Cenni storici sulla famiglia Agliardi (Archivio Agliardi G 1 doc 1)

Da EFL - Società Storica Lombarda.

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Documento databile tra il 1667 e il 1692, presumibilmente 1686.


Qui ingionta sarà l’arma delli Ill.mi d.i Co Agliardi e distinta l’informatione de soggetti di questa famiglia e per il stampo dell’arma ricevene il [scudo??] d’argento necessario.

La famiglia Agliardi che risplende hoggi dì in Bergamo arrichita da i freggi della sua antica Nobiltà hebbe l’origine da Longofredo che venne in Italia l’anno 1007 per consigliere con Rottonfardo Re d’Ongaria et Boemia. Da questo Longofredo nacquero tre figli: Iggiforte, Leopardo, e Terzo, dalli ultimi due deriva la famiglia de Capitani de Martinengo et Terzi, dal primo la famiglia Agliardi, detta de Capitani de Laglio, come potentemente appare nell’Archivio de Padri del Santo Sepolcro d’Astino [Ricco?]-Aleman-Fin-Cron-tertia, nel qual Archivio s’attrovano molte abrevent[?] antiche di Bergamo. Fra li soggetti qualificati, che derivarono nei secoli passati da questa famiglia s’annovera Alessio, insigne matematico, che dalla Serenissima Repubblica Veneta fu impiegato per la sopraintendenza mentre si conteneva il vaso della Brenta. Fu inviato a Milano per ordine pubblico a sedar alcune contese con i Reggi insorte per il fiume Adda, et poscia destinato ad assistere alla fortificazione di Brescia. Fu questo prediletto del glorioso Capitan Bartolomeo Colleoni con una confidenza strettissima, et doppo averli lasciato [qua visto durante] la Ministratione de tutti i suoi feudi, lo stabilì al governo della Pietà di Bergamo loco Pio, il più cospicuo di questa Città, et decretò il detto Capitan Bartolomeo Colleone nel suo testamento che presidessero sempre alla Ministratione di detto loco uno della famiglia Agliarda. Passarò da questo soggetto a Bonifacio, discendente d’Alessio, il quale in servitio della Patria esercitò cariche cospicue e legazioni diverse in occasione d’affai rilevanti e fu mandato per le Congratularioni donde da questa Città per l’essaltatione al Dogato del Se.mo Principe Marco Antonio Travisano, (per la qual missione fu creato Cavaliere con le forme solite praticarsi con simili Ambasciatori. Nel pasaggio fecero le armi di Cesare all’Alemagna in Italia a Milano, restò per comando pubblico inviato il Cav. Bonifacio a divertire con i di lui impieghi et Offici appresso il Generale di quell’essercito le molestie potevano inferire nel transitar il territorio di Bergamo.

Fu questo pure destinato dal Imperatore del 1571 ad incontrare a’ confini Carlo Arciduca d’Austria, mentre si portava nella Spagna, e servirlo nell’alloggio prese nel castello di Martinengo, fontione sostenuta dallo stesso con insigne apparato, et con la Magnificenza dovuta a quel Principe, dal quale spedito Corriere al pubblico per esprimerle le gratie v’accoppiò a queste anco l’eggregie qualità del cavaglier Bonifacio che rimarcate nell’Animo suo li ottenne per benemerenza da Massimiliano Secondo Imperatore il titolo di Conte Palatino usque in infinitum con tutte le prerogative più ampie sogliono concedersi dalla Cesarea Munificenza. A questo successe il Conte Alessandro, et il Cavaglier di Malta Fra’ Ottavio, che si propalarono figli, non degeneri della qualità del Padre, e massime il Conte Alessandro, il quale impiegato sempre nelle più riguardevoli cariche della Città et avanzato nel Credito di soggetto di pari prudenza al Padre fu destinato del suo da Alvise Priuli per Commission del Senato Ecc.mo all’Eccelse tre leghe della Retia superiore per maneggiare confederazione fra la Ser.ma Repubblica e quei signori dov’è gionto et incaminati i maneggi ad un’ottima condotta fu con ducale dell’eccelso Senato spedito sotto il Ser.mo Marino Grimani del 1590. Stabilito a quelle leghe, et dichiarato Inviato per l’adempimento di quella confederazione, successe a questo il Co. Bonifacio suo figlio, che allenato nella corte del Duca Vincenzo Gonzaga fu dal medesimo attese le di lui qualità dichiarato Paggio d’honore. Sortito da questa corte sostenne sempre le veci del Padre, facendosi conoscer in molte generose attieni, e massime nella guerra di Gradisca contro gli Oscocchi, nella quale, alla testa della sua compagnia di corazze adempì a tutte le parti dovute al buon servitio del Prencipe, et desiderando di freggiare il di lui nome con maggior gloria passò in Fiandra, dove soggiornando in Camerata del Marchese Spinola Generalissimo dell’arme di Spagna nei Paesi Bassi diede contrassegni in molte fattioni, e diffese di Piazze del di lui coraggio e valore, e sotto l’assedio di Breda, terminò la di lui vita lasciando il Conte Bonifacio et Camillo, il primo allevato nella Religione de Teattini, e doppo haver in quella sostenuto tutte le cariche in età i quarant’un anno fu creato Generale della Religione, e prima di compir il triennio fu da Alessandro settimo dichiarato Vescovo d’Adria, nella cui dignità si propalò un Prelato di tutta prudenza et esemplarità conservandosi le di lui ceneri in un sontuoso Deposito nel Duomo di Rovigo fatto construere da quella città con distintione d’affetto e di stima verso a Prelato di tanta benemerenza. Dal Conte Camillo, che sempre fu dalla Città di Bergamo sostenuto nelle cariche et impieghi più cospicui nascono li Conti Bonifacio, et Alessandro che continuano di presente nelle pedate et vestigia del Padre. Da questa famiglia sono nate donne di particolare prudenza, e bontà, fra le quali una, che maritata nella Famiglia Vertova, e rimasta Vidua fondò il Monasterio dell’ordine di Santa Teresa in Albino. Questa è la veridica e sincera informatione de soggetti di questa Famiglia, la qual servirà per esprimere ciò che si stimarà opportuno, e proprio.