Tanzi

Da EFL - Società Storica Lombarda.
Spreti, App., II, p. 620
Spreti, App., II, p. 620
Spreti, App., II, p. 620
Ramo di Bari (Spreti, vol. VI, p. 542)

Vittorio Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare italiana, Milano, 1928-32, vol. VI, pp. 542-543:

Antica famiglia originaria da Milano, divisasi al principio del secolo XVI, come concordemente affermano gli scrittori, in tre rami. Il primo, decorato nel 1787 del titolo di conte col predicato di Blevio, s’estinse in ADOLFO, † nel 1868. Il secondo, trasferitosi in Bari, fu insignito da Leone X del titolo di conte palatino in persona di ENRICO, console generale dei Milanesi in Bari, † nel 1534 in Trani senza lasciare discendenza. Il terzo, pure passato nel 1534 in Bari, fu aggregato nel 1724 a quel patriziato ed in data 4 luglio 1791 venne riconosciuto dal Magistrato politico camerale dello Stato di Milano come appartenente all’antica e nobile famiglia Tanzi di Lombardia. Ricevuto nell’Ordine di Malta nel 1791, diede fra gli altri GABRIELE (n. 1764, † 1847), pervenuto, per il suo valore, al grado di maresciallo di campo e decorato di numerosi alti Ordini cavallereschi.

La famiglia è iscritta nell’El. Uff, Nob. Ital. col titolo di patrizio di Bari (m.), in persona di GIAN LUIGI Tanzi, n. Bari 4 novembre 1853, di Nicola (n. Bari 30 maggio 1820, † ivi 7 febbraio 1870) e della nobile Lucrezia de Gemmis dei baroni di Castelfoce († 6 maggio 1893), spos. Terlizzi 27 aprile 1880 con Giuseppina Antonelli.

Figli: 1) Maria Lucrezia, n. Bari 27 aprile 1890; 2) CARLO MARIA, n. ivi 29 marzo 1894; 3) Giovanna, n. 12 aprile 1897.

Fratelli: 1) GIAN FERRANTE, n. Bari 12 dicembre 1855, direttore dell’Archivio Provinciale di Stato di Lecce, spos. Bari 28 maggio 1883 con Concetta Mandoi; 2) CARLO, n. ivi 6 novembre 1857, spos. Cassano Murge 18 giugno 1887 con Margherita Rossani; 3) Maria Carmela, n. ivi 1° febbraio 1866, in Guidorosi.

o. p. [Onofrio Pasanisi]


Ivi, Appendice, parte II, pp. 620-623:

TANZI e TANZI MIRA

Antica e nobile famiglia milanese. Con diploma 27 febbraio 1772, dato a Vienna dall’imperatrice Maria Teresa e interinato dal Senato di Milano l’11 aprile dello stesso anno, ottenne la concessione del titolo di nobile della Lombardia Austriaca per maschi e femmine; onde l’I. R. Tribunale Araldico, con decreto 6 giugno dello stesso anno 1772, ne ordinò l’iscrizione nell’Elenco delle Famiglie Nobili e la delineazione dello stemma gentilizio nel Codice Araldico, in persona di don ANTONIO TANZI, di Giuseppe, di Carlo Federico, distintosi per grandi benefici arrecati all’Erario Austriaco con abili operazioni di cambio. Quattordici anni dopo, lo stesso don Antonio, che durante la guerra dei Sette Anni continuò a rendere come banchiere importanti servigi allo Stato, specialmente come tesoriere del Monte Santa Teresa, ottenne anche il titolo di Conte per sé e suoi discendenti maschi, legittimi, in linea e per ordine di primogenitura, con R. Diploma di Giuseppe II dato a Vienna il 10 gennaio 1787, aggiungendo al suo stemma gentilizio gli ornamenti corrispondenti a tale titolo.

