Villani
Vittorio Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare italiana, Milano, 1935, Appendice, II, pp. 660-662:
Antica famiglia milanese iscritta nella matricola di Ottone Visconti. È divisa in tre linee. La prima si estinse nel secolo XVII, la seconda, venuta da Pontremoli, si unì coi Novati e pure scomparve a mezzo il secolo XIX, la terza infine, tuttora fiorente, trasferitasi da prima a Lodi, ritornò a Milano negli inizii del secolo XVIII.
Tralasciando di discorrere della prima linea, di cui si hanno scarse notizie, ed alla quale appartenne ROBERTO, guerriero insigne, capitano delle schiere estensi e sabaude alla battaglia di Parabiago nel 1338, giova invece spendere qualche parola in merito ai Villani Novati, che hanno come capostipite un GUGLIELMO, fisico insigne, oriundo di Pontremoli e che non si può con sicurezza asserire che abbia comunanza d’origine colle altre due diramazioni. FRANCESCO negli inizi del secolo diciassettesimo si trasferì a Milano.
Il figlio di lui OTTAVIO, insigne giurisperito e buon diplomatico, fu eletto senatore nel 1629 e l’anno dopo reggente del Supremo Consiglio d’Italia. Da Virginia di don Lorenzo Ricci ebbe Isabella, sposa a Teodoro Besozzi, conte di Leggiuno, e FRANCESCO († 1665), R. Capitano di Giustizia nello Stato di Milano dal 1654 al 1657, senatore nel 1663 e podestà di Cremona. Ebbe in moglie Luigia del conte Francesco Parravicini, che portò in casa una pingue eredità. Rimasta vedova, essa si rimaritò col marchese don Francesco Ferrante Medici di Novate, che nel 1698, morendo senza figli legittimi, lasciò eredi i figliastri Villani. Furono figli di Francesco: Isabella, moglie del marchese don Luigi Biumi, OTTAVIO, creato conte nel 1671, morto senza prole, e PIETRO, che assunse il cognome Novati e possedette la grandiosa villa di Merate, poi Barbiano di Belgiojoso d’Este, ora Brivio, che fu già dei Novati stessi.
Dalla sua unione con la nobile Isabella Talenti di Fiorenza del marchese don Gerolamo, ebbe Luisa († 1732), moglie del conte Giuseppe Barni e FERRANTE FRANCESCO († 1748), tenente maresciallo, che dalla consorte Giulia Lucini del marchese don Giulio Antonio non ebbe discendenza: con lui quindi si estinse questo rami dei Villani Novati. I Villani di Lodi risalgono a GIOVANNI, nel 1357 dei XII di Provvisione di Milano, che trasferì la sua dimora nella detta città di Lodi.
Discende da lui per varie generazioni FILIBERTO, giureconsulto preclaro, governatore del castello di Torino per Carlo Emanuele, duca di Savoia, di cui fu ciambellano e consigliere ducale. Da Lodovica Carlotta di Belauford ebbe altro Filiberto, decurione di Lodi nel 1588, creato dal duca di Savoia conte di Tieni e pertinenze nella valle di Massoins e barone di Poer e del Bosco in Tarantasia e UGO († 1587) pure decurione di Lodi. In altro UGO, discendente per varie generazioni dal primo, si estinse nel 1759 anche questo ramo dei Villani di Lodi.
Da GEROLAMO, pure discendente dal predetto Giovanni discendono tre diramazioni: quella dei Villani estinta con ONORATO, giureconsulto ed avvocato fiscale di Lodi, creato conte per privilegio cesareo 28 febbraio 1720; quella, pure estinta ne’ primi anni del secolo XVII e quella infine tuttora fiorente.
