Altre case e palazzi Lupi in Bergamo

Da EFL - Società Storica Lombarda.

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Gabriele Medolago, Il Castello di Cenate Sotto e la Famiglia Lupi, Amministrazione Comunale di Cenate Sotto, 2003, p. 170:

Abbiamo notizia di altre case della famiglia Lupi, alcune in proprietà, altre in affitto.

Nel 1542 e nel 1553 in vicinia di San Matteo troviamo l’abitazione di Alessandro Lupi di proprietà di Marco di Lodovico Suardi [666]. Nel 1542 però la troviamo indicata come casa di proprietà ed abitazione di Alessandro. Almeno dal 1576 Pietro fu Detesalvo Lupi abitò nella vicinia di Sant’Alessandro della Croce in casa d’affitto, con il figlio Adriano. Abbiamo anche un inventario dei mobili di questa casa nel 1587 [668]. Nel 1592 anche i figli ed eredi di Adriano abitavano in questa vicinia [669].

Una polizza presentata il 14 luglio 1579 e l’8 febbraio 1580 risulta che Giovanni Battista Lupi possedeva una casa in Sant’Alessandro della Croce, coppata, cilterata e cortiva con confinanti ad est Marc’Antonio Carrara speziale ed a sud la strada, del valore di 800 lire, il cui affitto annuo era di 50 lire.

Il 17 settembre 1585 Orazio di Pietro affittò la casa nella vicinia di Sant’Alessandro della Croce, già di Guerino Lupi, con clausole in caso di guerra.

Il 16 marzo 1604 troviamo l’estimo di Giovanni Maria di Gerolamo Lupi, abitante nella vicinia di Sant’Alessandro della Croce, nel quale si cita una casa nella stessa vicinia per suo uso confinante a nord con la strada ed a sud con Prospero Sale.

Il 20 giugno 1628 Gerolamo, Flaminio, Fortunato, Giulio e Giovanni, figli legittimi e naturali del fu Orazio fu Gerolamo Lupi, che già da sei anni circa aveva fatto le divisioni con atto di Giovanni Battista Bottani, perfezionarono la divisione stessa. A Flaminio toccò una casa di più corpi, ortiva e cortiva ed apotecata nel Borgo di Sant’Antonio, vicinia di Sant’Alessandro della Croce, con ad est Gerolamo Zanchi ed in parte Giovanni Viscardi, a sud la strada, ad ovest il Consorzio di San Giovanni ed in parte Paolo Trebucchini, a nord la commenda di San Giovanni dell’Ospedale, per un valore di 1˙200 scudi.

Il dottor Vittorio nel 1596 acquistò da Orazio Cologno una casa in Borgo San Tomaso.

Il 10 luglio 1725 Vittorio fu Adriano Lupi abitava in una casa in Borgo San Tomaso, composta da diversi corpi, acquistata dal curatore dell’eredità della fu Giulia Locatelli Lupi, madre di Vittorio fu Corrado Lupi, il 17 aprile 1674 e pervenutagli per divisioni con il fratello il 18 agosto 1708.

Nella parrocchia di San Michele dell’Arco troviamo un ramo della famiglia Lupi dal 1573 al 1795. Esso aveva un’abitazione in contrada di Corsarola o San Matteo vicinia San Michele d’Arco. La casa ci viene descritta in divisioni del 1628 [676] e 1630 [677] ed è citata anche in seguito [678].


NOTE:

[666] La casa a settentrione di Corsarola tra via Rivola e via Tassis fu la casa dei Suardi, dicendenti di Lanfranco, poi ad Ameo ed agli eredi di Gugl. milite e Francesca. A quest’ultima fu assegnata la casa a settentrione della stretta Pestapanicis (quella che vedemmo appartenente un tempo alla famiglia Lupi presso il cavalcavia) ed a Gugl. la casa o case tra questa stretta e Corsarola, tra via Tassis e la casa già di Gio: Zentilino. Nel 1542 in buona parte di questa casa esercitavasi l’albergo del Cappello; e diffatti il 21/4 Marco di Lodovico Suardi fa coll’oste Lodovico Tomaso di Borgogna una finta vendita in cui la casa è così indicata: alia domus domini Ludovici et partim domus domini Petri de Rota et partim domus in qua fit hospitium iuris illorum de Benanaliis ad signum domini Marci et partem domus domini Hieronimi de Benaliis et partim domus in qua habitat quondam dominus Alexander de Lupis et ab aliis duabus partibus coheret strata publica que quidam domus habet duas curtes, videlicet unam in introitu et aliam contiguam domni iuris prefati quondam domini Alexandri. Cioè una coll’ingresso da via Corsarola e l’altra dal vicolo posteriore. Come si vede Lodovico cedeva tutta la proprietà che fu già degli eredi di Enrico, trasformata nel corso degli anni. La vendita però era fittizia e di fatti la casa venne recuperata da Giulio quondam Lodovico il 16/5/1553 nel quale anno l’osteria non aveva più l’insegna del Cappello ma delle Due Spade. Il Fornoni ricorda anche, dopo aver parlato di case sul lato est di via Tassis, parla poi della sede dell’amministrazione del Pio Luogo Azzanelli - Cedrelli, ricorda come la casa al di qua del cavalcavia, attigua a quella dei co: Zanchi apparteneva alla famiglia Lupi, passata poi ai Suardi e ultimamente conteneva l’asilo infantile. Questa casa era stata ridotta in condizioni edilizie ed igieniche precarie, evidentemente per l’ingordigia di cavarne utili negli affitti. Si chiuse una bella loggia che fronteggiava il cortile con colonne e capitelli cinquecenteschi, riducendo al buio ambienti spaziosi e ben illuminati (Fornoni “Storia di Bergamo”).

[668] Il 30/5/1576 Pietro Lupi abitava nella vicinia di S. Aless. della Croce in casa di proprietà di Marsilio Albrici (AG). Il 18/1/1580 abitava in una casa per la quale pagava 245 £ d’affitto ed era di proprietà Sambusita (Estimi comunali 498, polizza 136). Il 12/1/1587 con il figlio Adriano di proprietà di Cristino Sambusita (“instrumenta…”). Il 6/5/1587 Pietro Lupi fece fare un inventario dei mobili di sua proprietà della casa nella quale abitava con il figlio Adriano. Troviamo una stalla, dispensino in cima alla scala, camera dove dorme Maddalena, sala, cucina, stretto, camera di mezzo di sopra, ultima camera, dispensa, saletta di Pietro, camera di Pietro, camera verso Agostino, luoghetto contiguo, solaio. Qui troviamo in sala cinque quadri frusti di renso, nella saletta di Pietro uno scrittoio in noce con scritture, quadro con dipinta la Madonna e cornice dorata, due cassoni dipinti una tinta dipinta da sparvieri, in camera di Pietro un quadro dipinto in tela con S. Gius. ed un quadretto in tavola dipinto ad olio, un quadro con la Madonna e S. Gius. dipinti (Not. Gabr. Lazzaroni, filza, ASBg not. 3724 filza).

[669] Una polizza forse del 1592 di Vittorio, Salvo, Scipione, Ant. e Pietro figli ed eredi di Adriano Lupi (gli ultimi due minori cui erano stati assegnati come tutori il fratello Vittorio e Scipione Clanezzi dal podestà di Bergamo Alvise Priuli che lo fu nel 1591-1593). abitavano in affitto in casa di Franc. Bottagisi nella vicinia di S. Aless. della Croce cui pagavano 40 scudi di fitto (Catasto veneto 24 polizza 85).