Lo stemma fu così nuovamente delineato nel Codice Araldico per decreto dell’I. R. Consiglio di Governo 15 luglio 1787 (p. 187). Ma queste concessioni non impedirono a don Antonio Tanzi ed a suo figlio ERNESTO di presentare nel 1791 una precisa e copiosa documentazione al Regio Magistrato Politico Camerale allo scopo di dimostrare l’antica e generosa nobiltà della loro famiglia. Ed il Magistrato, prese nella dovuta considerazione le prove presentate, con patente 4 luglio 1791, dichiarò nobile «di antica e generosa nobiltà» la famiglia dei ricorrenti e ne ordinò l’iscrizione nell’Elenco delle Famiglie Nobili in persona dei medesimi ricorrenti conte don Antonio e conte don Ernesto. Quest’ultimo poi ottenne anche la conferma della nobiltà e del titolo di conte come ne godeva prima del 1796, con Sovrana Risoluzione in data 2 novembre dell’anno 1816.

Negli atti del Magistrato Politico Camerale (A. S. M., Governo, p. a., Araldica, cart. 123, fasc. TANZI), si conserva tutta la documentazione presentata dai predetti don Antonio e don Ernesto per il riconoscimento del 1791. Tra l’altro, ne risulta che i Tanzi fiorivano in Milano già verso la metà del secolo XIV e che fin d’allora erano annoverati tra le più ricche e nobili famiglie della città. La genealogia dei richiedenti fu provata e ampiamente documentata a cominciare da un PIETROLO vivente nel 1376 e nominato insieme con altri della famiglia Tanzi come compatrono del giuspatronato nell’istrumento con cui il 2 gennaio detto anno 1376 fu fondata la cappellania sotto il titolo di S. Antonio nella chiesa di Vighizzolo, {strumento rogato da Ambrosolo Arese, notaio della Curia Arcivescovile di Milano, ed espleto da Carlo Lamberto Rusca, altro notaio della stessa Curia. PIETROLO figura tra i membri del Consiglio dei 900 di Milano nell’anno 1388, deputato alla ven. Fabbrica del Duomo negli anni 1392, 1394 e 1396 e nel detto anno 1392 è ricordato come uno dei centoventi più ricchi cittadini di Milano, ai quali il Conte di Virtù impose di pagare la somma di 19.000 fiorini d’oro. Figlio di Pietrolo fu ENRICO, detto anche, secondo l’uso del tempo, ARRIGOLO, che fu un familiare ducale (1425, 1428), dal quale venne in luce GIOVANNI (1433, 1446). Questi, nel 1447, fu ammesso al Consiglio dei 900 e nel 1459-60 fu deputato alla Fabbrica del Duomo. Suo figlio GABRIOLO (1446, 1470), è annoverato tra i «magnifici, spettabili, nobili e prudenti uomini» abitanti a porta Comacina che intervennero all’elezione dei delegati a prestar giuramento di fedeltà al figlio primogenito del Duca Galeazzo Maria Sforza (28 marzo 1470). Da Gabriolo nacque FRANCESCO (1470, 1502), che fu padre di GIOVANNI PIETRO, decurione nel 1513, dei XII di Provvisione e deputato alla Fabbrica del Duomo (1515-1525). Da detto Gio. Pietro trasse i natali GIO. PAOLO, nel 1573 indicato come uno dei compatroni della suddetta cappellania di S. Antonio in Vighizzolo, dal quale direttamente discende il ramo della famiglia stabilitosi a Bari. Da Gabriolo, di Giovanni, di Enrico, precedentemente nominato, oltre Francesco che diede origine al ramo di Bari, nacque anche GIO. GIACOMO (1508, 1518), di cui si trova notizia che nel 1518 fu chiamato con altri undici cittadini a far parte di una commissione incaricata di studiare un progetto per rendere navigabile il fiume Adda. GIO. ANDREA, figlio del predetto Gio. Giacomo, menzionato in atti del 1572 e del 1575, dié i natali ad altro GIO. GIACOMO, nominato in atto del 28 gennaio 1583, rogato dal notaio di Milano Gio. Bartolomeo Crivelli, insieme con la madre, Margherita Boscani, in quell’anno già vedova di Gio. Andrea. Gio. Giacomo fu padre di CRISTOFORO (1640, 1641, 1686) ed avo di Andrea (1686, 1709), dal quale nacque CARLO FEDERICO (1709, 1711). A questi dovette i natali GIUSEPPE (1727, 1731), che sposò Bianca Chiesa, di famiglia patrizia genovese. Giuseppe, nominato dall’imperatore Carlo VI amministratore dei Sali, ottenne, in compenso dei servigi prestati, un medaglione d’oro con ritratto dell’Imperatore predetto, accompagnato da patente in data 12 marzo 1727 e da un’annua pensione di 400 filippi, quest’ultima concessagli con patente in data 28 febbraio 1733.