Apparteneva a quest’ultima FRANCESCO (n. 1612), decurione di Lodi nel 1636, avvocato fiscale, che con diploma 18 settembre 1676 otteneva dal duca di Mantova il titolo di marchese di S. Raffaele di Monferrato con trasmissione primogeniale mascolina. Fu suo figliuolo ALESSANDRO (1644-1703), decurione di Lodi nel 1675, feudatario di S. Martino in Strada per investitura 18 giugno 1689, marito di Isabella di don Giovanni Crivelli, feudatario di Uboldo, che lo rese, padre di Maria, moglie del marchese don Giovambattista Barbò e di FRANCESCO (1672-1749), decurione di Lodi nel 1703. Erede di Ferdinando Crivelli, gran priore di Capua, suo zio materno, gli successe nel feudo di Uboldo aggiungendo al proprio cognome quello dei Crivelli ed inquartandone l’arma. Trasferì la sua residenza in Milano, ove ottenne la cittadinanza con privilegio 16 luglio 1715. Da Gabriella di don Antonio Landriani ebbe parecchi figli, fra i quali ALESSANDRO (n. 1707), ricevitore dell’Ordine di Malta per lo Stato di Milano e GIUSEPPE ANTONIO (1705-1752), decurione di Lodi, marito di Giulia Trotti del conte senatore don Giambattista. Della loro prole sono degni di nota: Camilla, moglie del conte don Giuseppe Antonio Resta, Isabella, consorte di don Ercole Sfondrati, conte della Riviera e ANTONIO (1743-1823), decurione di Lodi nel 1761, ammesso nel 1770 ai patriziato milanese, nel 1771 dei XII di Provvisione, con decreto 2 maggio 1772 dell’I. R. Tribunale Araldico della Lombardia Austriaca ottenne la delineazione dello stemma della sua famiglia nel Codice Araldico. Edificò in Borgovico di Como una splendida villa, ove ospitò sovrani e principi, alienata poi alla sua morte al marchese Rocca Saporiti. Nel 1715 fu eletto I. R. ciambellano e con S. R. 21 novembre 1816 ottenne la conferma dell’antica nobiltà e del titolo marchionale. Nel 1763 Antonio impalmò Leonora (1746-1819) di don Filippo Maria Sforza Visconti, marchese di Caravaggio, colla sorella Livia, entrata in casa Stampa di Soncino, ultima del nome Sforzesco in Milano. Da questo connubio ebbero origine: Bianca Maria (n. 1764) andata sposa al marchese Giuseppe Maria Lalatta, Giulia (n. 1768), moglie al conte Lodovico Schizzi, Eleonora (n. 1763) consorte del conte Francesco Nuzzi, Maria, che ebbe per marito don Giovanni Agostino Cavalcabò e ALESSANDRO (1773-1815), il quale dalla cugina Bianca del conte Francesco Nuzzi ebbe ANTONIO e FILIPPO. Quest’ultimo, nato nel 1813, fu figura notissima nell’ambiente mondano del suo tempo: dalla prima consorte Amalia del conte Francesco Ferri procreò Bianca (n. 1835), consorte del vicentino cavalier Pasetti, Alessandrina (n. 1841), moglie del generale irlandese conte Mak Cattry, Anna Antonietta (n. 1844), andata sposa all’ungherese conte Guglielmo Palffy Daun: dalla seconda moglie Carolina Say ebbe GIOVANNI GIUSEPPE, morto improle, Laura ed Ida che andò sposa ad un Allocchio. Antonio (1811-1860), fratello primogenito di Filippo, fu I. R. ciambellano e prese in moglie Ida del nobile Antonio Sormani, dalla quale ALESSANDRO (n. 1847), marito di Santina Broglio. Da questa unione nacquero ANTONIO, Beatrice (n. 1872), sposata a G. C. Cantalupi, Eleonora, moglie del colon. Basile, CARLO e Alessandrina in Roccarei.
La famiglia è iscritta nell’Elenco Uff. Nob. Ital. del 1933 coi titoli di marchese (mpr.), Signore di S. Martino in Strada (mpr.), Signore di Uboldo (mpr.), Patrizio milanese (m.), Patrizio di Lodi (m.), Trattamento di Don e Donna, in persona degli attuali rappresentanti:
ANTONIO, di Alessandro, di Antonio, di Alessandro di Antonio.
Figli: ALESSANDRO ed ENZO.
Fratelli: Beatrice in Cantalupi, Alessandrina in Roccarei, CARLO, Eleonora in Basile.
a. g. [Alessandro Giulini]
Indice
Genealogia
Teatro genealogico delle famiglie nobili milanesi: manoscritti 11500 e 11501 della Biblioteca Nacional di Madrid, a cura di Cinzia CREMONINI, Mantova: Gianluigi Arcari, 2003
Stemmi
ARMA: Troncato: nel 1° d’azzurro al castello di tre torri merlato di argento, posato su d’un monticello di tre vette di verde (Villani); nel 2° inquartato di rosso e d’argento al crivello d’oro attraversante sul tutto; col capo d’oro caricato di un’aquila di nero coronata del campo (Crivelli).
Alias: Di rosso a tre fascie d’argento, col capo d’azzurro carico d’un leone al naturale sostenente con le branche anteriori un castello d’argento.
Storia
Personaggi
Dimore
Milano e Castellone (Cremona)
Sepolture
Iconografia
Dipinti e Ritratti
Archivio fotografico
Fonti
Bibliografia
http://www.treccani.it/enciclopedia/filiberto-villani/