotto la stessa data dal Regio Ducal Segretario della Cancelleria Segreta dello Stato di Milano, don Francesco Gorrano), ma, essendo morto celibe, i titoli ed il feudo passarono al secondogenito POMPEO (1694, 1695), decurione di Como, dal quale nacque FRANCESCO MARIA (1695, 1701, 1737, 1754).

Da Francesco Maria trasse i natali un altro POMPEO (nato il 18 aprile 1709), che fu marito di Marianna Azzali, dalla quale ebbe PIETRO PAOLO, confermato nell’antica nobiltà e nel titolo di Barone con la Sovrana Risoluzione del 1823, alla quale si è già accennato. Suo fratello CARLO, come si è detto, non si curò di chiedere la conferma della nobiltà; ma la richiese e l’ottenne il di lui figlio, PIETRO ANTONIO, come pure si è detto.

Da Pietro Paolo, sposato nel 1785 con Anna Maria Mambretti, nacque GIOVANNI (17 maggio 1792) che fu marito di donna Caterina Prata (20 dicembre 1817, Como) e padre di Antonietta, nata a Legnano il 4 aprile 1829. Da Pietro Antonio e da donna Marianna Patellani, trasse i natali Teresa, nata a Milano il 15 maggio 1837. Queste ultime due discendenti della nobilissima famiglia figurano nell’Elenco Uff. del 1922.

È iscritta nell’Elenco Uff. Nob. Ital. del 1933, coi titoli di Baronessa del S. R. I. (pers.), Nobile dei Signori di Geronico al Piano (pers.): Antonietta, di Vincenzo, di Pietro Paolo, n. a S. Martino di Legnano nel 1831, morta ad Inveruno 5 aprile 1905, spos. a Legnano nel 1851 con Ottavio Prandoni.

È inoltre iscritta nell’Elenco Uff. Nob. Ital. 1933 col titolo di Baronessa del S.R.I. (pers.):

Teresa, di Pietro Antonio, di Carlo Maria, n. a Milano 15 maggio 1837, morta ivi 15 maggio 1919, spos. ivi nel 1855 in Piola Daverio.

f. f. [Francesco Forte]


Genealogia

Genealogia Porta

Genealogia Della Porta

Genealogia Porta Spinola

Genealogia Della Porta Rodiani Carrara

Teatro genealogico delle famiglie nobili milanesi: manoscritti 11500 e 11501 della Biblioteca Nacional di Madrid, a cura di Cinzia CREMONINI, Mantova: Gianluigi Arcari, 2003

Stemmi

della PORTA:

ARMA: Inquartato: nel 1° d’oro, all’aquila di nero, coronata di una corona del campo cimata di tre perle, tenente nell’artiglio destro una corona del campo di 5 punte, in quello sinistro un elmo al naturale; nel 2° di rosso, alla porta d’argento, aperta e scalinata; nel 3° d’argento, alla porta di rosso aperta e scalinata; nel 4° di rosso al castello di mattoni al naturale, con due mezzi gigli d’argento, destro e sinistro, uscenti dai fianchi del castello. (Diploma, 17 maggio 1825, Codice Araldico, pag. 230).

CIMIERI: 1. Aquila di nero, coronata di una corona d’oro cimata di tre perle; 2. Tre penne di struzzo, rossa, bianca e rossa.

SVOLAZZI: A destra d’oro e di nero; a sinistra d’argento e di rosso.


della PORTA (orig. di Porto Valtravaglia)

ARMA: Troncato: nel 1° d’oro all’aquila di nero, coronata del campo; nel 2° d’azzurro alla porta d’argento, con l’attico munito di due colonne. (Cod. Aral. Lomb., pag. 57, ricon. 1771).


PORTA

ARMA: Troncato: nel 1° d’oro all’aquila coronata di nero; nel 2° d’azzurro alla porta d’argento. (Codice Araldico Lombardo, pag. 66; ricon. 1772).


PORTA SPINOLA

ARMA: Troncato: nel 1° d’oro all’aquila coronata di nero; nel 2° d’azzurro alla porta d’argento.


della PORTA RODIANI CARRARA

ARMA: D’argento alla porta aperta di due ante di rosso, scalinata di tre pezzi dello stesso.


PORTA (Signori di Geronico al Piano)

ARMA: Inquartato: nel 1° e 4° d’oro all’aquila bicipite di nero sormontata dalla corona dell’impero del campo; nel 2° di rosso alla porta d’argento; nel 3° d’argento alla porta di rosso. Lo scudo accollato all’aquila di nero sormontata dalla corona dell’impero d’oro.

MOTTO: Protector noster aspice. (Codice Araldico, p. 228).

Stemmi famiglia Porta

Stemmi famiglia Della Porta

Storia

Personaggi

Dimore

Portovaltravaglia (Como), Milano

Como, Inveruno

Piacenza, Trevi e Roma (Della Porta Rodiani Carrara)

Sepolture

Iconografia

Dipinti e Ritratti

Archivio fotografico

Fonti

Archivi di famiglie e di persone: materiali per una guida, 2: Lombardia-Sicilia, a cura di Giovanni Pesiri, Micaela Procaccia, Irma Paola Tascini, Laura Vallone, Roma, Ministero BBAAC, 1998 (Pubblicazioni degli archivi di Stato. Strumenti; 133), n° 1304.

Bibliografia

Sitografia

http://www.treccani.it/enciclopedia/francesco-della-porta_%28Dizionario-Biografico%29/

http://www.treccani.it/enciclopedia/giacomo-della-porta_%28Dizionario-Biografico%29/

http://www.treccani.it/enciclopedia/della-porta-giovanni-battista_%28Dizionario-Biografico%29/

http://www.treccani.it/enciclopedia/della-porta-tommaso-il-giovane_%28Dizionario-Biografico%29/

http://www.treccani.it/enciclopedia/della-porta-tommaso-il-vecchio_%28Dizionario-Biografico%29/

http://www.verbanensia.org/biografie_details.asp?bID=30240&action=P&tipo=2

Documenti

Collezioni

Note