Caniana

Da EFL - Società Storica Lombarda.
Giovanni Battista Caniana (1671-1754). Ritratto nella casa prepositurale di Alzano Lombardo
Caterina Caniana (1697-1784)
Giacomo Caniana. Ritratto nella casa prepositurale di Alzano Lombardo

Non si sono sin qui evidenziate notizie sulle più lontane origini della famiglia di questi importanti artisti: falegnami intarsiatori, scultori e architetti che nella metà del XVII secolo risultano abitanti di Alzano Lombardo. La presenza segnalata da Gianpiero Tiraboschi (nell’anagrafe d’Albino) di un Del Cannian Vincenzo testimone nel 1587 è possibile appartenga a membro di quella famiglia, ma sembra poco probabile.

La prima presenza dei Caniana in Alzano è documentata con Antonio e suo fratello Gio. Battista, falegnami ma già probabilmente intarsiatori, e rispettivamente padre e zio di Giovanni Battista. Con lui e i suoi figli - ed in minor misura i suoi fratelli - la loro attività artistica rapidamente si diffonderà nel giro di oltre un secolo, dapprima a Bergamo, Alzano, Romano Lombardo e in seguito in tantissimi luoghi bergamaschi e bresciani. La loro produzione comprende importanti capolavori di falegnameria, intarsio, scultura, architettura, e questa soprattutto di chiese, ma anche di palazzi noti, anche se la paternità è spesso solo ipotizzata per l’inconfondibile stile.

Giovanni Battista (1671-1754) sintetizza le molteplici doti artistiche della famiglia di cui è epicentro. Si dice autodidatta perché la scarsezza di mezzi non gli consentiva di frequentare maestri. Da giovane visse per qualche tempo a Venezia e ne trasse imperiture ispirazioni: non per niente aveva l’arte nel sangue e la coltivava con le sue qualificate amicizie. Fu infatti grande amico di Andrea Fantoni, e collaborò con Federico Ferrari. Dopo Venezia tornò per qualche tempo a Romano Lombardo (cfr. Silvia Carminati e Bruno Cassinelli, Imago Urbis, Romano L., p. 123), ma presto la famiglia tornò in Alzano dove era inquilina in casa Verzieri (Mandelli, p. 28, nota). Se nei primi anni fu attivo come scultore, verso i quaranta si dedicò invece sempre più intensamente all’architettura. Ricca infatti è la lista delle sue opere; molto significativo è l’incarico avuto per la nuova fiera di Bergamo in muratura e la relativa fontana, la sola che resti dopo la demolizione della fiera stessa. Interessante è anche osservare come egli operasse con l’aiuto di fratelli e figli e d’intesa con amici.

Non va confuso con suo nipote, figlio di suo fratello Gian Paolo, anche lui G. Battista (Romano Lombardo, 1707†1784) che, pur operando nella bottega di falegnameria del padre, fece lavori di oreficeria, di restauro, di pittura, e modelli lignei di architetture; per anni fu “assistente alla fabbrica della Chiesa” e proseguì il lavori per la facciata. Nel 1739 si recò a Milano per i contatti con un orefice per il reliquiario della Santa Croce. Fu Pubblico Perito Agrimensore Collegiato Veneto e disegnò pregevolissimi Cabrei. Il figlio di lui Paolo (1741†1805) si occupò della controversia con il Comune di Romano che non voleva pagare al padre le relative mappe da lui disegnate. Questo ramo della famiglia era rimasto a Romano Lombardo (cfr. Silvia Carminati e Bruno Cassinelli, Imago Urbis, Romano L., p. 123).

Vorrei concludere con una considerazione sul fatto che Antonio, suo fratello, e alcuni figli fossero falegnami, il che alle nostre snobistiche orecchie potrebbe sembrar riduttivo. Prima di tutto non dimentichiamo che il più noto e più antico personaggio di questo nobile artigianato era nientemeno che San Giuseppe e poi guardiamo con un poco d’attenzione come erano i mobili di quegli anni, sia nelle chiese che nei palazzi: di queste nozze tra falegnameria e scultura Alzano docet.

[GPA, 2 marzo 2008]

Genealogia

Genealogia Caniana

Stemmi

Stemmi famiglia Caniana

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Fonti

Bibliografia

http://www.treccani.it/enciclopedia/caniana_(Dizionario-Biografico)/

Documenti

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