Spini
Anche SPINO
Gli Spini risultano originari di Spino al Brembo, donde derivano il cognome ed erano registrati a Zogno e Bracca nei secoli XIII-XIV.
Dai 6 figli di Antonio (in atti 1423) discesero numerosissimi rami.
Dalla valle Brembana si trasferirono e Bergamo Maffeo e Pasino in vicinia di Sant’Andrea (1427), dove Nicolò e i fratelli, detti Bastoni, furono creati cives (1468).
Da Comino fu Zinino (1495) discende una dinastia di tintori in Borgo Sant’Antonio, che acquistarono beni in Colognola.
Nel ‘500 un ramo si stabilì ad Albino, dove da Pellegrino di Lorenzo nacque Pietro, (1513 +1585) che per diversi anni fece parte del consiglio degli anziani di Bergamo: autore di poesie, a lui si deve la prima biografia su Bartolomeo Colleoni. Suo figlio Marcantonio fu amico di Torquato Tasso. A lui si rivolse il poeta quando, malato, venne tenuto rinchiuso a Ferrara.
Gli Spini si arricchirono con il commercio della lana e della seta e con i proventi derivati dal controllo delle acque con la Roggia Spini, da loro fatta costruire, che consentiva anche il funzionamento dei loro magli e segherie.e si collocarono al governo del paese.
Bernardo e la moglie Pace Rivola, ricordati in famosi ritratti del Moroni, furono promotori dell’introduzione dei Cappuccini in Albino. Ebbero una villa alla Madonna della Castagna e una casa in San Cassiano e nel ‘600 si imparentarono con i Della Sale e i Vertova.
Nel 1686 Giovanni acquistò dalla Camera fiscale di Milano la contea di Catterà e Maiocca (Lodi). Lui stesso e i suoi discendenti, Carlo, Giovanni e Marco, attraverso l’amministrazione e i lasciti pii difesero dalla nazionalizzazione i beni delle confraternite e, cautelarono il Comune Maggiore, società di proprietari di beni indivisi.
L’abate G.B. Angelini nel 1720 ne ricorda tre casati.
Il conte Vincenzo fu conservatore della strada Priula e amministratore di Bergamo nel 1797 e nel 1799. Ebbero un palazzo in San Tomaso, costruito nella prima metà del ‘700 (acquistato dalle suore Canossiane verso il 1898) v’erano affreschi del Piccio ora scomparsi.
Il conte Pietro Andrea nel 1846 e la contessa Anastasia furono ritratti dal Piccio.
Giovanni Carnevali era figlio di un provetto giardiniere di casa Spini, già da ragazzino dimostrava tale talento pittorico che lo segnalarono al Diotti, che comprese subito il suo valore a lo prese come allievo all’Accademia Carrara malgrado la giovanissima età, che gli valse l’affettuoso nomignolo di “il Piccio” Un’altra famiglia Spini esercitò il commercio in piazza Pontida e nel Borgo San Leonardo.
Antica famiglia bergamasca originaria da Spino in val Brembana, da cui deriva il cognome, poi trasferitasi ad Albino ove risultava presente nei primi decenni del 1400.
Dai sei figli maschi di Andrea che risulta in documento nel 1432 discesero altrettante famiglie assai numerose.
Fecero fortuna particolarmente con l’industria e con il commercio della lana e della seta, e come tintori, anche in Bergamo, e costruirono una roggia che ancor oggi si denomina Roggia Spini, utile per le loro attività industriali, ma anche per l’irrigazione.
Tra tanti attivissimi industriali e commercianti di questa famiglia spicca come scrittore e poeta il ben noto Pietro Spino, figlio di Pellegrino (13 ottobre 1503 - 10 aprile 1585). Per molti anni fu tra gli anziani del Comune di Bergamo; scrisse poesie anche in dialetto, ma soprattutto scrisse e pubblicò, nel 1569, la vita di Bartolomeo Colleoni (Venezia, Percaccino; ristampata a Bergamo dal Santini, 1732, ed a Trieste da Colombo-Coen, 1859). Suo figlio Marcantonio ne compose la biografia, della quale trovasi copia manoscritta nella Biblioteca Civica, ricavata dall’originale che era nella libreria del conte Giacomo Carrara. Altra copia ne trasse il padre Barnaba Vaerini e se ne giovò per la sua opera sugli Scrittori di Bergamo. Un bel ritratto di Pietro Spino si conserva nella Biblioteca Civica di Bergamo, dono Sozzi. Da Giovanni, sesto figlio Andrea, discese un’altra importante famiglia Spini e da essa Bernardo e sua moglie Pace nata Rivola che sono ricordati da due bellissimi ritratti fatti da G. Battista Moroni.
