Pesenti di Alzano ("Pesentelli")

Da EFL - Società Storica Lombarda.
Genealogia dei Pesenti di Alzano
Luigi Vincenzo Pesenti (1782-1856)
Antonio Pesenti (1826-1867
Pietro Servalli. Ritratto di Carlo Pesenti (1853-1911)
Luigi Pesenti (1857-1911)
Antonio Pesenti (1880-1967)

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Grande importanza ha avuto per Bergamo tra il XIX e XX secolo la famiglia Pesenti di Alzano dei grandi industriali cartari e cementieri e poi finanzieri. Verso il 1780 Pietro figlio di Carlo lasciò Villa D’Ogna e si stabilì ad Alzano Lombardo entrando nella cartiera Sonzogni; i suoi pronipoti Carlo (1853†1911), Cavaliere del Lavoro, Luigi (1857†1911), Cesare (1861†1933), ingegnere e Cavaliere del Lavoro, ed Augusto oltre che all’industria cartaria diedero grande impulso a quella cementiera. Quella pregiata di cemento Portland dei Pesenti si fuse nel 1905 con la Soc. Bergamasca Fabbricazione Cementi e Calci fondata nel 1864 dal dott Giuseppe Piccinelli e che aveva già incorporato nel 1888 la ditta Giuseppe Guffanti.

Loro fratello Daniele (1861†1911) si dedicò attivamente alla Cartiera Pigna, fondata da Paolo Pigna in Alzano nel 1870 e ne derivò la famiglia Pesenti Pigna, unendo al suo cognome quello della moglie; loro figlio Carillo sarà anche podestà di Bergamo (1935-1939).

Il Senatore e Cavaliere del Lavoro Antonio (1880†1967), che fu per 23 anni presidente della Camera di Commercio, Deputato, Presidente della CRI di Bergamo e anche mecenate, portò la già florida industria cementiera di famiglia a livello nazionale ed oltre, diventata Italcementi. Egli era detto anche Pisentù… ma guarda caso questo scotum (soprannome in bergamasco) era un tempo distintivo di uno dei due rami dei Pesenti Crotto che abitavano in via Porta Dipinta 7, palazzo che egli acquistò quando si sposò con Elena Agliardi, che discendeva anche dai “Pisentù”. Ma questo scotum fu citato da Luigi Pelandi per altro Antonio.

Dopo l’ultima guerra l’Ing. Carlo, Cavaliere del Lavoro come suo figlio Gian Piero e suo nipote Carlo jr., continuarono ed estesero anche nel settore finanziario il prestigio del nome Pesenti. [GPA]


AA.VV., Cognomi e Famiglie del Bergamasco. Dizionario illustrato. Supplemento a “L’Eco di Bergamo”, Bergamo, Ottobre-Novembre 2000, pp. 154-156:

Famiglia originaria di Brembilla in valle Brembana, di lei la storia ci tramanda che appartenne al partito ghibellino, per poi passare alla fazione che sosteneva i Suardi. Sono citati alla fine del Trecento il ghibellino Garippa Pesenti, mentre Persevallo di Cornalba fu ucciso dai guelfi della valle. Il casato si dividerà poi in due rami: uno con il titolo di conte e un altro detto dei “Pesentelli”. Entrambe le linee ebbero possedimenti a Sombreno al Brembo e si arricchirono nel commercio. In Bergamo una residenza dei Pesenti si trovava in via Gombito, sul lato sinistro, tra l’incrocio di Gombito e Piazza Vecchia. L’edificio è identificato come “domus mercatorum” da una lapide sulla facciata. […] Un ramo collaterale della famiglia nel 1780 si trasferirà da Gerosa, in val Brembilla, ad Alzano Lombardo, dove Pietro continuò a fabbricare e a commerciare carta. Sarà poi Luigi, verso la metà dell’Ottocento, a costruire la cartiera ad Alzano Sopra; i nipoti Carlo, Cesare e Daniele intrapresero nel 1878 l’attività nell’industria delle calci e dei cementi facendo in pochi anni la fortuna economica della famiglia e dando origine all’Italcementi.

Il “Morlanino “ signore del cemento

Tecnologia costruttiva e scienza: la storia della Italcementi comincia da qui, da un ingegnere un po’ speciale nato, casi della vita, sopra un ponticello della roggia Morlana ad Alzano. Oltre al nomignolo familiare di “Morlanino”, da questa peculiare congiuntura pare gli sia derivata una predilezione per lo sfruttamento dell’acqua. Tanto che Cesare Pesenti è passato alla storia come il pioniere dell’industria idroelettrica bergamasca oltre che, naturalmente, di quella cementiera italiana. La strada verso il successo fu però lastricata da lunghe fatiche e sacrifici, come quando nel 1874, armato di un bauletto e di tanta nostalgia si dispose a partire per la Renania. Il futuro fondatore della Italcementi aveva solo 14 anni e nella terra madre della meccanica doveva assecondare la sua inclinazione per le scienze esatte con un rigido tirocinio. “Studiare indefessamente per guadagnare anni di studio”: chiara la meta, incrollabile la volontà, al punto che non esitiva a legarsi alla sedia per rimanere sui libri fino a tarda notte. Mentre per la “fabbrica dell’appetito” pensò bene di specializzarsi, durante l’estate, nella rasatura a bruciapelo dei capelli nella bottega di un barbiere. Divenuto ingegnere, si diede quindi al maneggio di lima e scalpello in diverse fabbriche prima di dedicarsi alla soluzione di problemi di meccanica e alla progettazione di macchine all’avanguardia. Un talento che in seguito avrebbe messo al servizio della famiglia: grazie alla sua lungimiranza le officine di Riva e di Alzano arrivarono a produrre, ancora in pieno Ottocento, la quantità record di 400 mila quintali di cemento all’anno. Ultimo atto: la fusione, datata 1906, della Società italiana dei cementi da lui presieduta con la ditta Pesenti. Nasceva così l’Italcementi, che in breve tempo sarebbe diventata la più grande industria cementiera d’Italia con alla presidenza Carlo Pesenti al quale è subentrato il figlio Giampiero.

Genealogia

Genealogia Pesenti

Storia

Personaggi

Luigi Vincenzo Pesenti

Carlo Pesenti (1853-1911)

Luigi Pesenti (1857-1911)

Cesare Pesenti (1860-1933)

Daniele Pesenti (1861-1911)

Augusto Pesenti (1865-1918)

Antonio Pesenti (1880-1967)

Dimore

Nese - Villa Montecchio

Palazzo Pesenti in via Porta Dipinta 7

Iconografia

Dipinti e Ritratti

Archivio fotografico

Fonti

Bibliografia

Documenti

Il primo foglio, con le firme degli Amministratori e dei Sindaci, del grande album di pergamene miniate donato il 30 maggio 1926 al Gr. Uff. Antonio Pesenti, Consigliere Delegato dell'Italcementi e Cavaliere del Lavoro

Necrologi

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