Turati

Da EFL - Società Storica Lombarda.
Spreti, vol. VI, p. 739

Famiglia di industriali del cotone attivi in Lombardia nell’Ottocento. La moglie di Giovanni Antonio Turati (del ramo Turati Barbirolo) è già indicata nei registri settecenteschi delle attività commerciali e produttive del Comune di Busto Arsizio come commerciante di “bombacina”. I nipoti di Giovanni Antonio, Francesco Antonio e Pietro (figli rispettivamente di Antonio e Giuseppe) danno vita a due imprese, delle quali poi quella di Francesco Antonio, alla metà dell’Ottocento, assorbe quella del cugino. Questo inglobamento da parte di Francesco Antonio sembrava agli inizi imprevedibile: la ditta di zio e cugino dichiarava più operai e più fatturato. Ma negli anni Quaranta dell’Ottocento il forte indebitamento, la morte di Pietro, l’inesigibilità dei crediti da parte dell’azienda nei territori veneti a seguito delle insurrezioni del 1848, costringono a mettere in liquidazione l’azienda; Francesco ne assume la procedura. Come di fatto altri imprenditori dell’epoca anche i Turati sono fautori di attività sociali per gli operai delle fabbriche e per il territorio: realizzano case operaie accanto al cotonificio, asili, istituiscono società di mutuo soccorso e garantiscono un minimo di assistenza sanitaria ai dipendenti e alle loro famiglie, con un atteggiamento paternalistico che giova alle aziende, in cui si sopisce di fatto il conflitto sindacale e che crea nei lavoratori un radicato spirito di appartenenza, ma che fa anche degli operai dei privilegiati che, senza quella fornita dal proprietario dell’azienda, non avrebbero alcuna tutela. I Turati cessano di occuparsi direttamente delle loro aziende nel primo decennio del Novecento.

(Donatella Zanacchi)


Genealogia

Genealogia Turati

Stemmi

ARMA: Troncato: nel 1° d’azzurro a sei stelle di 6 raggi d’oro, disposte 3, 2 e 1; nel 2° d’oro a tre torri merlate, ciascuna di tre pezzi, unite da due cortine di muro, il tutto di rosso, aperto di cinque porte del campo. (D. R. 21 marzo 1869).


Stemmi famiglia Turati

Storia

Personaggi

Francesco Antonio Turati (1802-1873): figlio di Antonio, nipote di Giuseppe, cugino di Pietro. Inizia la sua attività manifatturiera in sordina, ma, con un’abile gestione della liquidazione della ditta di zio e cugino, si trova alla fine con un “negozio” valutato 431.000 lire milanesi. Diventa “mercante-manifattore” creando una specie di rete d’impresa che, partendo dall’approvvigionamento di cotone sodo, passa per il ritiro del prodotto semilavorato, lo trasforma in lavorato e giunge al circuito di magazzini-deposito e poi agli empori commerciali sparsi per il Lombardo Veneto per la vendita dei prodotti finiti. Sceglie collaboratori adeguati, inducendoli, in cambio di una compartecipazione agli utili (un profit sharing ante litteram), a lasciare a disposizione della ditta, dietro pagamento di un interesse del 5%, le somme guadagnate. Tra i suoi meriti c’è quindi anche quello di aver fatto nascere una classe imprenditoriale del settore tessile, legando tra loro con funzioni diverse molteplici imprese, fino a quel momento unite più da rapporti “matrimoniali” che da effettivi reciproci e vantaggiosi scambi professionali. A lui si deve anche l’avveniristica intuizione, poi non realizzata data l’ostilità degli Austriaci, di fondare una vera e propria Banca d’Affari, con soci del ramo. Anche grazie ai matrimoni, la famiglia Turati si lega con altre importanti famiglie di industriali tessili (come i Ponti e i Gavazzi) e no, come i Pigna (industriali della carta). Partecipa alla costituzione del grande fondo agricolo di Corte Palasio, al progetto della ferrovia Milano-Gallarate, alla realizzazione di strade ferrate per cavalli, alla collaborazione con le cartiere Pigna, con l’industria metallurgica Badoni di Lecco, con la fabbrica di terracotta Boni, e dalla partecipazione alla cordata di finanzieri per ottenere dal governo austriaco una quota della società concessionaria delle ferrovie del Lombardo Veneto. Francesco Antonio Turati è anche mecenate e committente d’arte, oltre che appassionato collezionista (come i suoi figli, Ernesto e soprattutto Ercole). Il suo distacco da un personale impegno lavorativo nelle aziende avviene quando nel 1865 cede il 75% del suo impero industriale a Eraldo Krumm, con il quale già cogestiva quattro stabilimenti. Continua a occuparsi dell’importazione di materia prima.