Da Giuseppe nacque quell’ANTONIO che ottenne le concessioni nobiliari del 1772 e del 1787 suindicate, nonché il riconoscimento dell’antica e generosa nobiltà della sua famiglia nel 1791. Antonio sposò Teresa Pecis, figlia di don Antonio, confeudatario di Massalengo, dalla quale ebbe tre figli, due femmine e un maschio. Le due femmine entrarono l’una nella nobile famiglia Del Pozzo e l’altra in quella similmente nobile Boselli, l’una patrizia bergamasca, l’altra patrizia parmigiana; il maschio ERNESTO sposò in prime nozze Eleonora Engel di Engelsburg, dalla quale ebbe il figlio ERNESTO, nato il 3 marzo 1797, e in seconde nozze Alessandra Luigia de Mendron, dalla quale ebbe ADOLFO, nato il 15 marzo 1803. Con questi due ultimi, si estinse il ramo comitale, che oggi non figura più neanche nell’Elenco Ufficiale Nobiliare. Sussiste, invece, un ramo di questa famiglia generato da GIUSEPPE, che, pur avendo dimostrato di discendere dallo stesso capostipite, ottenne, a titolo di concessione, la nobiltà con Sovrana Risoluzione 17 febbraio 1844. Purtroppo, gli atti presentati dall’interessato nel 1844 furono mandati dal Governo di Milano alla Cancelleria Aulica in Vienna ed ivi rimasero; non è possibile perciò dare la genealogia di questo ramo, lo stemma del quale trovasi delineato a p. 245 del Codice Araldico, se non in base a ciò che ne scrisse il Tettoni (Tettoni Leone, Notizie genealogico-storiche della nobile famiglia Tanzi di Milano, estratte dal volume VIII del Teatro Araldico, Milano, Tipografia C. Wilmant, anno 1849).

Secondo l’Autore precitato, questo ramo discende da quel GABRIOLO, di Enrico, di Pietrolo, di cui si è fatta menzione a proposito del ramo comitale, mediante le persone di GIO. GIACOMO (1518), di GIO. ANDREA (1565) e di altro GIO. GIACOMO, dal quale nacque GEROLAMO, compadrone della cappellania di S. Antonio in Vighizzolo, marito della nobile Celidonia Schenardi. Suo figlio ANGELO MARIA sposò Teresa Passera, figlia del dottor fisico Alessandro e nipote del benemerito parroco don Francesco Passera, che con testamento 30 marzo 1736 lasciò erede del suo cospicuo patrimonio l’Ospedale Maggiore di Milano e con istrumento 22 marzo 1741, a rogito del notaio Carlo Della Valle, fondò una cappellania, di cui riservò il giuspadronato a suo nipote Gerolamo Tanzi.

GEROLAMO, figlio di Angelo Maria, fu amministratore e cassiere generale dell’azienda dei Tabacchi (1740). Da sua moglie, Paola Schira, ebbe GASPARE, che sposò Francesca Calvi, figlia del giureconsulto Paolo, e ne ebbe GAETANO. Questi fu dottor fisico e si congiunse in matrimonio con la nobile Giuseppina Ruggeri del nobile Donato, cavaliere Gerosolimitano, da Roma, dalla quale ebbe, tra gli altri figli, GIUSEPPE, delegato ai Luoghi Pii Elemosinieri per i nobili e ad altri istituti pubblici di beneficenza. Dalla nobile Margherita Spini, del fu consigliere nob. Giulio, ebbe tre figli: GIULIO, GAETANO e ADOLFO. Da Giulio, nato in Milano il 4 febbraio 1834 e morto ivi il 23 novembre 1892, e da sua moglie Rachele Valtorta, nacque ANNIBALE.