[676] Il 20/6/1628 Gerolamo, Flamino, Fortunato, Giulio e Gio: figli legittimi e naturali del fu Orazio fu Gerolamo Lupi che già da sei anni circa aveva fatto le parti con atto di Gio: Batt. Bottani. Il padre aveva poi fatto testamento con atto di Franc. Omboni. Nella porzione di Giulio vi fu una casa con più corpi di case con corti ed orto nella città in contrada di Corsarola o S. Matteo vicinia S. Michele d’Arco, ad est Gio: Paolo Morandi, a sud il co: Pietro e Fratelli Suardi, ad ovest strada ed a nord in parte Pietro e fratelli Zanchi ed in parte Scipione Boselli co: e dott. in legge. estimata 2˙800 scudi da 7 £ (Not. Aless. Terzi reg 1627-1627 N.° 4575). [677] Il 23/11/1630 Flaminio, Fortunato e Giulio fratelli del fu Orazio fu Gerolamo Lupi procedettero alle loro divisioni per i beni lasciati dal fratello Gio:, morto ad ottobre. Vi erano anche beni del padre Orazio e del fu Gerolamo altro loro fratello. Ai tre fratelli, dall’eredità del fratello Gio:, pervennero anche vari beni, fra i quali una terra casata con più corpi di case con corti, orto e pozzo giacente nella contrada di Corsarola o di S. Matteo nella vicinia di S. Michele dell’Arco, confinante ad est con Gio: Paolo Morandi, ad est con gli eredi del fu co: Pietro e fratelli Suardi, ad ovest strada ed a nord gli eredi di Pietro e fratelli Zanchi in parte ed in parte il co: e dott. in Legge Scipione Boselli. A Giulio toccarono la cucina verso la strada pubblica con finestra, la camerata che era presso e redente la loggia che tendeva verso est ed era contigua alla latrina sita alla fine della loggia. La camera sotto la stessa camerata, l’aula esistente ad est della casa, tendente verso nord, contigua alla casa di Gio: Paolo Morandi, la canepa terranea presso la strada esistente sotto il ponte della torre, il portico contiguo dove si teneva la legna. A Flaminio toccò la camera detta lunga verso la strada e contigua alla cucina assegnata a Giulio, una camera che faceva parte e si protendeva sulla strada, la camera che la precedeva e che essendo oscura era chiamata camera fosca, la canepa sotterranea la cui scala era presso il portico di Giulio, lo stabulo che era sotto la camera detta lunga. A Fortunato toccò la camera sopra la camera detta fosca, la camera sopra la camera facente parte e protendentesi sopra la strada, la camera verso l’orto, chiamata camera del vesterio con loggia e solai sopra, tutto il luogo che era sopra la cucina della parte di Giulio e la camera lunga di Flamini. La caneva terrena sotto l’aula di Giulio, la corte ed orto ed altri luoghi esistenti ad est della casa che divideva la corte dalla casa nel primo ingresso ove si trovava il pozzo. Avrebbero potuto alzare gli edifici e fra altri, benché non si intralciasse la parte degli altri, il pozzo e la prima corte e la porta grande, il suo accesso, la latrina esistente sulla lobbia, avrebbero dovuto rimanere comuni a tutti e tre (Not. Aless. Terzi reg. 1629-1631 N.° 4576). [678] Da inventario del 16/1/1638 troviamo fra i beni delle figlie del fu Giulio Lupi una casa in città in Corsarola (Not. Ant. Facheris 5547 11/2/1653). Orazio Lupi co: e cav. fu Flaminio. Passati poi 291/11740 a co: cav. Giulio e co: cav. Detesalvo Lupi padre e figlio, 17/2/1767 co: Flaminio fu co: cav. Detesalvo e co: cav. Gaetano suo fratelllo, 29/3/1770 aggiunto co: cav. Gaetano fratello di Falminio. Estimati in S. Michele dell’Arco (Catasto veneto 13, f. 531-533). Aggiunta 25/1/1664 casa per suo uso in contrada di S. Michele dell’Arco, ad est Zaccaria Morando, a sud stretta comune. Beni provenienti da Giulio Lupi nel 1810 era di Gio: Lupi. Anche Fortunato Lupi era estimato nella vicinia di S. Michele dell’arco (Catasto veneto 13, f. 533v). Anche i Lupi di Pignolo avevano una casa in Corsarola. Con atto del not. Luigi Valoti numero 517 il 12/7/1855 venne fatta una divisione dei beni Lupi. In essa si trovano le case d’affitto in Corsarola dirimpetto alla chiesa del Carmine 80 82 679 con orticello 810 811 812 823 831 833 ed il numero 811 si estende su parte 824 e diritto a porzione di andito 815. ad est con gli eredi di Bortolo Adelasio e Giacomo Quattrini, sud Quatrini e Massola, ovest Massola, nord contrada di Corsarola (Not. Luigi Valoti ASBg not.13708 1854-1855).