Salazar
Vittorio Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare italiana, Milano, 1928-32, vol. VI, pp. 46-49:
SALAZAR o DE SALAZAR
Ramo di Napoli e Calabria
L’Aldimari, nel libro Famiglie Nobili, Napoli, 1691, discorrendo della Casa Salazar (p. 446), dice che questa famiglia fu una delle quattro di Castiglia la Vecchia; ed aveva torri e case nel luogo «de Salazar»; e che il primo che si ritrova col nome di Salazar, di Castiglia, fu LOPE GARZIA, «rico hombre grande» del cattolico re D. Bermudo II; e nel 1156 il conte PEDRO GARZIA. Aggiunge: che alcuni la vogliono discesa da Laino Calvo, ed altri da un Cavaliere delli Goti; e che Lope Garzia de Salazar, vivente nel 1255, al tempo di re Alfonso il Savio, cavaliere di molto valore, guadagnò ad un cavaliere moro, in battaglia, le 13 stelle dell’arma.
E della Casa Salazar discorrono tutti i nobiliari generali, e quelli delle singole città di Spagna in cui fiorì qualche ramo, fra i quali, in particolar modo, il libro di Argote di Molina: Nobleza della Indaluzia, Sevilla, 1581.
I primi Salazar vennero in Italia al seguito dei re d’Aragona e, poi, d’era in era, fino a Carlo III di Borbone, con le armi dei Re Cattolici, col gran capitano Consalvo di Cordova, con Carlo Quinto e coi suoi successori, tutti distaccati dal medesimo tronco cui appartennero i primi.
Il Candida nelle Memorie delle famiglie nobili, Napoli, 1879, a pag. 100, nel discorso sulla famiglia Mastrilli, riporta D. GIOVANNI Salazar tra i baroni che, con propri cavalli, servirono nella guerra di Otranto, nel 1481; e la notizia è segnata, pure, nelle Cedole di Tesoreria del R. Archivio di Stato di Napoli, vol. 96, fol. 110. Questo stesso Giovanni, militando sotto il Gran Capitano, ebbe in concessione, nel 1505, alcuni territori feudali presso Terranova di Calabria e Catanzaro, possessioni che, in parte, sono ancora nella famiglia. E così pure, nelle Cedole di Tesoreria del R. Archivio di Napoli, vol. II, fol. 115, si trova notizia di D. Giovanni, castellano di Terranova, e di D. Fernando, capitano delle Guardie del Re (1442-1444).
A questa illustre Casa appartenne il cardinale PIETRO, vescovo di Salmantia, arcivescovo di Cordova, creato cardinale dal Pontefice Innocenzo XI, il 2 settembre 1686; ed è tradizione ripetuta dagli storici di Spagna, e dal Velasquez, nei suoi versi, che S. Lorenzo, martirizzato nell’anno del Signore 261, sia stato dell’istessa famiglia.
Il ramo di Napoli venne da Cordova (R. Archivio di Stato di Napoli, Consultarum, vol. 68, fol. 22, 15 aprile 1581), portato da D. ALFONSO de Salazar che, nel 1559, fu giudice di Vicaria, e nel 1568 presidente della R. Camera e poi reggente della Cancelleria nel 1574, successo ad Ermando de Montenigro. D. ANDREA, figlio del suddetto D. Alfonso, fu segretario del Regno, nel 1600. Questo ramo possedette, dal 1589, la terra del Vaglio, in Basilicata, col titolo di conte (R. Archivio di Stato di Napoli, Titulorum, vol. 11, fol. 156-159, 30 settembre 1623), dato in Madrid il 27 maggio detto anno, a D. Andrea; terra che prima era posseduta da Salvatore Spinelli, marchese di Fuscaldo, e che poi, ad istanza dei creditori di D. Alfonso e di D. Andrea de Salazar, fu acquistata da Gio. Battista Massa di Ventimiglia, sub hasta, del S. R. C., pel prezzo di ducati 40.000, nell’anno 1632.
La casa Salazar fu ricevuta nel S. M. O. di Malta nella linea di Castiglia, dai più antichi tempi.
Tra i rami d’Italia, quello di Milano vanta il gran maestro MARTINO GRAUS, zio di Diego Salazar conte di Romanengo, e gran cancelliere dello Stato di Milano, nel 1600; ed il ramo di Terranova di Calabria fu, nel 1789, ricevuto nel Sovr. Mil. Ordine di Malta, quale originario di Spagna, prima come quarto del cavaliere Raffaele de Nobili (R. Archivio di Stato di Napoli, Processi dell’Ordine Gerosol., vol. 9, Proc. 186 del Priorato di Capua); e, poi, nel 1897, col nob. EDOARDO Salazar al presente balì, gran priore dell’Ordine per Napoli e Sicilia, (gran Magistero Roma, priorato di Napoli).
Il cavaliere GARCIA de Salazar fu estensore di una nuova regola dei cavalieri di S. Giovanni di Gerusalemme, dopo che l’Ordine ebbe lasciato Rodi.