Ercole Turati (1829-1881): appassionato ornitologo, riunisce un’imponente collezione di oltre 20.000 esemplari che dona poi al Civico Museo di Storia Naturale di Milano. Il figlio Emilio (1858-1938), con la sua stessa passione per lo studio della storia naturale, riunisce invece una bellissima collezione di farfalle. http://www.treccani.it/enciclopedia/turati-ercole-conte/

Dimore

Milano: Palazzo Turati, Via Meravigli 7/9/11 <http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/LMD80-00370/>

Orsenigo (CO): Villa del Soldo Turati

Sepolture

Milano, Cimitero Monumentale: edicola Famiglia Turati

Iconografia

Dipinti e Ritratti

Archivio fotografico

Fonti

Archivi di famiglie e di persone: materiali per una guida, 2: Lombardia-Sicilia, a cura di Giovanni Pesiri, Micaela Procaccia, Irma Paola Tascini, Laura Vallone, Roma, Ministero BBAAC, 1998 (Pubblicazioni degli archivi di Stato. Strumenti; 133), n° 1435.

Bibliografia

Accoppiamenti Giudiziosi Industria, arte e moda in Lombardia 1830-1845, a cura di Sergio Rebora e Anna Bernardini, Cinisello B., Silvana Ed., 2004

Silvia Antonia Conca, Strategie d’impresa nella Lombardia ottocentesca, in “Archivio Storico Lombardo” 127 (2011)


Vittorio Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare italiana, Milano, 1928-32, vol. VI, p. 739:

Famiglia originaria da Busto Arsizio. Il re Vittorio Emanuele II, con decreto 4 settembre 1862, concesse a francesco Turati, di Antonio e di Anna Maria Crespi, nato a Busto Arsizio il 1° giugno 1802 e morto a Milano il 17 agosto 1873, il titolo di conte trasmissibile ai discendenti maschi primogeniti. Con altro decreto del 21 marzo 1869, concesse allo stesso Francesco Turati e discendenti, lo stemma sopra descritto. Dal matrimonio del conte Francesco con Angela Pigna, fu Giuseppe, nacque il conte ERCOLE (Busto Arsizio, 10 luglio 1829), che raccolse una preziosa collezione ornitologica, la quale, dopo la sua morte, fu generosamente donata dai suoi figli al municipio di Milano.

La famiglia è iscritta nel Libro d’Oro della Nob. Ital. e nell’Elenco Uff. Nob. Ital. col titolo di conte (mpr.), ed è rappresentata da EMILIO, n. Orsenigo, 17 ottobre 1858, di Ercole († Milano, 30 luglio 1881, sp. con Luigia Ponti, di Marco), di Francesco.

Fratello: VITTORIO, n. Milano, 18 febbraio 1860.

Cugine (figlie dello zio Ernesto e di Giuliana Manassian, di Costantinopoli): Angelica, n. Milano, 17 luglio 1863, sp. al conte Gabrio Camozzi De Gherardi Vertova di Ludriano; Erminia, n. Milano, 10 ottobre 1864; sp. Milano, 8 gennaio 1890 al conte Cesare Spada Cenami, patrizio di Lucca; Ida, n. Milano, 24 gennaio 1871; spos. Milano, 10 gennaio 1889 al marchese Idelfonso Stanga Trecchi.

f. f. [Francesco Forte]


Sitografia

Documenti

Collezioni

Note