Essi ebbero palazzo a Bergamo in via S. Tomaso. Anche i loro discendenti fecero prestigiosi matrimoni e la famiglia acquistò dalla Spagna il feudo di Gatera Magioca con titolo di conte con esborso di scudi cinquecento e con approvazione dell’Ecc.mo Senato veneto 15 nov 1687. Nei primi anni dell’800 essi avevano in casa Giovanni Carnevali, figlio del loro giardiniere, allora infante, ma avendo notata la sua vocazione artistica, il conte Spini lo raccomandò al Pittore Diotti che lo prese come allievo all’Accademia Carrara; essendo ancora bambino ne derivò il soprannome, poi famoso, di Piccio che accompagnò questo grande pittore per tutta al vita e perdura tuttora. Egli dipinse nel 1842 due splendidi ritratti del conte Pietro Andrea della sua sorella minore Anastasia che ora sono all’Accademia Carrara. Il Piccio aveva affrescato anche nel palazzo Spini in via S. Tomaso (ora è delle Canossiane che l’hanno in gran parte sfigurato e gli affreschi sono perduti).
Questa famiglia dei conti Spini è ora estinta. [GPA]
Indice
Genealogia
Stemmi
ARMA: Di argento al ramo di spino di verde, fiorito di rosso.
Alias: Partito da un filetto di rosso: nel 1° troncato d’azzurro e di rosso alla fascia caricante la troncatura ed al mezzo palo scendente verso la punta lungo la partizione, il tutto d’argento; nel 2° d’argento allo spino secco di nero nascente dalla partizione, posto in palo e nodrito sulla campagna erbosa di verde. (Da una raccolta di poesie a ricordo delle nozze del conte Giovanni Spini con una Locatelli nel 1777. Raccolta Camozzi, numero 3506. Stemma presentato per il ricon. della nobiltà, il 28 febb. 1820, da Filippo, Marco Antonio e Pietro qm. Giovanni).
Alias: Di argento alla pianticella di spino sradicata, col tronco nodoso al naturale, fogliata di verde e fiorita di rosso. (Raccolta Camozzi, n. 1870: Spini d’Albino ovvero Da Spino).
Alias: Partito: nel 1° troncato d’azzurro e di rosso alla fascia caricante la troncatura e al mezzo palo scendente verso la punta lungo la partizione, il tutto di argento; nel 2° di nero pieno (Manganelli, pagina 54; Pagano, pag. 133. Spino discesi da Spino).
Alias: Partito: nel 1° d’oro al cipresso di verde nodrito su la campagna erbosa dello stesso; nel 2° troncato d’azzurro e di rosso alla fascia caricante la troncatura ed al mezzo palo scendente verso la punta lungo la partizione, il tutto d’argento (Pagano, pag. 133; Raccolta Camozzi, num. 1861; Manganelli, pagina 64. Nel primo punto, invece del cipresso, anche uno spino).
Alias: D’oro al monte di tre cime di verde, movente dalla punta, e sostenente sulla vetta più alta mediana un’aquila di nero coronata del campo. (Raccolta Camozzi, n. 1868).
Alias: Inquartato: nel 1° e 4° partito da un filetto di rosso: a) troncato d’azzurro e di rosso alla fascia caricante la troncatura e al mezzo palo scendente verso la punta, il tutto d’argento; b) d’azzurro all’albero di verde nascente dalla partizione e movente dalla punta (Spini), nel 2° e 3° d’azzurro troncato da una fascia di rosso carica di tre quadrifogli di oro, accompagnata in capo da un giglio ed in punta da una corona all’antica di cinque punte, il tutto d’oro (Noli de’ Gherardi). (Raccolta Camozzi, n. 2565. Albino, sul palazzo Spini).