La discendenza (mpr.) di S. E. il generale MICHELE Salazar, rappresentante il ramo di Calabria gode del titolo di conte, per R. D. motu proprio, 4 giugno, e RR. LL. PP. 26 novembre 1925.
Tutti i componenti la famiglia sono riconosciuti nel titolo di nobile (mf.).
I Salazar di Sicilia provenienti dai Salazar di Toledo, e dei quali si ha notizia fin dal 1399, furono baroni dell’isola di Pantelleria (R. Archivio di Stato di Palermo, Reg. N. 35, Regia Cancelleria, fol. 225, dell’anno 1618). A questo ramo appartenne Andrea Salazar, maestro di campo, castellano di Castellammare, pretore e senatore di Palermo, morto nel 1609, e sepolto nella R. Chiesa della Soledad in Palermo.
La famiglia è iscritta nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana e nell’El. Uff. Nob. It. col titolo di nobile (mf.) in persona di † S. E. GIOVANNI, presidente di Corte di Appello, n. Portici 13 marzo 1852, † 1920, di Vincenzo (n. 1824, † 1896) e di Agnese d’Avello dei baroni di S. Irene (n. 1832, † 1910); spos. Napoli 13 settembre 1883 con Anna Rossetti di Valdalbero.
Figli: Maria, n. 1887; GIUSEPPE, n. 26 febbraio 1894; ANGELA, n. 1895; ANTONINO, n. 13 giugno 1896; Teresa, n. 1897; LORENZO, n. 1900.
Fratelli: LUIGI, n. Portici 1863, † 1928, colonnello R. E., spos. con Isabella Sirombo; EDOARDO, ammiraglio di squadra, Balì, Gr. Cr. di giustizia, gran priore del S. O. M. di Malta per Napoli e Sicilia, Gr. Cr. Ordine Corona d’Italia, gr. uff. Ordine SS. Maurizio e Lazzaro, decorato di due medaglie al valor militare.
Figli di Luigi: VINCENZO, Pinetta.
È pure iscritto nel Libro d’Oro coi titoli di nobile (mf.), conte (mpr.), in persona del:
Fratello di Giovanni: S. E. MICHELE, generale di Corpo d’Armata, comm. Ordine Militare di Savoia, decorato di quattro medaglie d’argento al valor militare (n. Napoli 1859, † 1923), spos. 7 ottobre 1882 con Mariangela dei marchesi Dusmet de Smours.
Figli: DIEGO, n. 21 luglio 1898, colonnello di cavalleria, spos.: 1) Roma, 11 novembre 1911 con la nob. Marcella dei marchesi Theodoli di S. Vito; 2) con Eugenia dei conti Petrangolini; Dorotea, spos. al generale Castone Rossi; Isabella, spos. al sig. Enea Chidelli, ufficiale R. Esercito; Agnese, spos. al generale B. A. Sir Jack Poster Newland; TOMMASO, capitano di cavalleria, spos. Ada Carotti.
Altro ramo
Pure iscritto al Libro d’Oro col titolo di nobile (mf.). Ricon. D. P. 17 marzo 1927.
GIUSEPPE, n. Catanzaro, 26 aprile 1863, di Pietro (n. 14 gennaio 1828, † 16 giugno 1886), di Filippo, e di Francesca dei marchesi De Riso (Catanzaro).
Fratelli: ROBERTO, n. Catanzaro, 20 gennaio 1865; ERNESTO, n. ivi 29 agosto 1870, spos. 7 aprile 1904 con Maria de Majo; ALFREDO, n. Catanzaro, 7 marzo 1876.
f. f. p. di s. [Ferdinando Ferrara Pignatelli di Strongoli]
Ramo di Milano
Famiglia oriunda dalla Spagna, trasferitasi a Milano nella seconda metà del secolo XVI. Don DIEGO, figlio di Sebastiano, di Diego, primo della famiglia che si trasferì in Italia al seguito delle armate, fu innalzato al supremo grado di Gran Cancelliere dello Stato di Milano, ed ottenne, con diploma di re Filippo III del 19 gennaio 1618, interinato il 20 febbraio successivo, la concessione del feudo di Romanengo e pertinenze, sul quale, con altro diploma di re Filippo IV del 29 giugno 1627, poté appoggiare il titolo di conte per maschi primogeniti. Dal predetto conte Diego e da sua moglie donna Francesca de Villel, figlia di Giovanni Lopez, nacque GIOVANNI, che fu nel 1612 commissario delle munizioni e nel 1627 questore del Magistrato Straordinario. Il detto Giovanni ebbe due mogli, cioè Giacinta Brasca, figlia del giureconsulto collegiato Bartolomeo, e Minerva Secco D’Aragona, figlia di Francesco. Dalla prima moglie ebbe LORENZO, il quale il 10 giugno 1667 fu ammesso al patriziato milanese, e sposatosi con Marianna Volpi, di Giulio, diede i natali a GIOVANNI († 11 ottobre 1738). Questi fu marito di Margherita Resta, figlia del marchese Giovanni Battista, ed ebbe tra gli altri figli LORENZO, che il 2 gennaio 1749 fu creato decurione della città di Milano e con patente dell’8 ottobre 1766 fu creato ciambellano. Da Lorenzo nacque GIOVANNI, che nel 1791 fu pure creato ciambellano e che, avendo sposato donna Barbara Vaini di Cremona, diede i natali a LORENZO e ad ALESSANDRO, che vennero confermati nell’antica nobiltà nel 1823, il primo anche nel titolo di conte.