Il ramo Tanzi, che ottenne la concessione del 1844, oggi è iscritto nell’Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano del 1933 col titolo di Nobile (mf.), e Trattamento di Don e Donna in persona di:

ANNIBALE, di Giulio, di Giuseppe († 19 febbraio 1931).

Figlie: Angela, Giulia e Margherita.

Fratello: ACHILLE.

L’altro fratello di Annibale, cioè GAETANO, che per eredità fu autorizzato ad aggiungere al proprio il cognome MIRA, con R. D. dato a Monza il 24 settembre 1891 ha dato luogo al ramo TANZI MIRA, costituito da:

GAETANO, n. a Milano 30 luglio 1867, spos. ivi 28 aprile 1894 con Carlotta Valtolina, di Giulio, di Giuseppe.

Figli: Luigia, n. a Milano 28 febbraio 1895, spos. ivi 21 gennaio 1920 con l’Ing. Pietro Carones; Angela, n. a Milano 24 agosto 1896, spos. ivi con l’avv. Antonio Carones; Giuseppa, n. a Milano 17 gennaio 1900, spos. ivi con l’Ing. Antonio De Sanctis; AGOSTINO GIULIO, n. a Milano 17 aprile 1903, spos. ivi 21 aprile 1932 con Vittoria Valsecchi.

Figli di Agostino (non iscritti nell’Elenco Uff. Nob. Ital. 1933): Margherita, n. a Milano 19 dicembre 1933; GIULIO, n. ivi 19 dicembre 1934.

f. f. [Francesco Forte]


Genealogia

Genealogia Tanzi

Stemmi

ARMA: Inquartato: nel 1° d’argento al leone di rosso, rivoltato e nascente dalla troncatura; nel 2° e 3° d’oro a tre fasce, la prima di rosso, la seconda d’azzurro, la terza di nero; nel 4° d’argento al cavallo al naturale, allegro, nascente dalla punta, brigliato di rosso; sul tutto uno scudetto d’azzurro carico della lettera T maiuscola d’oro (A. S. M., Codice Araldico, pag. 81, per Decreto 6 giugno 1772).

Alias: Inquartato: nel 1° d’argento al leone di rosso, rivoltato e nascente dalla troncatura; nel 2° e 3° d’oro a tre fasce, la prima di rosso, le altre due d’ azzurro; nel 4° d’argento al cavallo al naturale, allegro, nascente dalla punta, brigliato di rosso, con il motto: Ardua, scritto lungo il fianco destro dello scudo e Superans lungo il fianco sinistro; sul tutto uno scudetto d’azzurro carico della lettera T maiuscola d’oro (A. S. M. Cod. Araldico, pag. 187, per Decreto 15 luglio 1787).

Alias: Inquartato: nel 1° d’argento al leone di rosso, rivoltato e nascente dalla troncatura; nel 2° d’azzurro alla T maiuscola d’oro; nel 3° d’oro a tre fasce, la prima di rosso, le altre due d’azzurro; nel 4° di argento al cavallo al naturale, allegro, nascente dalla punta, brigliato di rosso. (A. S. M., Codice Araldico, pag. 245, per Decreto 11 ottobre 1844).

CIMIERO: Un’aquila nascente, di nero, coronata d’oro.

MOTTO: Ardua Superans.


Ramo di Bari

ARMA: D’argento a due fasce di rosso accompagnate nel capo da due gigli del medesimo.

Stemmi famiglia Tanzi

Storia

Personaggi

Dimore

Milano

Bari e Lecce.

Sepolture

Iconografia

Dipinti e Ritratti

Archivio fotografico

Fonti

Bibliografia

Sitografia

Documenti

Collezioni

Note