Storia
Personaggi
Dimore
Iconografia
Ritratti e dipinti
Archivio fotografico
Fonti
Giampiero Tiraboschi - ANAGRAFE DELLE PERSONE DELL’ALBINESE incontrate in documenti del XV – XVII secolo
Presso la Biblioteca Civica 'A. Maj' di Bergamo sono conservate le pergamene relative alle seguenti persone (per maggiori dettagli vai al sito):
Spini Alberto fu Betinello, di Bracca, 1493 perg 1115
Spino Gerolamo fu Giovanni Pietro nobile, 1568 perg 3341
Spino Giovanni Pietro, 1530 perg 3328
Spino Giovanni Pietro fu Antonio, di Bergamo, 1532 perg 3350
Spino (de) Alberto d. Falgarius fu Betinello, di Bracca, 1493 perg 0082
Spino (de) Alberto fu Pietro, di Albino, 1482 perg 3238
Spino (de) Giovanni Pietro fu Antonio, di Bergamo, 1532 perg 3306
Spino (de) Girolamo fu Giovanni Pietro, 1551 perg 3237
Spino (de) Girolamo fu Giovanni Pietro, di Bergamo, 1555 perg 3219
Spino Alberto fu Pietro, di Albino, 1488 perg 1488
Spino Antonio, 1500 perg 0782
Spino Antonio fu Luchino, notaio, 1510 perg 0092
Spino Caterina fu Matteo d. Bastonus, 1507 perg 0033
Spino Gerolamo fu Giovanni Pietro, di Bergamo, 1551 perg 3346
Spino Gerolamo fu Giovanni Pietro, di Bergamo, 1552 perg 3345
Spino Gerolamo fu Giovanni nobile, di Bergamo, 1575 perg 3344
Spino Gerolamo fu Giovanni Pietro, nobile, 1572 perg 3259
Spino Giovanni, 1500 perg 0782
Spino Giovanni Francesco fu Antonio, notaio, 1510 perg 0092
Spino Giovanni Pietro, di Bergamo, 1519 perg 3220
Spino Giovanni Pietro, di Bergamo, 1521 perg 3337
Spino Giovanni Pietro fu Antonio, di Bergamo, 1523 perg 3262
Spino Giovanni Pietro fu Antonio, di Bergamo, 1527 perg 3329
Spino Pellegrino, 1500 perg 0782
Spino Remondino, 1500 perg 0782
Spino Zinino fu Antonio, ab. Albino, tintore, 1452 perg 0074
Bibliografia
Vittorio Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare italiana, Milano, 1928-32, vol. VI, pp. 421-422:
La famiglia Spini ebbe origine e cognome da Spino, paesello della Valle Brembana; ma si trasferì ad Albino nella Valle Seriana, dove, particolarmente coll’industria e col commercio della lana e della seta, si arricchì e costruì una roggia che ancor oggi si denomina Roggia Spini.
È ben noto a Bergamo PIETRO Spino, figlio di Pellegrino (13 ottobre 1503-10 aprile 1585). Per molti anni fu tra gli anziani del Comune di Bergamo; scrisse poesie anche in dialetto e pubblicò, nel 1569, la vita di Bartolomeo Colleoni (Venezia, Percaccino; ristampata a Bergamo dal Santini, 1732, ed a Trieste da Colombo-Coen, 1859).
Suo figlio MARCANTONIO ne compose la biografia, della quale trovasi copia manoscritta nella Biblioteca Civica, ricavata dall’originale che era nella libreria del conte Giacomo Carrara. Altra copia ne trasse il padre Barnaba Vaerini e se ne giovò per la sua opera sugli Scrittori di Bergamo. Un bel ritratto di Pietro Spino si conserva nella Biblioteca di Bergamo, dono Sozzi. Dalla Corona di Spagna gli Spini acquistarono il feudo di Gatera Magioca col titolo di conte, che venne confermato dal Senato Veneto con deliberazione 15 novembre 1687. Nel 1695 vennero pertanto iscritti nel Libro d’Oro dei veri titolati, col titolo di conte: GIOVANNI e CARLO qm. Bernardo, e GIUSEPPE BERNARDO, GIUSEPPE FILIPPO e MARCANTONIO, figli di Carlo.
Avevano palazzo in Bergamo nel Borgo S. Tomaso, ora delle Canossiane.
Due ritratti degli Spini, opera di Giambattista Moroni, sono all’Accademia Carrara, uno di Bernardo, l’altro di Pace Spini, nata Rivola.
Nel Consiglio di Bergamo entrarono: PEREGRINO nel 1523; PIETRO, 1546; BERNARDO, 1548; GIROLAMO, 1564; MARCANTONIO, 1581; ANNIBALE, 1615; conte GIUSEPPE, 1720, ed altri di seguito fino a GIOVANNI, 1761-1787; FRANCESCO, 1764-1797; VINCENZO, 1797-1799 e FILIPPO, 1799.
Ottennero la conferma della nobiltà: FILIPPO, MARCANTONIO e PIETRO quondam Giovanni, 28 febbraio 1821.
Nell’Elenco del 1828 sono iscritti: FILIPPO, MARCANTONIO e PIETRO. In quello del 1840: FILIPPO e PIETRO e poi GIOVANNI, BARTOLOMEO e VINCENZO.
Da Giovanni e da una nobile dei conti di Rosate è nata Angela in Brevi.
La famiglia è iscritta nell’El. Uff. Nob. Ital. col titolo di nobile (mf.) e nobile dei conti (mf.), in persona di Paola, di Bartolomeo, di Marcantonio.
Angela, di Giovanni, di Marcantonio, ved. Brevi.
g. l. [Giuseppe Locatelli]