Da Alessandro discendono le persone attualmente iscritte nel Libro d’Oro della Nobiltà Italiana coi titoli di patrizio milanese (m.), conte di Romanengo (mpr.), trattamento di don e donna, in seguito a D. M. del 26 giugno 1900, e cioè:
GUIDO, di Edoardo, di Alessandro.
Sorella: Gabriella in Rolando.
c. m. [Cesare Manaresi]
Ramo di Cagliari
Antica e nobile famiglia, proveniente dalla Spagna.
Fin dal principio del secolo XVII fissò la sua dimora ad Iglesias, dove il nob. don GAVINO Salazar sposò la nobildonna Bernarda Torrellas. Il loro figlio AGOSTINO, nato nella stessa città l’11 febbraio 1666, intervenne al Parlamento generale, tenuto in Cagliari nel 1698, sotto la presidenza del viceré conte di Montellano, nella qualità di nobile. Il 18 giugno 1702 sposò in Iglesias donna Eufemia Otger. Dalle loro nozze nacque, nella stessa città, don GREGORIO, il 17 febbraio 1725, il quale, il 22 giugno 1760, sposò donna Rosalia Pintus. Essi ad uno dei loro figli imposero il nome d’AGOSTINO (n. Iglesias 27 febbraio 1763), che sposò in Cagliari la nobile donna Speranza Olivar, il 24 gennaio 1784. Da questo matrimonio nasceva ad Iglesias, il 6 ottobre 1796, il nobile don EFISIO, che sposò donna Rita Grondona, in Cagliari il 21 settembre 1824. Essi ebbero due figli, entrambi nati ad Iglesias: TOMASO (5 ottobre 1828) e LUIGI (19 agosto 1837), valenti ufficiali e valorosi uomini d’arme che presero parte alle battaglie per l’indipendenza della patria, meritando alte distinzioni.
Il predetto don Tomaso aveva sposato in Cagliari il 21 aprile 1866 Michela Sanjust, appartenente a cospicua famiglia dell’aristocrazia sarda, dalla quale nacquero quattro figli: EFISIO, n. 31 dicembre 1869 a Milano; GIOVANNI, n. 19 febbraio 1877; LUIGI, n. 6 settembre 1878 e Francesca Maria, n. 10 ottobre 1879.
La famiglia è iscritta nell’El. Uff. Ital. coi titoli trasmissibili di cavaliere (m.), nobile (mf.) e don (mf.), ai maschi e coi titoli personali di nobile e di donna alle femmine, in persona di TOMASO, di Efisio, di Agostino. Figli: EFISIO †, GIOVANNI, LUIGI, Francesca Maria.
s.l. [Silvio Lippi]
Ivi, Appendice, parte II, p. 565:
Sono iscritti nell’Elenco Uff. Nob. Ital. 1933, coi titoli di Cavaliere (m.), Nobile (mf.), Trattamento di Don e Donna: GIOVANNI, di Tommaso, di Efisio, di Agostino.
Figli: CARLO, Mariangela, Ernestina, Luigina, TOMMASO, Teresa, Giovanna, PAOLO.
Fratelli: LUIGI, Francesca Maria.
Figli di Luigi : GIORGIO, Elena Maria.
v. s. [Vittorio Spreti]
Indice
Genealogia
Teatro genealogico delle famiglie nobili milanesi: manoscritti 11500 e 11501 della Biblioteca Nacional di Madrid, a cura di Cinzia CREMONINI, Mantova: Gianluigi Arcari, 2003
Stemmi
Ramo di Napoli e Calabria
ARMA: Di rosso a tredici stelle d’oro, poste in palo 4, 5, 4.
Ramo di Milano
ARMA: Di rosso a 13 stelle di 8 raggi d’oro, poste 10 in cinta e 3 in palo nel centro, alternate; con la bordura d’azzurro carica di 6 castelli d’oro, merlati di 2 pezzi alla ghibellina, 3 per fianco. (Cod. Arald. Lombardo, pag. 72; Ricon. 1771).
CIMIERO: Un braccio armato, tenente con la mano di carnagione, una spada posta in sbarra, al naturale.
Ramo di Cagliari
ARMA: Di rosso a tredici stelle di 6 raggi d’oro, poste 3, 3, 3, 3, 1.
Storia
Personaggi
Dimore
Napoli, Via Carlo Poerio, 90, Roma e Catanzaro
Spagna e Milano
Cagliari
Sepolture
Iconografia
Dipinti e Ritratti
Archivio fotografico
Fonti
Bibliografia
http://verbanensia.org/biografie.asp?action=O&tipo=2